Note
dell'autrice, premessa e disclaimer:
La prima ispirazione
per questa storia si deve ad una idea elaborata con Fiammetta, con
il proposito di lavorare ad una storia che si sviluppasse a partire dall'episodio
del pestaggio di Andrè.
Inizialmente si trattava
di lavorarci congiuntamente. A questo primo proposito, poi è invece
seguito quello di sviluppare separatamente le due versioni, in una sorta
di esperimento per le scrittrici e per il lettore. Le due storie, dunque,
seppure diverse, nascono dalla stessa ispirazione ma proseguono poi per
direzioni diverse, entrambe possibili e valide.
Potete trovare la storia
scritta da Fiammetta con il titolo “Una
Farsa Inutile” nel sito "Laura's
Little Corner" di Laura Luzi, come sempre, invece, il copyright dei
personaggi utilizzati in questa fanfiction appartiene a Ryoko Ikeda e alla
TMS.
Piccola
nota al titolo: fonti
attendibili dicono che la commissione storica incaricata in Francia di
supervisionare il doppiaggio dell'anime ha ambientato la puntata
della missione al seguito del principe spagnolo nel villaggio di Agincourt,
nella regione dell' Artois. Lo prendiamo per buono, anche perché
Alancourt, come viene chiamato nella versione italiana, non esiste
su nessun atlante!
Buona lettura!
Missione
in Artois
1°
parte
Il Generale
Bouillet parlava ad Oscar oramai da un'ora buona con il suo solito fare
logorroico e snervante. Le stava illustrando, fin nei minimi dettagli,
come avrebbe dovuto essere strutturato il servizio di scorta al Principe
Aldelos di Spagna ed alla sua famiglia durante la visita in Provenza che
avrebbero compiuto la settimana seguente, dopo essere stati ospiti
alla Corte di Versailles.
Oscar
annuiva, più per abitudine che per convinzione, ma in realtà
non lo stava affatto ascoltando.
Quando,
finalmente, lui si congedò tirò un grosso sospiro di sollievo.
Si fece
portare da Lasalle una tazza di cioccolata calda, poi si tolse di dosso
la giubba dell'uniforme e bevve la bevanda assorta, guardando la pioggia
che cadeva dietro la vetrata del suo ufficio.
Non
era affatto contenta dell'incarico affidatole. Uno strano senso di ansia
le stringeva lo stomaco...
Erano
passati solo pochi giorni da quando Andrè era stato picchiato da
alcuni dei soldati durante la rissa in armeria ed era ancora a casa in
convalescenza.
Le ferite
erano praticamente già guarite, però lei continuava a ritardare
il suo rientro in caserma con mille scuse.
La verità
era che si stava rendendo conto di tante cose...troppe perché potesse
affrontarle tutte insieme.
Andrè
stava soffrendo parecchio...per causa sua. Quando Alain li aveva lasciati
soli in armeria, dicendole di occuparsi di lui, era riverso sul pavimento
e stava piangendo chiamando il suo nome. Proprio non riusciva a scacciare
dalla mente quella immagine.
Gli altri
soldati lo odiavano a morte da quando avevano scoperto che era stato per
anni il suo attendente, per cui con tutta probabilità avrebbero
tentato nuovamente di "dargli una lezione". E lui non era in grado
di difendersi come avrebbe dovuto, perché il suo occhio destro gli
dava dei problemi. Ormai Oscar ne era quasi certa, se ci avesse visto bene
Andrè non si sarebbe fatto gonfiare di botte in quel modo, lei lo
conosceva bene...
E adesso
ci si metteva di mezzo anche questo stupido incarico!
Il solo
pensiero che potesse succedergli qualcosa la faceva star male. Avrebbe
fatto di tutto per convincerlo a restare a casa, anche se conoscendolo
sarebbe stata un'impresa quasi impossibile.
Si rese
conto all'improvviso di avere una gran voglia di vederlo...Non poteva più
fingere con se stessa, né tantomeno con lui. Era innamorata di lui,
disperatamente...anche se ancora non sapeva quando mai sarebbe riuscita
a trovare le parole ed il coraggio per dirglielo, senza farsi condizionare
dal suo stupido orgoglio.
Però
voleva riuscirci a tutti i costi. Il suo Andrè non si meritava tutta
quella sofferenza...e lei non sarebbe riuscita a tirare avanti ancora per
molto tenendosi tutto dentro.
Si cambiò
i vestiti ed uscì di corsa per andare a casa, senza avvisare nessuno.
Oscar
era arrivata a casa poco prima di cena. Trovò Andrè nel salottino
degli ospiti, seduto sulla poltrona davanti al camino.
Sul suo
viso erano ancora visibili i lividi, anche se ormai erano solo macchia
bluastre che andavano sbiadendosi.
"Ciao..."
- gli disse, abbozzando un sorriso.
"Ciao,
che bella sorpresa! Non ti aspettavamo per cena..." - le rispose lui, con
la sua voce calda e gentile.
"Beh...ho
finito un po' prima stasera, così ho pensato di venire a vedere
come stai."
"Non
preoccuparti, ormai sono guarito. Anzi...volevo dirti che domani
posso riprendere servizio. Ad essere sincero non ce la faccio più
a stare a casa senza far niente, tu mi conosci!"
"A dire
il vero..." - farfugliò lei, spiazzata - "...sarei più tranquilla
se ti prendessi qualche altro giorno. La settimana prossima siamo in missione
in Artois per scortare il principe di Spagna e non credo che dopo quello
che hai passato tu possa..."
Andrè
la interruppe.
"Per
una missione del genere avrai bisogno della squadra al completo...e poi
credi davvero che ti lascerei partire sola? Non se ne parla nemmeno..."
- le disse avvicinandosi a lei e prendendole la mano. Si accorse che Oscar
stava tremando...
Si sentì
in dovere di tranquillizzarla.
"Ehi...sto
bene, dico davvero! Per la settimana prossima sarò in piena forma,
vedrai..." - le disse, dolcemente.
"Va bene...con
te ho imparato che è del tutto inutile discutere. Non riuscirei
mai a convincerti." - replicò lei, vinta.
"Andiamo
a cena..." - disse per troncare il discorso, maledicendo la sua vigliaccheria.
Si avviarono
verso la sala da pranzo dove era già riunito il resto della famiglia.
Andrè
continuava a pensare a quello che Oscar gli aveva appena detto. Era davvero
preoccupata per lui, lo aveva capito dalla sua voce. E quando le aveva
preso la mano stava tremando come una foglia per la tensione, lo aveva
avvertito chiaramente.
Che avesse
capito qualcosa sui suoi problemi di vista, oppure...
Ricacciò
indietro quel pensiero che si era affacciato alla sua mente quasi con rabbia.
"Dovresti
smettere di vivere di illusioni, Andrè..." - disse fra sé
e sé - "...non penserai davvero che lei all'improvviso si sia innamorata
perdutamente di te solo perché ti rivolge qualche attenzione in
più! Sei davvero uno stupido, dopo tutto quello che è successo..."
Con questi
pensieri si addormentò, dopo aver preparato la sua uniforme per
rientrare in caserma il mattino seguente.