Parigi era, già all’epoca,
una città immensa.
Se non si conoscevano per bene
le strade, c’era veramente il rischio di perdersi. E perdersi per le vie
di Parigi per un nobile, a quei tempi, non era una cosa molto salutare...
Le indicazioni di Desmond de
Volanges erano state precise, ma gli aveva anche detto che quell’uomo,
Cagliostro, cambiava dimora spesso per via dei suoi problemi con la legge.
Era considerato un eretico,
adoratore del demonio, veggente, mago e chi più ne ha più
ne metta, per cui non poteva fermarsi in un posto per più di un
mese, massimo un mese e mezzo.
Desmond gli aveva detto che,
l’ultima volta che il suo attendente l’aveva incontrato, era stato non
più di quindici giorni prima, c’era quindi speranza che si trovasse
ancora in quel posto.
Jean Paul arrivò davanti
al portoncino indicato nella piantina.
Entrò.
L’odore di muffa gli impregnò
le narici
...sarà pure un ottimo
medico ma non mi pare se la passi molto bene...
gli venne l’istinto di andarsene,
in fondo chi l’assicurava che quell’uomo fosse una persona fidata e soprattutto
non gli facesse perdere i soldi?
Sbuffando fece per uscire quando
una vocina femminile lo bloccò:
<<Cercate qualcuno, monsieur?>>
Jean Paul si voltò e
vide una donnina di bassa statura, non gli arrivava neppure al petto, che
lo osservava con aria interrogativa.
Era molto carina, a dispetto
del suo abbigliamento, alquanto trasandato.
<<Madame, io...forse
ho sbagliato posto>>
<<Se prima non mi dite
cosa cercate, monsieur, non posso aiutarvi>>
<<Cerco un uomo, un...medico>>
<<Siete malato monsieur?>>
Non capiva il motivo di tante
domande, se questa donna conosceva Cagliostro, doveva semplicemente accompagnarlo
da lui, altrimenti che si facesse gli affari suoi.
<<Madame, non è
mia abitudine parlare agli estranei dei miei affari privati. Voi conoscete
questa persona?>>
La donna sorrise
<<Avete ragione monsieur,
ma mio marito è una persona ......fuori dal comune..e non sempre
chi viene a trovarlo desidera semplicemente essere curato da lui, mi capite?>>
Allora era sua moglie!
<<Voi siete Madame...Cagliostro?>>
chiese Jean Paul un poco stupito.
<<Mi chiamo Serafina,
contessa Balsamo>>
Contessa....
<<Da questa parte monsieur,
mio marito vi attende>>
Sempre più impressionato,
Jean Paul seguì quella creaturina così intraprendente (1),
provando ad immaginare che aspetto avesse il “medico”.
Serafina lo introdusse in un
piccolo appartamento e gli disse di attendere.
Lui sedette sull’unica sedia
della stanza, passarono alcuni minuti ma tutto era avvolto dal silenzio
e sembrava che non ci fosse anima viva nel palazzo. Provò a guardare
fuori dalla porta, ma anche Serafina era scomparsa.
Ho l’impressione che qualcuno
si stia prendendo gioco di me! ...Oscar de Jarjayes! Cosa mi tocca fare
per voi!
<<Oscar...de...Jarjayes...ma
non è il capitano delle guardie reali?>>
Jean Paul trasalì. Si
voltò di scatto e vide un uomo sulla cinquantina che lo fissava,
appoggiato allo stipite della porta.
<<Il conte Jean
Paul de Prés , se non sbaglio>>
Jean Paul non riusciva a dire
una parola.
Come diavolo aveva fatto a...leggergli
la mente!!
Non stava parlando ad alta
voce, anzi non aveva emesso alcun suono, eppure quell’uomo...
<<Non sforzatevi conte,
non fatevi domande a cui io non posso rispondere>>
Pazzesco! Sembrava veramente
che Cagliostro riuscisse a leggergli i pensieri!
<<Monsieur...Cagliostro...suppongo>>
<<Supponete il giusto,
mio buon amico. Prego, accomodatevi da questa parte.>>
Lo fece entrare in una stanza
più piccola; l’unico arredo era un tavolo, una sedia e una poltrona
di velluto rosso su cui Cagliostro si accomodò.
Jean Paul si sedette di fronte
a lui che prese ad osservarlo con occhi piccoli e cisposi.
<<Allora, ditemi il motivo
per cui mi avete cercato>>
<<Se siete così
bravo a leggere la mente, monsieur, provate a indovinare>>, lo sfidò
Jean Paul.
<<Conte de Prés...io
solitamente....curo le malattie..del fisico, non quelle del “cuore”>>
Era evidente che conosceva
già il motivo per cui lui era lì.
