<<Il signore ha altri
ordini?>>
<<No, Baptiste, puoi
andare, finirò da solo>>
<<Bene signore>>
Quando il maggiordomo si fu
ritirato, Jean Paul si osservò allo specchio con aria critica.
Un abito nero di velluto, lo
jabeau rosso rovesciato sul petto, il cameo dorato che risaltava sotto
il mento, reso pallido dalla cipria. Mancavano
solo la maschera e il cappello a tricorno.
Si spalmò ancora un
poco di cipria sulla fronte e si dipinse un neo sulla guancia.
Il risultato finale lo soddisfò.
Prese il mantello nero e si
chiuse la porta della camera alle sue spalle.
Era la sera del ballo presso
la residenza di Madame Elizabeth.
<<Se il signore è
pronto, la carrozza lo attende>>
<<Bene, buonanotte>>
disse il padrone di casa uscendo in cortile.
Si accomodò sul sedile
vellutato della sua carrozza e diede ordine al cocchiere di partire.
Mentre procedeva verso Versailles,
Jean Paul frugò nella tasca del mantello per assicurarsi che non
avesse dimenticato nulla.
Trovò quello che cercava.
Estrasse la bottiglietta con
il liquido che Cagliostro gli aveva dato e la osservò con aria pensierosa;
la rigirò fra le mani, …poche gocce nel vino…e…, ma nel suo
intimo c’era qualcosa che lo rendeva titubante.
Ripensò allora ad una
settimana prima, quando lei gli si era presentata a casa…e alla sera che
l’aveva vista tra le braccia di quell’uomo….
Voleva a tutti i costi convincersi
che quello che voleva fare era giusto.
Voleva dare una lezione a quella
donna così altera e superba, farle capire che lei era solo una donna
e che soprattutto non poteva prendersi gioco di uno come lui.
Rimise la boccetta nel mantello,
nel frattempo era arrivato a destinazione.
Il salone era gremito di gente.
Un vociare quasi assordante.
Mille volti ignoti che scrutavano
altri volti mascherati, per provare ad indovinare chi si nascondeva dietro
la maschera.
Che ipocriti!
Tutti riconoscevano tutti,
ma facevano finta di nulla, era un buon pretesto per parlare male gli uni
degli altri.
Si mischiò alla gente.
Molti sguardi ammirati di fanciulle
mascherate si rivolsero verso di lui.
Era indubbiamente un bell’uomo
e l’abbigliamento che aveva scelto faceva risaltare ancora di più
il suo aspetto.
Jean Paul odiava la parrucca
e non la indossava mai, ma quella sera aveva optato per portarla.
Il colore cinerino dei capelli
finti e il nero del suo abito creavano un effetto quasi surreale.
Il bianco della cipria sul
suo viso e lo jabeau rosso risaltavano il colore purpureo delle sue labbra.
Poco rossetto, il minimo indispensabile.
All’improvviso, come rispondendo
ad un muto richiamo, si voltò e il suo sguardo andò a incrociare
quello di lei.
Alta uniforme di gala, bianca
come la neve.
Oscar Francois de Jarjayes
quella sera era di una bellezza sconvolgente.
Non aveva la maschera, non
ne aveva bisogno, ma anche se l’avesse avuta, lui l’avrebbe riconosciuta
immediatamente.
Era appoggiata al muro, a pochi
passi da lui.
<<Siete elegantissima,
Madamigella Oscar>>
Lei si voltò, come se
quelle parole la riportassero indietro dai suoi pensieri alla realtà.
Lo osservò per una frazione
di secondo, cercando di mettere a fuoco quegli occhi che la osservavano
da dietro la maschera.
Capì immediatamente
chi era il suo interlocutore, benchè costui celasse il viso dietro
una maschera nera.
<<Buonasera monsieur>>.
Tono freddo ma inaspettatamente cordiale.
<<Non avrei mai pensato
di potervi vedere un giorno in alta uniforme, madamigella, - continuò
Jean Paul - ne sono piacevolmente sorpreso>>
<<Conte de Prés,
molte fanciulle farebbero a gara per rimanere a parlare con voi solo per
qualche minuto….e perdete il vostro tempo con me?>> sorrideva mentre pronunciava
questa frase…
Jean Paul non poteva crederci.
Era la prima volta che si rivolgeva
a lui col sorriso sulle labbra.
La osservò e sembrava
sincera, non fingeva.
Questo piccolo fuori programma
gli riempì il cuore di gioia, sembrava tornato ragazzino quando
il più piccolo complimento, lo rendeva felice.
<<Oscar, voi siete la
ragione per cui questa sera mi trovo qui... - si arrischiò, sperando
di non infastidirla troppo - devo dire che il sorriso vi dona..dovreste
sorridere più spesso sapete…>>
Lei abbassò gli occhi,
come se fosse preda di qualche emozione.
<<Ma non voglio importunarvi
- continuò lui - anzi, vi chiedo cortesemente di perdonare
tutto il mio ardore di questi giorni…prometto che….prometto che non vi
infastidirò più>>
Sembrava sincero.
