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Fiabe e leggende

 

En toc dla pahtòcci "Lo cinghial dla mahca"

Un brano della fiaba "Il cinghiale della strega"

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Nò, nò, proppi nò! Al behtion mahché a pensar da doei lavasse o li venivet da piorar! E aleuira con na corsa o ruet al prariond entant che lo cin o se nan taiet e o se buttet a baolar.

A sentìer logram fia e lo fòrt baolar del cin, le feie hpaventaie i se trant da tute le bande, e lo fioler o at son da fare a portale via dal pra pla medemma vì da dareui chi eront rua. Mahchè lo cin o hercavet da tenier lògn Fiairòggni e puhtilo en ten cianton, ma lo cinghial aleret paré fòrt che gnanca die cin i posònt fermalo. Lo cin del fioler o reuseit a salvasse pasando deint a en béiro sòt a na palèvra, en béiro co surtive da n’aotò cianton, e Fiairòggni aoe so trait a n’aria tòt a tòr al trò grò per pasar. Ròs da la rabbi lo cinghial doant da retornar a la barma o pisset en tel béiro, creiando che lo cin o fusset encò dedint.

La vòrp i reussivet gneunt a farsene na razon.

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No, no, proprio no! Al bestione, al solo pensiero di doversi lavare, veniva da piangere! E allora con una corsa arriva a prato rotondo, mentre il cane se ne accorge e si mette ad abbaiare.

Le pecore, sentendo una gran puzza e il furioso abbaiare del cane, si lanciano spaventate da tutte le parti, mentre il pastore fatica a riportarle via dallo stesso sentiero da cui erano arrivate. Solo il cane cercava di tenere lontano Puzzone e spingerlo in un angolo, ma il cinghiale era così forte che nemmeno dieci cani sarebbero riusciti a fermarlo. Il cane del pastore riesce a salvarsi infilandosi in una buca sotto ad un grosso masso, una buca che permetteva di uscire da un’altra parte, e Puzzone anche se butta all’aria tutto intorno è comunque troppo grosso per infilarsi nella buca. Rosso dalla rabbia il cinghiale prima di ritornare all’antro fa la pipì nella buca, credendo che il cane fosse ancora dentro.

La volpe non riusciva a farsene una ragione.

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