|
SE IL DIARIO E' L'UNICO AMICO E' nato un interesante dibbattito, in seguito alla sentenza di un giudice che dava ragione ad un padre che, molto preoccupato per la condotta del figlio minorenne, è corso, senza farsi troppi scrupoli, a sfogliare il suo diario. Sono per il rispetto della privacy e per il diritto a proteggere spazi di intimità e di riservatezza. Però mi metto, anche, nei panni del padre in questione. Vi sono momenti nei quali, noi grandi, abbiamo il dovere di scegliere tra una norma di galateo e il rischio di perdere un figlio o un ragazzo che, travolto da fasi delicate della sua esistenza, sembra naufragare, incapace per fino di lanciare un S.O.S.
Otto anni fa, ho inventato anch'io un diario scolastico. L'ho intitolato Tremenda. Avevo capito che troppi ragazzi si stavano isolando, tagliando drasticamente ogni via di comunicazione con glia adulti. Rimaneva la voglia di scrivere e di sfogasi con quel piccolo arnese che oggi sembra rimanere l'unico amico, il confidente e l'altro canale, dopo la televisione, al quale consegnare le proprie turbolenze. Ho salvato due sedicenni, tempo fa, da un probabile suicidio, perché le due fidanzatine l'avevano intuito, attraverso i messaggi sul diario, qualcosa che non andava……… Sono contento che sia caduto in questo tranello, un padre. Fino a ieri erano le madri ad agitarsi, a curiosare, a sbirciare. Ma perché aspettare la rivelazione dei diari? Possibile che non si trovino modi e tempi nei quali esprimere, con sincerità e trasparenza, i dubbi e le forti perplessità di un padre verso la condotta del proprio figlio adolescente? |