Note
dell'autrice, premessa e disclaimer:
La prima ispirazione
per questa storia si deve ad una idea elaborata con Fiammetta, con
il proposito di lavorare ad una storia che si sviluppasse a partire dall'episodio
del pestaggio di Andrè.
Inizialmente si trattava
di lavorarci congiuntamente. A questo primo proposito, poi è invece
seguito quello di sviluppare separatamente le due versioni, in una sorta
di esperimento per le scrittrici e per il lettore. Le due storie, dunque,
seppure diverse, nascono dalla stessa ispirazione ma proseguono poi per
direzioni diverse, entrambe possibili e valide.
Potete trovare la storia
scritta da Fiammetta con il titolo “Una
Farsa Inutile” nel sito "Laura's
Little Corner" di Laura Luzi, come sempre, invece, il copyright dei
personaggi utilizzati in questa fanfiction appartiene a Ryoko Ikeda e alla
TMS.
Piccola
nota al titolo: fonti
attendibili dicono che la commissione storica incaricata in Francia di
supervisionare il doppiaggio dell'anime ha ambientato la puntata
della missione al seguito del principe spagnolo nel villaggio di Agincourt,
nella regione dell' Artois. Lo prendiamo per buono, anche perché
Alancourt, come viene chiamato nella versione italiana, non esiste
su nessun atlante!
Buona lettura!
Missione
in Artois
4°
parte
Quando i soldati, richiamati
da Alain, entrarono nell'androne della piccola locanda e videro quella
scena per qualche istante rimasero impietriti quasi quanto Andrè...
Poi Alain, recuperando il suo
consueto sangue freddo, riuscì a scuoterli.
"Andiamo, massa di ebeti...vi
ho chiamato per darci una mano! Non lo vedete che è ferita?" - urlò
loro.
Oscar era ancora prima di sensi
fra le braccia di Andrè, che cercava di fermarle il sangue con la
fusciacca che aveva alla vita. La guardava senza riuscire a dire altro
che: "E' colpa mia...è tutta colpa mia...".
"Lasalle, va' a chiamare il
padrone della locanda e fatti dire dove si può trovare alla svelta
un dottore. Pierre, tu vallo subito a prendere non appena te lo dice e
spiegagli la situazione." - continuò, cercando di non dare a vedere
che, probabilmente, era più preoccupato di loro...
Dopo un paio di minuti il padrone
della locanda era già arrivato e gli aveva indicato in quale stanza
potevano portare Oscar, dicendo loro che aveva già provveduto ad
avvisare il medico del paese.
"Lo conosco da quando eravamo
bambini...è davvero in gamba. Vedrete, se la caverà..." -
disse, vedendo la preoccupazione di tutti.
"Dai Andrè...portiamola
su." - disse Alain, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
Quando l'ebbero stesa sul letto,
tutti i venti soldati erano ammassati nella stanza.
"E adesso come si fa..." -
osservò Lasalle con il suo solito fare ingenuo.
"In che senso?" - rispose
Alain.
"Beh...continua a perdere sangue.
Dobbiamo cercare di fermare l'emorragia prima che arrivi il medico, evidentemente
cavalcando tutto il giorno la ferita si è aperta. Non vorrete farla
morire dissanguata..."
L'osservazione era più
che giusta, pensò Alain. Guardandosi intorno, però, si rese
conto di una cosa più che ovvia: erano tutti uomini...e tutti
imbarazzatissimi! A chi sarebbe toccata quell'incombenza?
"Va bene...è perfettamente
inutile che restiate tutti qui." - disse, cercando di riprendere il controllo
della situazione - "Sono il più anziano di servizio e quindi tocca
a me dare gli ordini. Andate a raggiungere il Colonnello Dagout e ditegli
quello che è successo. Comunque si deve ripartire subito. Io rimarrò
qui finché non arriva il medico, poi vi raggiungerò. Il convoglio
deve essere a Calais sulla nave per l'Inghilterra entro domani mattina,
lo sapete!"
Quando tutti furono usciti
disse ad Andrè, con un tono insolitamente dolce per lui: "Credo
sia meglio che pensi tu a lei in attesa del dottore...".
Andrè, nel frattempo,
sembrava essersi scosso dal torpore in cui era caduto.
"D'accordo...grazie Alain."
- gli rispose.
"Vedrai che andrà tutto
bene...è forte, per essere una donna." - osservò, uscendo
dalla stanza e chiudendo discretamente la porta.
Non appena l'ebbe fatto Andrè
sfilò delicatamente la giubba dell'uniforme di Oscar. Era talmente
in ansia da non essere neppure imbarazzato...
Le sollevò la camicia
quel tanto che bastava per scoprire la ferita. La lavò con l'acqua
ed il disinfettante che aveva portato il locandiere, accarezzandole di
tanto in tanto la fronte.
Si accorse che aveva la febbre
alta e respirava a fatica. La pallottola l'aveva colpita solo di striscio
ma la ferita era profonda e probabilmente si era infettata.
La tamponò per fermare
il sangue, poi le mise delle pezze fredde sulla testa e si sedette sul
bordo del letto, tenendole la mano e pregando che il medico si sbrigasse
ad arrivare...
Il giovane dottore arrivò
in capo a mezz'ora e lo mandò fuori per visitare Oscar. Uscì
dopo pochi minuti.
"E' incredibile che non si
sia neppure lamentata, con una ferita del genere...Comunque c'è
una grossa infezione e la devo aprire di più per pulirla a fondo.
Mi serve una mano...dovresti tenerla ferma per evitare che si muova bruscamente
mentre lo faccio, altrimenti potrei peggiorare ulteriormente la situazione.
Te la senti?"
"...Certo." - balbettò
Andrè.
Quando ebbero finito si stupì
di non essere caduto svenuto per terra pure lui...comunque il medico sembrava
ottimista e questo lo rincuorava.
"Pensate che si rimetterà?"
- gli chiese timidamente, mentre stava ancora sgombrando il comodino dagli
strumenti.
"Direi proprio di sì...ma
finché non riprende conoscenza non posso esserne sicuro. Comunque
mi sembra proprio una donna dalla tempra eccezionale, per cui credo proprio
che non dovrebbero esserci problemi.
Dalle il chinino ogni due ore
e cerca di farla bere, bisogna farle scendere la febbre...io tornerò
stasera. Comunque fammi pure chiamare se dovesse esserci qualcosa."
Era un ragazzo molto sagace
ed aveva capito che quel soldato non era semplicemente in ansia per il
suo comandante...ma ebbe la delicatezza di non domandare nulla. Non era
certo il momento...
Quando tornò qualche
ora più tardi tutto era nuovamente tranquillo in paese. Il convoglio
era ripartito, agli ordini del Colonnello Dagout e di Alain.
Una lettera già spedita
a Parigi informava il Generale Bouillet dell'accaduto e che Oscar ed Andrè
sarebbero rimasti lì fino a quando non si fosse ripresa.
Oscar non era ancora rinvenuta
e, tutto sommato, osservò il medico questo era un bene. Almeno finché
aveva la febbre così alta.
La visitò e la medicò
di nuovo, dopodiché disse che sarebbe tornato la mattina seguente.
Fuori era già buio e
tutto sembrava piombato in una calma quasi irreale.
Andrè non aveva
neppure toccato la cena che il premuroso ristoratore le aveva portato.
Prese una coperta si sedette
per terra accanto al letto.
"Vedrai che guarirai presto
amore mio..." - le sussurrò in un orecchio, sfiorandole appena la
guancia con le labbra.
"Devi guarire...perchè
io non potrei più vivere senza di te!"