Il locandiere aveva fornito
ad Oscar ed Andrè il nome di un piccolo albergo sulla spiaggia alla
periferia di Calais ed aveva già avvisato il proprietario, un suo
parente, dell'arrivo dei due ragazzi.
"E' un posto tranquillo...l'ideale
per riposarsi. Sono sicuro che lì vi rimetterete del tutto!" - aveva
detto ad Oscar, venuto il momento di partire.
Quel pomeriggio stesso arrivarono
a Calais...
Non appena ebbero sistemato
il bagagli Oscar, dopo essersi cambiata, andò a bussare alla porta
della stanza di Andrè.
"Allora pigrone..." - gli disse,
ridendo come una bambina - "Ti sbrighi, io sto morendo dalla voglia di
fare una passeggiata in spiaggia!".
Camminarono a lungo, respirando
a pieni polmoni l'aria salmastra.
Andrè la guardava. Non
l'aveva mai vista così serena e rilassata. Sembrava tornata una
ragazzina...ed era bella da togliere il fiato. Era ancora magra ed un po'
pallida ma aveva uno sguardo così luminoso!
Ad un certo punto la ragazza
allungò la mano per prendere la sua...
"Senti Andrè, io..."
- gli disse, incerta.
"Che c'è?"
"Io credo proprio di doverti
chiedere scusa...per tante cose." - proseguì lei, tutto d'un fiato
- "Io mi ero accorta già da tempo che hai dei problemi all'occhio,
ma ho preferito far finta di non vedere. Questa e tante altre cose, nella
mia vita...".
Andrè l'ascoltava in
silenzio.
"Adesso però mi sono
resa conto che non voglio più fingere. Non è giusto, per
me stessa...per te..."
"Che vuoi dire..." - le domandò
lui, con un filo di voce.
"Io...io ti amo Andrè!
Ti amo da tanto tempo, anche se ero troppo orgogliosa e presa da me stessa
per ammetterlo! Ti amo, ma fino ad ora sono riuscita solo a ferirti
e a farti soffrire..."
Andrè la strinse a sé.
Il cuore gli batteva talmente forte che sembrava volesse balzargli fuori
dal petto...
"Perdonami..." - gli sussurrò
lei, con il viso rigato di lacrime nascosto nella sua camicia.
Andrè le sollevò
il viso dolcemente e le asciugò le lacrime.
"Non ho proprio niente da perdonarti...non
sono mai stato in collera con te. Non potrei mai esserlo, ti amo troppo!"
- le disse, baciandola.
Oscar ricambiò quel
bacio e tutti e due caddero, abbracciati, lunghi distesi sulla sabbia,
sopraffatti da una gioia tanto grande quanto sconosciuta per loro...
Rimasero così per un
po', ascoltando il battito dei loro cuori e dicendosi tutte quelle cose
che per tanti anni si erano taciuti.
Rientrarono all'albergo che
era già ora di cena...
Si riassestarono, mangiarono
qualcosa e poi salirono nelle camere. Le stanze erano una di fronte all'altra
e loro erano fermi sulla soglia.
Andrè prese Oscar fra
le braccia...
"Buonanotte..." - le disse,
accarezzandola.
La ragazza si accorse che la
sua mano tremava.
"Buonanotte..." - rispose,
dandogli un bacio.
Quando fu sola nella indossò
il completo da camera che aveva messo in valigia prima di partire.
Era un regalo che sua madre
le aveva fatto tanto tempo prima. Non sapeva neppure lei perché
avesse pensato di prenderlo, partendo per una missione...adesso pero'...
Indugiò per qualche
minuto davanti alla grande specchiera.
All'improvviso tutto le fu
chiaro...
Lei e Andrè avevano
sofferto già fin troppo...ed era decisa a difendere quel brandello
che felicità che finalmente erano riusciti a conquistare. Con le
unghie e con i denti, se necessario.
Si sistemò i capelli
ed andò in camera di Andrè...
Anche lui era ancora sveglio
e si era seduto su una seggiola, appoggiata all'incontrario davanti alla
finestra.
Era completamente assorto nei
suoi pensieri e non si accorse neppure che Oscar era entrata nella stanza.
La ragazza gli si avvicinò
da dietro senza far rumore...Gli mise le braccia intorno al collo, appoggiando
la testa nell'incavo della sua spalla e baciandolo.
"Oscar..."
Lei gli appoggiò un
dito sulle labbra...
"Posso restare qui stanotte?"
- gli sussurrò dolcemente in un orecchio, con la voce che le tremava.
Andrè l'abbracciò.
Non smetteva di accarezzarla, quasi volesse rassicurarla.
Poi la prese in braccio e la
stese sul letto che era dietro di loro.
"Non devi avere paura, amore
mio..." - le disse - "Non ti farò soffrire mai, te lo giuro...vedrai,
impareremo insieme ad essere felici...Ti amo da impazzire...".
"Ti amo anch'io..." - gli sussurrò
lei, iniziando timidamente a sfilargli la camicia.
Era arrossita visibilmente,
ma quei gesti che credeva di non saper compiere adesso le riuscivano con
la massima naturalezza...
Andrè la guardava con
una dolcezza infinita, come se tenesse fra le braccia la cosa più
preziosa del mondo.
Lei si strinse più forte
a lui e, l'una fra le braccia dell'altro, quella notte finalmente cancellarono
il dolore e l'amarezza di tanti anni.
Il passato non contava più...solo
il futuro era importante, il loro futuro insieme.
La mattina seguente Oscar guardava
quell'angelo bruno che dormiva beatamente, tenendola stretta.
Con la sua dolcezza e la sua
passione le aveva fatto comprendere perché mai Dio l'avesse fatta
nascere donna...Adesso erano realmente una cosa sola...come se non fossero
stati soltanto i loro corpi ad unirsi, ma tutto il loro essere. Avevano
condiviso le stesse emozioni, la stessa tenerezza. Aveva sentito in lei
ciò che lui stava provando...ed era stata questa la cosa più
bella.
Ora desiderava soltanto passare
il resto della sua vita accanto a lui, farlo felice...anche se non era
ancora tanto sicura di esserne capace.
Gli sfiorò la guancia
con un bacio e lui si svegliò.
"Buongiorno!" - le disse, abbracciandola
forte - "Come stai...".
"Mai stata meglio in vita mia!"
- gli rispose lei, sorridendo.
"Oscar...e adesso che faremo?"
- le domandò lui.
"Non lo so...so soltanto che
qualunque cosa ci aspetti la affronteremo insieme."
"Non sarà facile...lo
sai."
"Si...Ma a me piacciono le
sfide, lo sai! Piuttosto mi chiedo se tu abbia una vaga idea di quello
che ti aspetta...Lo sai che non sarò mai come le altre, che fanno
gli occhi dolci, dicono sempre sissignore e..."
Andrè la interruppe
con un bacio.
"Ma io non mi sono innamorato
di una come tutte le altre...mi sono innamorato di te, sciocca..."
Oscar scoppiò in una
risata..
"Premettimi che non mi lascerai
mai..." - gli disse, tornando improvvisamente seria - "Adesso non riuscirei
più a stare senza di te...E poi vorrei anche che tu mi promettessi
di andare da quel medico, quando torneremo a Parigi...".
"Ma certo...se mi guardi così
proprio non ci riesco a negarti qualcosa!" - scherzò lui,
accarezzandole i capelli.
"Buono a sapersi..." replicò
lei, iniziando a baciargli maliziosamente il collo.
Fuori il sole stava sorgendo
e si sentiva soltanto il fruscio del mare ed il canto dei gabbiani, in
quella limpida alba di primavera...
Fine
Midori