Sottratto alla propria abitazione il piccolo Mortimer (?) Morinini La tata con la faccia sbattuta di muro, con le vesti intrise d’urina e di grida: -Troia! Troia! La camera del bimbo: -Muoviti stronzetto!- -Mamma ha detto di non uscire- -Ti rapo a zero, muoviti!- Mucchio esagonale di capelli permane presso il letto
Recapitato messaggio: “Datemi due Vaffanculo l’ammazzo
Firmato:
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Rinvenute due giovani cittadine inglesi in stato catatonico estatico Legate insieme per i capelli ed appoggiate ad un muro, imbrattate di sperma
Una recava sui seni (notevoli) la scritta: ” L’altra no, ma le piaceva Tutt’attorno trovati mozziconi di MS fumati anche il filtro, una Philip Morris ultralight con sopra urlato: -Fuck me (Fottimi), sbusurro!-
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Dissequestrata sorella Pichichi, ordine Santa Intereccion Ses de la manana, ‘rcoddue Buttata di lividi di chiappa, giù di macchina 30 Km/h. circa, di bocca opima di sperma e sussurri: -Sborra, si dice sborra- Di mistiche visioni, madonne, madonnine, Madonie, normale bollita di rosari Approssimative indagini rivelano non segni premonitori, precognitivi: tarocchi, palle di vetro, fondi di caffè, fegato d’oca, paté Non nessuno ha scorto macchina gialla con adesivo sfuggente: -November Delta have been here!-
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Stadio Comunale Santo…e Johnny(?), Ike & Tina Calciata come pallone sgonfio piccola M.ina jr. L.D. in campo per destinazioneErba reclinata come di urla: - Aiuto! Aiuto! Help me! Ticket to ride!- Risultante cannoniere serata: Nofroni (non so perché l’ho scritto) November Delta (tripletta: zigomi, mandibola, occipite fratture) Pioggia leggera, illuminazione insufficiente, arbitraggio pessimo Segnato d’indifferenza l’adiacente PalaGentleGiant
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Di cacca statua imbrattata Di puzza senziente stagnante schifa Che ridendo: -E se i piccioni? perché no io, perché?- Perché? perché che? Di merda merdosa zozza schifosa Di sborra di bocca la statua semiaperta (la bocca) Di baci in fronte: -Godi maiala…un po’ diaccina…- A priori, diciamo, scartata l’ipotesi A priori, diciamo, November Delta Gli inquirenti indagano, ma poco, perseguono, un po’ così
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A galleria e quadri sfasciati bruciati A fumo e vetri rotti Brucia per odio, brucia baby burn
nelle piccole storie nelle vite spezzate ricucite alla cazzo In cerca di incasso serata movimentata affollata E invece artista+gallerista dicono: non c’è ma non credo che venga io non so se verrà Così allora November Delta: io sfascio tutto io brucio Boomerang primitivi tornano incontrollabiliE allora? Spengi quella radio, no? tempo disprezzato baby tempo destab…
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Di sogno di November Delta racconto Che lui sta in treno addosso c’ha la divisa Che forse che è maggiore, forse Solo che in caserma c’è un tizio che urla più forte, che forse che è colonnello, forse Lui che è pendolare che mangia il panino con mozzarella e pomodoro e origano (sale e olio) E che quando trova il seme lo schiaccia coi denti che esce il ricciolino bianco Che, sicuramente, pensa, il colonnello non riesce di fare ‘st’operazione così complicata precisa chirurgica Senz’altro no Che poi qualcuno sveglia November Delta e dice: -Che tiene biglietto? Che tiene?- Lui che scatta e che: -Signor colonnello! Signor colonnello! Colonnello!- -Ma colonnello…che colonnello?- e ridi, ridi, ridi, ridi Allora il fetente si incazza di ridi, ridi, ridi, ridi e così si incazza e lo pesta