Per una volta - pensò
Oscar - i suoi occhi non tradiscono secondi fini.
<<A cosa devo questa
decisione, conte?>>
<<Mi sono semplicemente
accorto di aver esagerato con voi. Riconosco che il mio comportamento è
stato al limite della vostra sopportazione, sono stato quanto mai maleducato
e vi porto troppo rispetto per continuare a darvi fastidio.>>
Ma lei pareva non ascoltarlo,
come se avesse altri pensieri.
<<Mi posso permettere
di chiedervi se qualcosa vi turba, Oscar? Non mi sembrate dell’umore solito..>>
Oscar non era avvezza a confidarsi,
meno che meno con la persona che aveva davanti.
<<Conte de Prés…-
sembrava imbarazzata - lasciamo stare, ve ne prego…>>
Si allontanò da lui.
Questa sera sembrate un’altra
persona, Oscar, dov’è finito il militare imperturbabile? Siete fragile
anche voi, come le altre donne, no, forse lo siete di più perché
non ve ne rendete conto.
Sarebbe facile adesso potervi
fare del male, sarebbe facile obbligarvi a fare qualcosa che non volete
fare….
Ma io non lo farò.
No.
Non lo farò, perché
vi porto troppo rispetto, perché vi amo.
La osservò mentre si
dirigeva verso la terrazza del palazzo.
La seguì piano, senza
farsi notare.
Lei appoggiò le mani
sul parapetto e fissò un punto nel buio.
La brezza della notte giocava
con i suoi capelli e sembrava quasi lenire le sue sofferenze.
Doveva subire dei profondi
travagli interiori, pensò Jean Paul, non doveva essere assolutamente
facile per lei capire esattamente cosa voleva fare della sua vita.
Donna/uomo/donna.
E lui, con il suo comportamento
aveva ulteriormente aggravato il suo tormento.
Era stato egoista, ora se ne
rendeva conto, aveva pensato solo ed esclusivamente al suo piacere personale.
Jean Paul si voltò e
uscì dalla sala.
Si ritrovò fuori, nel
parco di Versailles a camminare lungo il Grand Canal.
Estrasse dalla tasca la bottiglietta
e la strinse nel palmo della mano, aveva preso la sua decisione.
Questa non mi serve più.
Con un lungo lancio, la gettò
nel lago e questo gesto gli procurò sollievo.
Gli tornarono alla mente le
parole di Cagliostro “l’amore non si può comperare”.
In fondo ci aveva sempre creduto
anche lui…
Quando si voltò per
tornare alla reggia, lei era ancora nella stessa posizione di quando l'aveva
lasciata: appoggiata allo stesso balcone.
Senza che lei lo vedesse, lui
la salutò con la mano, e le inviò un bacio con le dita.
Addio, amor mio. Partirò
perché è troppo doloroso vivervi accanto senza potervi toccare.
Ma grazie a voi ho imparato qualcosa di importante e di questo non so veramente
come potervi ringraziare.
La prima, vera decisione della
sua vita, l’aveva presa in quel momento.
EPILOGO
Una mattina di qualche mese
dopo, Oscar si avviava come di consueto alla caserma della guardia reale.
Passò sotto il porticato
della piazza d’armi e scorse una figura sull’attenti.
Sicura si trattasse del Conte
de Prés, quasi ne fu tranquillizzata perché era già
da qualche mese che nessuno lo vedeva più in giro e le chiacchiere
cominciavano a prendere piede.
Era pronta a dargli il solito
saluto ma quando fu abbastanza vicina, si accorse che invece si trattava
di Girodel.
Del conte Jean Paul de Prés
non se ne seppe più nulla per qualche tempo.
Si venne successivamente a
conoscenza che egli aveva raggiunto suo padre a Napoli, si era sposato
con una nobildonna italiana e aveva ereditato la carica di ambasciatore,
alla morte del genitore.
Il conte Jean Paul de Prés,
da allora, era stato pressoché dimenticato dall’intera corte.
Anni dopo, alcuni ambasciatori
provenienti dall’Italia, portarono notizie secondo le quali Cagliostro,
il noto "ciarlatano" che aveva fatto parlare di se' per molto tempo in
Francia, e che era stato coinvolto nello scandalo della collana, era stato
rinchiuso nella fortezza papale di San Leo, nelle Marche (1)
, assieme a Serafina, sua moglie, con l'accusa per entrambi di eresia e
di aver cospirato contro lo Stato della Chiesa e il potere temporale.
Assieme a loro fu arrestato
anche il Jean Paul de Prés, accusato anch’egli degli stessi crimini
e privato di tutti i suoi averi e del suo titolo. Da quel momento, alla
corte di Versailles, il nome dei de Prés fu nuovamente sulla
bocca dei pettogoli, finchè ricadde nel dimenticatoio dopo che si
seppe che Jean Paul morì in prigione per sfinimenti, qualche anno
dopo Cagliostro.
Fine
(1) Questo
è vero. Si veda, per ulteriori informazioni in proposito, la sezione
su questo sito, dedicata a Cagliostro.
Alex