Anche loro.
Anche loro lo sbeffeggiavano,
lo umiliavano, lo mettevano da parte come una cosa inutile.
Proprio come facevano gli altri
soldati in caserma.
Proprio come faceva Oscar.
Tornò indietro verso
la sua stanza.
Non se la sentiva proprio di
mangiare in mezzo a quella gente che lo odiava tanto. Odiarlo per cosa
poi? Non aveva fatto loro nessun torto.
Si era sempre reso conto delle
attenzioni che gli venivano riservate dalle donne che abitavano il palazzo,
ma non le aveva mai cercate.
Neanche lo interessavano.
Ragazze carine, a volte anche
intelligenti, ma nessuna di loro poteva confrontarsi con Oscar in bellezza
e sagacia.
Almeno ai suoi occhi.
Solo per questo lo odiavano?
O forse perché, per guadagnarsi da vivere, non passava le giornate
nei campi?
Ma non aveva mai dimostrato
di essere un buono a nulla e non si era mai tirato indietro davanti
ai lavori pesanti, anzi, dopo avere passato giornate interminabili a Versailles
con Oscar, quando per gli altri era ora di riposo, lui si sfiniva strigliando
i cavalli, riassettando le stalle, alla manutenzione delle carrozze.
Ma allora dove trovavano motivo
di tanto rancore ?
Un altro pomeriggio chiuso
da solo dentro quelle quattro mura e come unico conforto alla solitudine,
l’abbraccio di un cuscino che da sempre conosceva le sue lacrime. Rise
amaramente di se, forse anche lui scapperebbe da me se solo avesse le
gambe.
***
Le faceva ancora male dappertutto,
la testa poi le pulsava in maniera insopportabile. A quel feroce mal di
testa si era aggiunto anche il dovere sopportare a pranzo gli inutili sproloqui
del padre.
Sapeva anche lei di quanto
insostenibile fosse ormai la situazione a Parigi, ma le opinioni del Generale
erano assurde.
Bisognava fare qualcosa perché
le cose cambiassero, non certo “schiacciarli come insetti” come sosteneva
lui.
Erano esseri umani, affamati
e disperati.
Non li si poteva biasimare
per l’odio che ormai nutrivano per i nobili che fame e miseria non l’avevano
mai conosciute, anche se lei ed André non meritavano di sicuro un
trattamento simile.
André…
Chissà come si sentiva.
Era dalla sera prima
che non lo vedeva ed anche in quella occasione non aveva potuto parlargli
molto. Si era congedato
da lei quasi subito.
Gli aveva offerto della cioccolata,
una scusa puerile per fargli capire che voleva rimanesse con lei.
Nello stesso momento in
cui aveva visto quelle figure minacciose portarlo via da lei, aveva capito
fino a che punto fosse importante per lei, quanto avesse bisogno della
sua presenza, della sua vicinanza, in ogni singolo momento della sua vita.
Anche quando fu lei stessa
a dichiarare il contrario. Nella parte più profonda di sé,
quella parte di cui neanche lei era a conoscenza, sapeva che neanche quello
avrebbe potuto separarli. Nulla. Tranne quelle ombre.
Ma lui non doveva avere capito,
o forse infondo stava troppo male, ed era andato via.
Chissà perché
non aveva cercato di vederla, neanche un momento, per tutto il giorno.
Un altro crampo al ventre…
“accidenti, ci mancava anche questa, proprio oggi..”
Purtroppo anche il suo corpo,
coerente del resto, aveva una puntualità militaresca, presentandole
ogni mese il conto, sgradevole prezzo, dell’essere donna.
Sentì bussare alla porta.
“...finalmente, André!”
Con un entusiasmo quasi infantile,
balzò fuori dal letto “Entra André!”
“Oscar, sono io, ti disturbo?”
“Nonna. No, certo, entra pure.”
Con i dolori amplificati dalla
delusione, si rannicchiò di nuovo sul letto in posizione fetale.
Alla vecchia governante faceva
sempre tanta tenerezza quando la vedeva così, le sembrava tornata
bambina e avrebbe voluto stringerla forte per consolarla.
Si accontentò di sedersi
sul letto al suo fianco.
“Bambina mia, ti senti tanto
male? Da vieni giù a mangiare, è già pronto. Vedrai
che con qualcosa di caldo nello stomaco ti sentirai un po’ meglio. Ti ho
preparato i tuoi piatti preferiti.”
“Ti ringrazio nonna, ma proprio
non me la sento, non mi reggo in piedi.”
“Come vuoi, riposati allora,
domani ti preparerò una colazione abbondante così ti rifarai.
Avvertirò André che stai male e che dovrà mangiare
solo per questa sera. Buonanotte Oscar”.
“Nonna aspetta…”
“Dimmi”
“Senti, per favore, non dire
ad André che io, si insomma…” un rossore diffuso le dipinse il volto.
“Certo, non ti preoccupare,
cercherò di inventare qualche scusa”
Arrivata nella stanza del nipote,
lo trovò in una posizione simile a quella di Oscar, stretto al cuscino,
come a difendersi da qualcuno o qualcosa.
“André, André.
Su svegliati pigrone è ora di cena.”
“Nonna…ma è già
sera?”
“Che idea mettersi a dormire
in pieno giorno. Dai che si fredda tutto.”
“Oscar…?”
“Ecco veramente…Oscar preferisce
non cenare. Sai… si insomma…”
“Non ti preoccupare, ho capito,
non c’è bisogno di continuare. Perdonami nonna ma non ho voglia
di mangiare nemmeno io.”
“Stai scherzando vero? Allora
cosa mi sono messa a fare sui fornelli. Dai muoviti a scendere.”
“Nonna, mi spiace averti fatto
faticare per nulla. Ma non sono più un bambino. Ti prego, lasciami
solo ora.”
La nonna conosceva fin troppo
bene suo nipote, sapeva che quelle rare volte in cui André
usava quel tono deciso con lei, non c’era modo di fargli cambiare idea.
Razza di testone, vorrei
tanto sapere da chi ha preso.
Non le rimase che tornare al
suo lavoro, non senza risparmiargli qualche brontolio incomprensibile.
Oscar perché mi fai
questo. Anche tu. Mi eviti. E’ a questo che siamo arrivati. Non lo avrei
mai creduto possibile. Avevo sperato che fossi riuscita a perdonarmi, o
quanto meno a dimenticare. Solo ora mi rendo conto che era solo il mio
ennesimo sogno ad occhi aperti. Oscar ma perché? Credi davvero che
lo meriti. Credi davvero che sia giusto cancellare vent’anni di affetto
e dedizione a causa di un unico errore? Vuoi davvero escludermi totalmente
dalla tua vita? Attenta Oscar, attenta a ciò che desideri, perché
potresti ottenerlo! Mi vuoi solo, così come i soldati in caserma.
Così come tutti qui a palazzo. Ma non mi lascerò più
umiliare così. D’ora in poi rimarrò solo, d’accordo, ma sarà
per mia decisione (1)!
(1) Lo
so, un comportamento di questo tipo non si addice ad André, ma per
una volta gliela possiamo concedere anche a lui una incavolatura, no? ^_^
Fine 1° parte
Rose