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Buonasera di sera di 7 Settembre Tempo di previsioni così così Piova su tutti li litorali li monti li centri urbani inurbati inurbani le comunità montagne ecc. ecc. Vento di mare te porta le nuvole per le acque piove Quindi statevi alla casa co’ il libro che ti compri dei giorni piovi Se poi di voi volete anda’ a li funghi so’ cacchi vostri, io vi dico Se poi vi prende la piova no che poi dite maledizioni di quello che vi fa le previsioni e le rime pure Se poi te pigli l’influenza so’ cacchi tui e non è che quello che dice le previsioni te fa la camomilla E inoltre se non li trovi li funghi e che, magari, te sparisce la macchina tua te incacchi
E
che però ce trovi scritto un biglietto: merci very grazie,
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Ego te absolvo in nomine Patris et Filii et Spiritu Sancto ego te absolvo puro si riducisti una mmerda la sancta reliquaie de lo sanctissimo Gemione ego te absolvo de tua violenta condutta contro lo svent(u)rato Giggi custode te absolvo anco por lo imbrattaggio de li afreschi settecento datati et rovinati irrimediabilissimamente te absolvo obtorto collo de le minzioni sopra lo sancto altare e li paramenti ivi riposti et anco por lo foco attizzato a cagione de li benedetti ceri que spargisti et lo incenso te sniffasti et puro li argentei aspersori traisti teco ma, cazzo, furfante inve(r)te(b)rato, lo scritto indelebile de rossa tinta su la alba statua de Maria VirgoSancta:
-Lo prete parla paro paro como lo duce Brancalione da Norcia,
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Che la sera ci vò al ciesseà, che mi ci danno la droga addirittura perfino intelligente che poi che al confronto, mi dice, lo scemo sono io che poi che ci vuole la fortuna che ci vuole che trovo la maialona e così che l’altro giorno che trovo la maiala zozza vampira che davvero…sì, oh, davvero!…mi si ciuccia tutto che non ci stavo più in piedi che poi è arrivata la polizia e se faceva le domande e che, io che non so niente, che muto io rispondevo: -Oh, eh? Che?- Che lei m’ha pure dato un morso al collo e s’è succhiata e dopo istantaneamente s’è sparita e si puzzava di zolfo io, però, so’ rimasto lì col carboncino in mano che ci dovevo scrivere “November Delta” sulla chiappa
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-Ce l’hanno ritruvata ‘a Vorvo a lu patrone, però stava totta azzeccatta de mmerda, che lu figlio suo se l’era presa pe’ ffa’ lu puerco co’ li amichetti sui e cu’ le zonzette sdebosciatelle, che ‘nvece stu cujune se la s’è fatta arrobba che lu papà suo se ‘ncarugni’ che lo fette sta’ nu mese che nun lo mannava ppiù a lu circolo de li ggiovani segaioli scostumati inverosimilmente abboffati de sordi. Che ce l’hanno truvato puro nu messaggio che ce diceva: “Che me despiace che la macchina tua sta azzeccata de mmerda, ma che ‘n ce volevo fa’ u puerco caa ‘a zozza puerca che pperò ce stavo a sfonna u culo che se semo inzeccati che nun se puteva ppiù stricasse, che tira, spigni e spigni e tira, nun ze la fazzo, ‘ccamonica, e che, tuttunbbotto, ppaà, se sbattimo l’uno de qqua (iio) l’antra dellà, macchepperò gnà fatto come ‘n’effetto nde votosottoscpinto (come s’adda di’?) che la puerca s’ha sbruffato tutto (iio puro) de mmerda dimo, s’ha messa a rite, puro, ‘sta scema. Embé, iio taa riporto ma da puli’ gnò voglia, ahò pazièntate. Firmate: Nofr…no, cacchio, November…zioprevete la puzza!…Delta” ‘O patrone si creteva che gna lavarei iio, gn’ho detto: -Falla lava’ a quoo puerco scimunito de lu figliolu tuo.-
