(WELCOME IN ROME) MANIERINO KILL

 

-‘Sera.

-Buonasera, Mr.Kill. Come ha fatto a rintracciarmi?

-Un nostro comune amico: Roy “Chip” Keynes.

-Amico? Io non lo conosco personalmente.

-Lui è molto informato: sa che lei scrive dei racconti su di noi- pausa -Perché non si fa i cazzi suoi?

-Lei parla molto bene italiano!

-Venga, mettiamoci a sedere in un bar. Ho voglia d’un caffè lungo e di pancakes coi mirtilli.

-Temo che non li servano…

-Mmmrr!- un breve ruggito –Non vedo l’ora di andarmene dall’Italia! Lei cosa prende?

-Un pastis.

-Al diavolo lei e le sue manie parigine, direbbe Buck Mulligan!

-Accidenti, una citazione da Joyce, complimenti!

-Accidenti, una citazione da Joyce!- M.K. canzonatorio –Pensava, forse, che i killer fossero idioti completi?

 Lei è proprio irritante, quasi quasi le sparo!

-Ma lei gira sempre armato?

-Certo, è qui, nella valigetta. C’è la polizia di mezzo mondo che mi rincorre, oltre ad alcuni idioti, parenti di

 gente che ho ammazzato e che aspirano a ricostituire l’unità familiare all’Inferno…provvederò a

 soddisfarli…Perché scrive racconti su di me? Cosa cazzo ne sa della vita di un killer? E, soprattutto, cosa

 ne sa di baseball? Ha mai visto una partita?- M.K. come un pugile esperto cerca il varco nella guardia dell’avversario.

-Sì, certo, si gioca a baseball anche in Italia!

-Lo sapevo, non ha mai visto una partita!- M.K. piazza l’uppercut. -Io non ho altro tempo da perdere con lei,

 devo lavorare…A proposito, le consiglio di non transitare sotto la finestra del mio albergo

 contemporaneamente al mio bersaglio, io non sbaglio mai, però non è detto…soprattutto nel suo caso.

-Arrivederci, però, prima, se vuole, questi sono i racconti…

-Merci, mon cher, au revoir…ecco 30 dollari per il conto.

-Sono troppi, davvero…

M.K. non ascolta, si allontana, con la mano sinistra regge la sua valigetta, con la destra accartoccia stizzito i fogli in A4.