<<Monsieur - iniziò
Jean Paul - mi hanno detto che voi .....potreste aiutarmi>>
<<Forse, o forse no,
dipende da voi....>>
<<Da me?>>
<<Jean Paul de Prés,
vi interessa così tanto quella donna? No, fermo, non rispondete
- disse Cagliostro con un cenno della mano - non ancora, pensateci bene.
E’ orgoglio ferito il motivo per cui volete averla o...>>
<<Io...l’amo…>>
<<Ah...l’amore!!! che
parola meravigliosa….che sensazioni sublimi…..ma l‘amore, monsieur de Prés,
può avere una doppia identità - si alzò dalla poltrona
e si voltò verso la finestra - bisogna ponderare per bene…bisogna
essere così obiettivi e distaccati da poter discernere…l’amore fa
fare strane cose....può anche mettervi - e si rigirò verso
di lui - in guai molto seri>>
<<Parlo sul serio, monsieur
Cagliostro, io l’amo! Sono pazzo di lei! Devo averla! Non vivo più,
non dormo più da quando questo pensiero fisso mi è entrato
nella testa!>>
Jean Paul si alzò di
scatto e battè i pugni sul tavolo di legno del piccolo studiolo.
<<Ditemi Jean Paul, cosa
siete disposto a fare...per lei?>> chiese Cagliostro osservando il suo
“cliente”, senza scomporsi e senza lasciar trasparire alcuna emozione.
<<Come?>>
<<Se l’amate così
tanto, qualcosa sarete disposto a fare in suo nome>>
<<Ma...non saprei...>>
<<Jean Paul, potrei fornirvi
qualcosa, una piccola spinta, che vi possa aiutare col vostro....”amore”,
il resto poi dovete farlo da voi, ma...voi dovreste dare a me qualcosa
in cambio>>
<< Certo, posso pagarvi
quanto volete>> disse Jean Paul finalmente tranquillizzato.
Cagliostro sorrise, enigmatico.
<<Non voglio soldi, non
ne ho bisogno>>
<<Allora cosa, in nome
di Dio, cosa possiedo che vorreste avere??>>
<<Vostro padre è
ambasciatore in Italia vero?>>
<<Si, è a Napoli>>
<<Fornitemi un visto,
Conte de Prés, un visto d’espatrio e io vi servirò la vostra
“tentazione” su un piatto d’argento>>
<<Mi ci vorrà
qualche giorno>> rispose Jean Paul, mentre con la mente andava già
al modo di ottenere ciò che l’uomo gli aveva chiesto.
<<Ho poco tempo. Posso
aspettare al massimo due giorni>>
<<Due giorni??>>
<<Non di più,
e ora se volete scusarmi...>>
Non appena pronunciate queste
parole, entrò la moglie Serafina che scortò Jean Paul de
Prés fuori dalla stanza.
<<Allora, a presto monsieur>>
Si ritrovò fuori dal
palazzo.
Due giorni...in due giorni
devo fargli avere un visto d’espatrio...per l’Italia...Jean Paul, ne vale
la pena?
Per tutto il tragitto di rientro
verso casa si pose mille volte questa domanda.
Cagliostro e la moglie erano
persone ricercate e se fosse venuto fuori che lui li aveva aiutati ad espatriare,
sarebbe finito nei guai e un soggiorno alla Bastiglia non gliel’avrebbe
tolto nessuno.
E tutto per cosa? Per una donna
che lo rifiutava?
Desmond de Volanges aveva ragione.
Doveva lasciar perdere, il gioco non valeva la candela.
C’erano così tante donne
pronte e contente di infilarsi sotto le coperte con lui, perchè
fissarsi su una che, tra l’altro, era anche omosessuale?
Con questi pensieri arrivò
a casa.
Lo accolse il maggiordomo e
gli disse che nel salotto c’era un ospite che l’attendeva.
Tale fu il suo stupore quando
vide che si trattava proprio di Madamigella Oscar Francois de Jarjayes.
Lei, non appena lo vide entrare,
si alzò in piedi, il suo volto non mostrava tracce di imbarazzo.
Jean Paul sentì che
il suo cuore aveva accelerato i battiti e si diede dello sciocco.
Non gli era mai capitato di
provare tutte quelle emozioni per una donna e tutto ciò era terreno
inesplorato per lui.
<<Oscar de Jarjayes!
Restate comoda vi prego, scusatemi se vi ho fatta attendere>>
Non sapeva cosa dire, le parole
gli morivano in gola, sembrava un ragazzino spaurito davanti al maestro.
<<Conte de Prés,
sono stata incaricata direttamente da sua altezza reale la principessa
Elizabeth di invitarvi al prossimo ballo di corte>> disse lei, senza accennare
il minimo saluto.
Jean Paul però notò
che lei, con una mano, si tormentava l’elsa della spada, l’unico movimento
che tradiva il suo nervosismo.
