<<Signore, posso fare
ancora qualcosa per voi?>>
Jean Paul stava ancora guardando
fuori dalla finestra. Per tutta la sera non aveva fatto altro, da quando
l’aveva seguita con lo sguardo salire a cavallo, da quando le aveva sentito
pronunciare quelle parole.
«Andiamo, Andrè,
questo posto mi da la nausea»...
Anche se faceva fatica ad ammetterlo,
l’aveva ferito.
Ma non nell’orgoglio, non nel
suo amor proprio; l’aveva ferito...nei suoi sentimenti.
Si era chiesto mille volte
se fosse veramente innamorato di quella donna, oppure se il suo accanimento
nel volerla possedere fosse dettato solo dal fatto che lei non ne voleva
sapere, ed era peraltro la prima volta che gli succedeva.
Generalmente era lui che faceva
fatica a scrollarsi di dosso le donne...ma per tutti c’era una prima volta.
<<No, grazie Baptiste,
puoi ritirarti>>
<<Come il signore ordina.
Buonanotte signore>>
<<Buonanotte Baptiste,
almeno per te...>>
Che fare? Rivolgersi alla «magia»
di Cagliostro? Lasciar perdere? Eppure...in un modo o nell’altro sentiva
che sarebbe stato infelice.
Cosa scegliere? La sua infelicità
oppure quella della donna che «amava»?
Ma se sceglieva l’aiuto di
Cagliostro, non era mica detto che Oscar sarebbe stata infelice...magari...anche
a lei sarebbe piaciuto...
Sbuffando, si avviò
verso le scale.
Avrebbe rimuginato tutta la
notte, questo lo sapeva, per cui non ne aveva proprio voglia di andare
a letto.
Arrivato nella stanza, prese
la giacca e uscì. Sellò il cavallo alla bell'e meglio e si
diresse verso Parigi.
Voleva solo bere, bere e rimanere
solo, magari davanti a un buon boccale di vino una soluzione giusta l’avrebbe
trovata...e chissà, magari avrebbe trovato anche compagnia...
La Bonne Table, che nome
invitante...
Non appena entrato vide, anche
con un po’ stupore, che a quell’ora non era l’unico avventore.
Il posto era frequentato da
un sacco di persone: provò a guardarsi attorno e vide alcuni soldati
della guardia che facevano baccano in un angolo del locale, ubriachi fradici.
Dall’altra parte poi c’erano altre persone che parlottavano sottovoce,
quasi temessero di essere scoperti.
Ovviamente Jean Paul non era
stupido e l’abbigliamento che aveva scelto non lasciava assolutamente pensare
che fosse un nobile, altrimenti guai a lui.
Si avvicinò al bancone
e ordinò del vino. Si girò, col boccale in mano e per poco
non gli cadde: seduta ad un tavolo, non lontano da lui c’era Oscar e quel
ragazzo che aveva visto assieme a lei quel giorno, Andrè, il suo
attendente.
Li osservò, pregando
in cuor suo che lei non lo notasse. Ma non avrebbe in ogni caso potuto
riconoscerlo, i suoi abiti erano diversi e soprattutto non aveva i capelli
acconciati come quando era a Versailles. (1)
Si sentì in qualche
modo fortunato, avrebbe potuto guardarla senza essere notato.
Sembrava triste, quasi sconsolata,
sembrava avesse mille pensieri per la testa.
E quel ragazzo….sembrava come
volerla rincuorare, ma allo stesso tempo anche lui pareva essere in imbarazzo.
Era evidente che Oscar aveva bevuto, sembrava assonnata, posava spesso
la testa sulla tavola.
Jean Paul si spostò
e si avvicinò un poco alla coppia che stava parlando.
Si sedette al tavolo vicino,
da solo, e si tirò su il bavero del mantello.
Brandelli di conversazione
gli arrivarono alle orecchie: (2)
<<… a che serve l’amore?>>
<<…..se non porta le
persone ad essere felici?>>
Si sentiva un po’ in colpa
ad origliare in quel modo, ma la conversazione che stava avvenendo in quel
tavolo lo interessava parecchio.
Gli suonava strano sentire
Oscar parlare d’amore, lei che era sempre così fredda e padrona
di se'.
Ma doveva subire delle profonde
battaglie interiori….maschio o femmina? Aveva provato ad amare una donna,
ma evidentemente aveva capito che quello non era il suo destino.
<<Oscar, il fatto che
ci siano persone che soffrono per amore non significa che l’amore non debba
esistere. Si può essere molto felici se si è innamorati.>>
Hai ragione pensò
Jean Paul, sorseggiando il suo vino.
Lui si innamorava più
o meno tutte le volte che stava con una donna.
Sembrava strano, ma era così.
Si innamorava…e si disinnamorava,
come se niente fosse.
Ma forse non si era mai
innamorato veramente….o forse l’amore in realtà era proprio quello.
Non lo sapeva nemmeno lui,
forse nessuno lo sapeva.
Si decise a finire il vino.
Si alzò e portò il boccale al bancone.
Quando si voltò vide
che i due erano usciti.
Anche lui si avviò verso
l’uscita del locale.
Quando si chiuse la porta dietro
di se’, sentì l’aria fresca della notte sul volto.
Si voltò e si accorse
che, nell’ombra, qualcosa si muoveva.
Si sentivano dei sospiri, dei
gemiti.
Amico, hai trovato una compagna
per stanotte?
Ma…quei capelli biondi….si,
erano inconfondibili….lei era…Oscar!
E lui…lui era quel ragazzo
che era con lei al tavolo..il suo attendente!
Si baciavano, appassionatamente…
Jean Paul si scoprì
furente. Geloso.
