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Quelle famiglie così "NORMALI" Negli ultimi fattacci accaduti tra adolescenti, quello che più mi colpisce è la cosiddetta normalità delle famiglie nelle quali i protagonisti hanno vissuto l'infanzia. E' vero che sempre primeggia un capo branco, ma è la fragilità dei coetanei che stanno attorno a preoccuparmi.
La delinquenza sta invadendo paurosamente le nostre case, affette più da assenze egoistiche che da presenze criminali. Pare che un'educazione viziata, vuota di impegni, di ideali, di regole, di "no" intelligenti, ma invece farcita di capricci e debole con rapporti con i genitori, sia alla radice dei fenomeni. Ci sono troppe famiglia di mamme e papà separate fisicamente o divisi dietro la facciata di una coabitazione ipocrita, in bellissime case albergo che mi fanno rimpiangere i vecchi casolari dei nostri genitori, quasi analfabeti in fatto di scuola, ma ricchissimi di tenerezze, di consigli caldi e autorevoli. Dobbiamo ritornare ancora una volta a domandarci perché tanti matrimoni naufragano così in fretta e perché tra le prime vittime della tempesta debbano esserci sempre i figli. Dal mio angolo torno a dire che non si allevano i "piccoli" come i polli in batteria . Non basta la cameretta singola, la palestra fisioterapeutica, l'inglese con l'insegnate madrelingua. Non bastano nemmeno i sospiri e i pianti di una madre che si appoggia al figlio perché "orfana" delle attenzioni del marito. A fare famiglia sono lo spessore dei rapporti, la paziente attenzione che sappia seminare gesti e abitudini propedeutiche, il senso del dovere, la compattezza dei genitori nel testimoniare insieme che la vita non è una puntata televisiva o il teatrino dei capricci. L'adolescenza può essere esplosione benefica o tempesta dirompente. Molto dipende dalle sponde che noi adulti abbiamo alzato insieme ai ragazzi nei loro primi anni e da quanto queste sponde riescano a contenere amorosamente l'impeto a volte misterioso dello sviluppo. |