ESSERE JOHN MALKOVICH

 

Personaggi ed interpreti: Rory McLaughlin, Rossmann & Lefevre, Nakonluangg Kiatwanchai, John Malkovich, Robert Redford, Anthony LaPaglia, Mr. Owen, Mr. Forsythe, George Elvis Giacomelli, tutti i colleghi di Rory

 

Al primo giorno di lavoro, come al solito, Rory Mclaughlin, si presentò molto in “tiro”, sapeva che la prima impressione che avrebbero avuto di lui sarebbe stata molto importante, aveva fatto anche un po’ di conti e aveva realizzato che in quell’ufficio avrebbe guadagnato circa il triplo di quanto percepiva nel precedente lavoro.

Ciò un po’ lo preoccupava anche, chissà che razza di lavoro lo aspettava?

I dubbi si fecero più pressanti quando entrò alla Rossmann & Lefevre, i soffitti erano alti appena un metro e cinquanta, gli parve molto strano, però quando incontrò il signor Kiatwanchai, un tailandese responsabile del personale, lui gli parve molto accomodante.

-Buongiorno- lo salutò –Io sono il suo diretto superiore, Mr. Kiatwanchai, ma può chiamarmi pure Nakonluang. Lei dev’essere il nuovo assunto, bene, il suo ufficio è in fondo al corridoio, troverà lì tutto quello che le serve, buon lavoro e non si affatichi troppo, ogni due ore di lavoro c’è la pausa conviviale, lei sa giocare a bridge?-

Il lavoro era una vera pacchia, c’era da riempire dei moduli con dati i più vari, tipo film preferiti, attori, imbustare tutto e via discorrendo, solo un problema, Rory non ricordava assolutamente chi diavolo fosse John Malkovich; altri uffici si occupavano di fumetti, musica, pornostars e così via.

Ogni tanto il signor Kiatwanchai si affacciava sulla porta e chiedeva: -Come va il sondaggio “Essere John Malkovich”?-

-Mmmh, va meglio persino Robert Redford…-

-Mi dispiace per Malkovich, è un ottimo attore…-

Sembrava quasi incredibile, nei lavori precedenti Rory si era trovato a dover smaltire pratiche arretrate di anni, tutto da solo, oppure sottostare ad orari interminabili od a soddisfare richieste non esattamente professionali come imbiancare case o assoggettarsi alle pulsioni lubriche dei superiori.

Durante i primi quindici giorni tutto ciò gli parve come un sogno, finché una mattina mentre era intento a catalogare dati sul gradimento popolare di Anthony LaPaglia, improvvisamente, esplodono degli spari nel corridoio durante la pausa bridge, Rory accorre subito, la scena che si ritrova davanti agli occhi è agghiacciante: Owen, dell’ufficio fumetti colpito mortalmente rantolava accanto al distributore di bibite, Mr. Kiatwanchai invece colpito ad una gamba s’era accasciato di fianco sulla sedia.

-Ma cos’è successo? Chi è stato?-

-Un pazzo con un soprabito nero ed un cappellaccio, è stato velocissimo, non siamo riusciti a fermarlo.-

Mesi dopo, ormai tutto era più o meno dimenticato, qualcuno ne aveva un vago sentore ma era un ricordo talmente vago come un sogno, o un film che pare d’aver visto o un fumetto, il tizio in nero ricompare e dirige deciso verso l’ufficio di Rory, spalanca la porta ed esplode alcuni colpi, poi fugge, Rory grida aiuto, accorrono i colleghi: -Cos’è successo? Sei ferito?- -Un pazzo, sembrava il personaggio d’un film, mi ha sparato, mi ha colpito, portatemi in ospedale.-

La ferita era poco più d’un graffio, il giorno successivo Rory era di nuovo a lavoro, e, stavolta lo sparatore non fa passare tanto tempo e si ripresenta subito apre la porta dell’ufficio di Rory che comincia ad urlare: -Aiuto! Aiuto!- e si butta da un lato.

Tre, quattro colpi mandano all’aria pezzi di scrivania, fogli, abat-jour e computer, ma nessuno va a segno.

Il nero, al solito, fugge indisturbato, quindi nei corridoi della Rossmann & Lefevre inizia un’animata discussione, con Kiatwanchai a fare un po’ da moderatore: -Non si può permettere che un pazzo entri qua dentro due volte di seguito e spari agli impiegati.- -È inammissibile!- -La sorveglianza dev’essere raddoppiata…- -Macché raddoppiata, triplicata!-

Altri sussurravano tra loro che, però, se aveva sparato per due volte a McLaughlin un motivo ci doveva essere, chissà, gelosia di un marito tradito, oppure, chissà, debiti di gioco o altri motivi, ben più gravi: contrabbando, spaccio di droga, inquinamento di prove, spionaggio.

Qualcuno pensò: -Che strano, è incredibile, sembra un film…-

Il nero sparì per un lungo periodo, come la prima volta, nessuno si ricordava più di lui oppure pensavano ad un fumetto, un personaggio del cinema, un romanzo, soltanto d’una cosa erano sicuri, quasi tutti, non si trattava senz’altro d’una attrice porno.

Ed eccolo, quindi, di nuovo, bussa ed entra nell’ufficio di Rory: -Salve, non so se si ricorda di me, sono Forsythe, dell’ufficio antitrust…-

-No, mi dispiace, non ricordo…-

-Strano, le ho sparato un paio di volte…-

-Cristo, il “nero”!- Rory comincia ad urlare: -Aiuto!aiuto!-

-No, non si agiti sono in pensione, oramai. Forse è meglio se le spiego: vede questa ditta qua che dà lavoro così, non so, ben retribuito e, mi permetta, sostanzialmente inutile e poco faticoso, quasi divertente, beh, è pericolosa, sì, pericolosa perché, capisce, si innescano dei processi a catena e poi che ne so? L’economia…il progresso…il profitto…-

-Mi scusi, ma…due volte a me?-

-Ha ragione, ma sa? Ho sbagliato porta, trentadue anni di onorata carriera, può succedere. Onestamente, quando si arriva in fondo, si tralascia la qualità del lavoro e si conta soltanto, giorno per giorno, quanto manca alla data fatidica. Ad ogni modo le devo fare i complimenti, non era successo mai che qualcuno sopravvivesse a due dei miei attentati. Mi scuso, ma adesso la devo proprio salutare, parto insieme a mia moglie per la florida, il “buen retiro” di tutti noi vecchietti…-

Forsythe porta il suo sorriso sereno appena fuori dall’ufficio di Rory che, fffooom, una fiammata di kalshnikov lo spalma sul muro accanto al solito distributore di bibite, Rory si precipita nel corridoio, c’è un altro tizio in nero.

-non si preoccupi, è una semplice formalità. Sa, adempimenti burocratici, disbrigo pratiche. Permette che mi presenti? Sono Giacomelli, George Elvis Giacomelli dell’ufficio pensioni…-