Ecco la nuova Fiat "500". Sì "500" in numero
come la mitica utilitaria del 1957, che motorizzò gli italiani e che
molti automobilisti conservano ancora oggi con affettuosa cura.È a
quel lontano modello che s'ispira la show car che Fiat presenta al
Salone di Ginevra nel 2003, anche se il
nome è tutto diverso, "Trepiùno", ricorda più un robot di Guerre
Stellari che gli anni del boom economico italiano.Lunga 3,30 metri,
l'utilitaria ospita agevolmente tre persone con la possibilità di un
ulteriore posto d'emergenza, secondo uno schema 3+1, da cui appunto
il nome. Forme morbide, un padiglione di vetro che occupa buona
parte del tetto, che è l'interpretazione in chiave moderna della
cappottina di tela apribile del modello originario, e tanta simpatia
sono le credenziali estetiche di quest'auto. Svelato al 74°salone di
Ginevra, questo
prototipo, viste le origini, comunica subito l'idea di
compattezza.;merito della sezione laterale a più strati sovrapposti
e per il suo padiglione "a guscio" dalla dimensione, in pianta,
decisamente inferiore a quella della fiancata. Le particolari
proporzioni - e alcuni tratti estetici - conferiscono un aspetto
"simpatico" e, al tempo stesso, una chiara impressione di solidità e
robustezza. Il cofano è avvolgente e ripiegato sui fianchi mentre una
nervatura ad "omega" riempie il frontale senza apporvi alcuna
mascherina o fregio aggiuntivo. Tra l'altro, le generose dimensioni
delle carreggiate conferiscono alla "Trepiùno" un aspetto sportivo e
dinamico.
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Le foto,
comunque, parlano meglio di qualsiasi descrizione testuale...
Ovviamente, tutti gli elementi vengono riproposti solo dopo aver
meditato sulla loro effettiva necessità a bordo di un'auto moderna,
rivedendone le funzioni e i materiali, o addirittura trovandone
nuovi usi. Per esempio, i fanali posteriori funzionano con degli
schermi LCD, che visualizzano in maniera "grafica" le indicazioni da
segnalare: la comunicazione passa così dall'interno all'esterno
della vettura.
Altro esempio di rilettura stilistica è rappresentata dalla famosa
capote di tela di alcune supercompatte del passato che, in questo
caso, viene interpretata con uno sky-dome. Posto in continuità con
il parabrezza, il vetro di grandi dimensioni offre una lettura
lineare e luminosa del padiglione, mettendo in risalto le due arcate
dei montanti.
Posteriormente è riproposto il concetto di portellone, con la soglia
più alta, che integra il lunotto e lo spoiler del tetto. La
soluzione adottata si dimostra molto pratica per le operazioni di
carico e scarico degli oggetti di tutti i giorni. Grazie alla
caratteristica configurazione "3+1",che prevede l'avanzamento molto
in avanti del sedile del passeggero anteriore, quasi "inghiottito"
dalla plancia. Quest'ultima, infatti, si sgonfia - attraverso un
procedimento di trasformazione - e lascia lo spazio necessario alle
gambe di entrambi gli occupanti il lato destro. |