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Salve! Sono Vibony, wow, la negra bianca che face l’ammore! Wow! So’ Vibony con le tette tette! Tin! Wow! che te piaciono di fare lo superpuerco, lo superco, lo spuerco… Wow! sono Vibony la negra bianca con le tette Tin! che se ‘mbroglia, s’arrovoglia, se agglutina, se ‘mpappina pur’a ddi’ “pompino”. Wow! Yeah! So’ Vibbony, la negra bianca con le tette Tin! che te butto ‘n faccia pe’ ffa’ come ‘na mattanza esclusiva de tette. So’ Vibbony Wow! la negra bianca…beh, se sa, recordman, pardon, uomèn, de sesso in condizioni estreme: sesso ‘n artura, sesso e uinserf, scopate bangigiampi, Vibbony cappa e scopa, scopa sotto scacco, trompa ‘mbriaca, scopa lo manage puro si mentre legge la quotazione de bborza, scopa all’aereo che te stanno a dirotta’, chiava a lu conziglio cumunale. Vibony! Wow! Yeah! La negra…’nzomma quello…che arappa, con le tette tette Tin! te zompa… Wow! Vibbony! Wow! Che robba! -Ouh, cazz’è? Ci è? Ah, Vibbony, cella zuoccola! Si ce la trovo ce scriverei “November Delta” sulle tette tette Tin!-
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Ma ‘scte puesie de Nuvember Delta (manco lu so si se po’ ddi’ puesie) nun ce sta ‘r messaggio, nu messaggio ppositivo, nu messaggio… la ggente vo’ ‘l messaggio sinnò nun ze capisce ‘L messaggio? Ma si sso sctorie? Mica secreterie telefonighe Noe, ci vole ‘r messaggio ci vole, sinnò… ci vole ‘r messaggio ci vole… ci vole ‘r messaggio ci vole… ci vole ‘r messaggio ci vole… ci vole ‘r messaggio ci vole… …Mbeh, vedemo… “Cara Lugia, si quanto te torni a casa teni fame, sta ‘n forno ‘r dolce mezzo cotto, ‘cendi ‘r forno, mezza fiamma, fa scta ‘na mezz’ora, de dentro alla menzola, seconto scportello sta ‘na bottijia de sitro.” Ciammore, se vedemo quanto ce torno” None! ‘R messaggio positivo. ‘R messaggio de speranza. D’ammore…GGisucristo! L’ammore! “P.S. quanto te torno te scbatto como all’ovo scbattuto” Te va bbene? Sì cuntent? Te sì cuntentat?
Il treno (di November Delta)
Il treno, ah, il treno, dove si incrociano le storie, le esistenze si toccano, si intersecano come rette convergenti per un attimo solo e si separano di nuovo allontanandosi all’infinito. Il treno vive, è vivo, porta la vita, la trasmette. Come vene le ferrovie trasportano il sangue, la linfa vitale di tutto il mondo: i pendolari, gli studenti, gli operai, insegnanti, impiegati… Il treno è un mezzo d’uso promiscuo, dove si mescola la gente, dove si sbircia per attimi l’altrui vita, e le tette della tipa che si piega per prendere i bagagli. Il treno. Il treno, però, non è una macchina perfetta, no, proprio no. Come tutte quante le macchine costruite dall’uomo non restituisce in quantità di lavoro svolto la stessa quantità di energia impiegata. Lo dice Paolo. Come chi? Paolo. L’unica macchina perfetta, dice Paolo, è il trasformatore, non c’è attrito, non c’è resistenza, perfetto! Lo dice Paolo. Chi se ne frega? Eh, già. Chi se ne frega e invece no. E quando sto sdraiato che mi prendo l’uccello in mano, senza muovermi che sembra che mi faccio una sega e che tutti si scandalizzano e dicono: “uuuh”, invece sfrutto la vibrazione, il sobbalzare, l’inerzia. Non mi sto facendo una pippa, beh, tecnicamente sì, però riciclo, riutilizzo, ottimizzo, reindirizzo, capito? Ah, l’economia, la nuova economia, l’economia, nuova.
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