<<Il prossimo ballo di
corte? Quando?>>
Lui conosceva benissimo la
data del ballo, ma doveva prendere tempo perché non voleva che Oscar
se ne andasse subito.
<<Martedì prossimo.
L’ultimo giorno di carnevale>>
<<Un ballo in maschera
allora!>>
Oscar taceva, la sua espressione
era impenetrabile, ma lui riuscì lo stesso a leggervi un leggero
fastidio, come se non vedesse l’ora di uscire.
<<Grazie per l’ambasciata
Madamigella Oscar, dite alla principessa che sarò lieto di presenziare.>>
Osservandola, le tornò
alla memoria la scena pazzesca a cui aveva assistito a casa di Desmond
de Volanges e la sua espressione mutò.
Oscar sembrava aver letto nei
suoi pensieri, ovviamente non poteva immaginare quali erano esattamente,
ma non le riuscì difficile indovinare che quell’uomo la desiderava.
E molto anche.
Era il momento quindi di concludere
quella penosa (per lei) visita.
<<Bene conte, ho terminato
il mio compito, vi saluto>>
<<Aspettate Oscar, vi
prego, solo un momento! Posso offrivi da bere?>>
Lei cortesemente, rifiutò.
<<Bene, ma vi prego non
andatevene subito, sedete ancora e fatemi un poco di compagnia. Sono sempre
solo in questa casa e….>>
Oscar si spazientì e
lo interruppe.
<<Conte de Prés,
come vi ho già detto una volta, vi pregherei di lasciarmi stare,
di togliervi dalla testa ogni più recondito pensiero che avete nei
miei riguardi. Non sono la persona adatta a voi ne’ voi siete quella adatta
a me>>
Il ragazzo si accomodò
meglio sulla poltrona e, con espressione mesta e quasi imbronciata le disse
<<Lo so benissimo Oscar, lo so benissimo, voi...voi amate già
qualcun altro vero?>>
Si rese conto di aver un poco
esagerato e sollevò gli occhi per incontrare i lampi di fastidio
in quelli azzurri di lei che, arrossendo, gli lanciò uno sguardo
che avrebbe incenerito chiunque.
Era la prima volta, pensò
Jean Paul, che lei, con quel lieve rossore, tradiva il suo essere donna.
Ma durò pochissimo, giusto il tempo concesso a lui di imprimersi
nella mente l’espressione imbarazzata della ragazza.
<<Non parlo di questioni
personali con voi, conte, meno che mai di argomenti come questi!>> aveva
riacquistato il sangue freddo.
Jean Paul si alzò di
scatto
<<Non sapete l’effetto
che mi fate, Oscar!>>le disse lui, ignorando le sue parole.
Così dicendo si avvicinò
a lei e lentamente la prese per le spalle.
<<Vi ordino di lasciarmi!>>il
tono di lei era perentorio.
<<E io vi ordino di sedervi>>il
tono di lui era calmissimo.
<<Non accetto ordini
da voi!>>
<<Ne’ io da voi, tanto
meno in casa mia>>
Sembrava che lui fosse lo scoglio
e Oscar il mare che ci sbatte sopra con fragore, senza però smuoverlo
di un millimetro.
La calma e la tempesta.
Jean Paul la sovrastava, ora,
di almeno una spanna.
<<Oscar, vi prego, io
non voglio farvi del male, siete la persona più cara per me. Lo
sapete, vero?>>
<<Vi ordino di lasciarmi!
>> ripetè lei calmissima, in un sibilo.
Erano vicinissimi ma lei non
abbassava lo sguardo.
Altera, impenetrabile. Non
l’aveva mai vista così.
Era di una bellezza sconvolgente
e il pensiero di averla gli fugò, a quel punto, ogni suo dubbio
circa Cagliostro e la sua proposta.
Doveva possederla, anche solo
per una volta, ad ogni costo.
Piano piano la stretta di lui
si fece più morbida e lei ne approfittò per liberarsi, con
uno strattone.
<<Conte de Prés,
ricordatevi, mettetemi le vostre sporche mani addosso un’altra volta e
vi ritroverete la mia spada conficcata nel cuore, ammesso e non concesso
che ne abbiate uno!>>
Lui non rispose, ma la seguì
mentre si allontanava col suo solito passo da militare.
Fuori ad aspettarla c’era il
suo attendente che, prontamente, gli porse il cavallo.
Jean Paul riuscì ad
udire solo questo:
<<Andiamo Andrè,
questo posto mi da’ la nausea>>.
Fine 3° parte
(1)
Stando alle cronache, la moglie di Cagliostro non era esattamente come
l'ho descritta io, tutt'altro: era una donna alta circa 1.70, bionda e
bellissima. Mi sono concessa una cosiddetta "licenza poetica"...^^
Alex