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L'€uro nei paesi dell'Europa dell'Est.

Luca Valente

Ormai è deciso, ci si è allargati ad est. Per molti imprenditori e primi ministri è motivo di orgoglio sbandierare che, finalmente, l'Europa sta crescendo. Sta crescendo verso quei paesi ex socialisti ed ex comunisti che fino a pochi anni fa erano osservati con sdegno e preoccupazione. E' ovvio che per chi ragiona in termini di mercato (non di concorrenza perfetta ma di oligopoli) questo è il punto di partenza per dare il via alla conquista di questi mercati nascenti e penetrarli con i loro prodotti prima che lo possano fare altri.

Se arriva l'Europa, prima o poi, arriva anche l'€uro e quando arriverà, è quasi sicuro, saranno stravolti gli equilibri. Sia quelli dei lavoratori dipendenti ma anche quello degli imprenditori (commercianti e neo industriali).

Aumenteranno i prezzi? Aumenteranno i costi delle materie prime? Aumenterà il costo del lavoro? Secondo alcuni autorevoli opinionisti e studiosi la moneta unica renderà anche più facile la “delicata” operazione di riciclaggio di denaro sporco. E' probabile ma non è questo l'oggetto del nostro studio. La nostra curiosità è volta al metodo con cui questi paesi hanno deciso di aderire alla nostra comunità. In sostanza è presto per trarre conclusioni e io non so se la loro sarà considerata la scelta migliore e per tanto non oso esprimere pareri. Tuttavia ritengo doverosa una critica, ed essa è rivolta al fatto che queste decisioni non risultano essere prese a seguito di una consultazione popolare.

E' diritto e dovere dei cittadini partecipare alle scelte della nazione alla quale appartengono e che cambieranno il corso della loro vita. Pertanto aspettiamo l'avvento dell'Euro a est o in Turchia (passerà ancora del tempo) ma impegniamoci a fare in modo che questa decisione sia presa dai popoli e non dai “sovrani”.

Luca Valente

il DOMANI - rivista della Partecipazione