Madamigella Oscar, voi vi
concedete ad un servo e rifiutate me! Vi concedete ad una donna e rifiutate
me! Mi dispiace, ma ora non provo più esitazioni. O io vi avrò
con le buone oppure….
Rientrò a casa che era
ormai notte fonda.
Salì le scale e si chiuse
in camera.
Non prese neppure la briga
di svestirsi e si buttò sul letto così com’era.
Era veramente furioso.
Madamigella Oscar, voi vi
prendete gioco di me, maledizione!!
Era come aveva sospettato:
lei non era affatto omosessuale.
La breve relazione che lei
aveva avuto con la marchesina Michelle de Volanges era semplicemente stata
un’avventura e niente più.
Ma Jean Paul si rifiutava di
credere che Oscar si fosse innamorata di quel ragazzo, quell’Andrè,
un servitore! Avrebbe preferito allora vederla tra le braccia di qualche
altro uomo, ma almeno di sangue nobile, come lui.
Domani stesso sarebbe tornato
da Cagliostro e gli avrebbe portato il documento valido per l’espatrio.
Non ci metteva molto a falsificare la firma del padre e il timbro dell’ambasciatore
sapeva dove era tenuto.
Si diede dello stupido. Ridursi
in quello stato per una donna!
Ma quella era una donna che
gli faceva ribollire il sangue nelle vene, che stuzzicava la sua mascolinità.
Basta parlare d’amore! Lei
non meritava l’amore di nessuno, meno che meno il suo!
Lei era una femmina che bisognava
possedere per ridurla alla ragione, per farle capire che il vero maschio
non era lei!
<<Maledizione Oscar de
Jarjayes! Io ve la farò vedere! Avete finito di possedere la mia
anima! Avete finito!>>
Alla fine, sfinito da tanto
pensare, si addormentò.
<<Signore, prego svegliatevi>>
<<Uhm..buongiorno Baptiste...>>
<<Buongiorno signore,
ecco il vostro the>>
<<Grazie, ah! Fatemi
sellare il cavallo Baptiste, devo andare a Parigi>>
<<Certo signore>>
Poco dopo, col visto per Cagliostro
in mano, Jean Paul bussava alla sua porta.
Fu Serafina ad aprire.
<<Oh, mesieur de Prés,
prego accomodatevi>>
<<Buongiorno madame,
vostro..>>
<<Conte de Prés!
Allora vi siete deciso>>Cagliostro comparve da dietro la porta.
<<Mesieur, vi ho portato
quello che mi avete chiesto. Ora potrei avere...>>
<<Vi prego, entrate>>
Jean Paul voleva chiudere quella
conversazione al più presto perchè era veramente mortificante.
<<Mesieur, vi prego,
datemi la vostra “medicina” e non ne parliamo più>>
Cagliostro, come se non lo
ascoltasse, prese il foglio di mano a Jean Paul e lo lesse con attenzione.
<<Allora è proprio
come pensavo.... - disse - quella donna vi ha stregato>> ed emise una debole
risatina.
<<Vi pregherei di darmi
ciò che vi ho chiesto>> insistette Jean Paul, sentendosi umiliato.
Cagliostro fece cenno alla
moglie e questa sparì nell’altra stanzetta, tornando poco dopo con
una bottiglietta.
<<Poche gocce, conte,
massimo cinque, mi raccomando>>
<<Bene. Addio>>
<<Arrivederci.....>>
<<Jean Paul...allora...>>
Quella non era una domanda.
<<Non dite nulla Desmond!>>
<<Jean Paul..... - l’amico
sospirò e guardò il suo interlocutore con un’aria quasi di
compassione, ma cambiò discorso - sapete mia sorella Michelle? Pare
sia stata Madamigella Oscar a dirle di sposarsi>>
Si voltò si scatto
<<Come?!>>
<<Già.....proprio
lei - fece una pausa e alzandosi dalla poltrona, si avvicinò
alla finestra - a consigliare a Michelle di accettare la proposta di matrimonio
del duca de Brissac >>.
<<E’ stata lei....>>
ripetè Jean Paul.
<<Questo non vi dice
nulla?>> chiese Desmond
<<Mi conferma soltanto
ciò che pensavo prima e cioè che Oscar de Jarjayes non è
omosessuale, ma comunque già lo immaginavo>>
Desmond lo guardò con
aria interrogativa.
<<Ieri sera l’ho vista.
Ero uscito per andare a bere del vino a Parigi e l’ho incontrata in una
taverna. Era assieme al suo...ad un uomo>>
<<E allora?>>
<<Beh, Desmond, li ho
visti “insieme”>>
Il marchese de Volanges strabuzzò
gli occhi ed esplose in una sonora risata.
<<Mio povero amico!!!
Siete veramente sfortunato allora!!!>>
<<Non ci trovo veramente
nulla da ridere! Quella donna mi prende in giro e io non perdono nessuno
che si prende gioco di me!!>>
<<Allora volete “punirla”
per questo, Jean Paul?>>
<<L’avrò, Desmond,
con le buone o con le cattive!>>
<<Ci vediamo domani sera
a corte allora>>
<<A domani>>.
Fine 4° parte
(1) Ok
ok. Lo so. I nobili portavano la parrucca invece di acconciarsi i capelli,
però sinceramente a me
non piaceva descrivere Jean
Paul con la parrucca! Licenza poetica, prendetela così!
(2) Ringrazio
Fiammetta e Laura per avermi concesso di utilizzare questi brandelli di
dialogo presi dal
racconto “L’Errore (nella
notte tu)” di Fiammetta, presente nel sito di Laura, “Laura’s
Little Corner”
Alex