***
Oscar era distesa nel suo letto, le mani incrociate
dietro la nuca. Cercava inutilmente di distogliere la mente dall’imbarazzante
situazione in cui l’aveva coinvolta sua cugina.
Accidenti a lei, ma cosa le passa per la
testa. Un attimo sembra essere l’immagine della disperazione, e subito
dopo mi mette in imbarazzo in quel modo. E con André per giunta.
Io baciare un uomo! Quella ragazza è
veramente fuori di senno. Cosa le fa credere che io abbia voglia di baciare
qualcuno, e tanto meno André.
Speriamo almeno che quell’imbranato non si
sia accorto di niente….
No, sicuramente no. Oddio, che situazione.
Questa ragazza finirà sicuramente per mettermi in qualche guaio
me lo sento. Fortunatamente ho avuto la prontezza di allontanarmi, altrimenti
solo Dio sa di cosa sarebbe stata capace di dire Béatrice.
E se gli avesse detto qualcosa dopo? No,
non può averlo fatto, se solo le è sfuggita una parola giuro
che la uccido con le mie mani!
Presa dai pensieri Oscar quando sentì
bussare alla porta, con un sussulto quasi cadde dal letto.
"Chi è?"
La porta si spalancò e, senza chiedere
il permesso, Béatrice si precipitò dentro la stanza, chiudendosi
con un botto, l'uscio dietro la schiena.
"Oscar...". I suoi occhi erano velati di
lacrime e il suo sguardo, poco prima luminoso e birichino, ora era disperato.
Oscar, ancora seduta sul letto e ignara della
scena avvenuta poco prima nel cortile, non comprese cosa stava passando
nel cuore della giovane ragazzina. Di sicuro doveva essere successo qualcosa.
"Béatrice, che cos'hai, che è
successo.." era seriamente preoccupata e si alzò di scatto avvicinandosi
alla cugina che se ne stava ancora in piedi contro la porta chiusa.
Non riuscendo a trattenere il pianto, corse
a rifugiarsi fra le braccia di Oscar, dando sfogo a tutta la sua disperazione.
"Insomma Béatrice, smetti di piangere
e dimmi cosa ti prende!" disse Oscar preoccupata del repentino cambiamento
di umore.
"Oscar, Jacques è qui! E io..."
"Come è qui?!" disse scostando la
ragazza da se. Neppure un messaggio era giunto per avvisare il generale
Jarjayes di un ospite e questo non era buona educazione.
"E' qui ho detto! E' venuto a palazzo Jarjayes!
Abbiamo litigato Oscar! Lui dice che io dovevo..e io gli ho risposto di
no e allora lui.." le parole le uscivano una dopo l'altra senza alcuna
logica; era troppo disperata per mettere insieme una frase di senso compiuto.
"Calmati Béatrice, per favore! Ti
sembra il caso di fare così? Dai, raccontami con calma"
La ragazza tirò sul col naso e raccontò
ad Oscar la discussione avuta con Jacques nel parco.
"E' venuto fino qui solo per dirmi che io,
quale sua promessa sposa, avevo il dovere di avvertirlo se partivo per
un viaggio!...Hai capito?! Avvertirlo!!! Come se fosse il mio padrone!!
Ma io sono stufa di questa storia! Io non ne posso più!!"
Effettivamente anche Oscar era del parere
che quel ragazzo si stava comportando in maniera esagerata.
Sospirò, abbracciando la povera cugina
che era in preda alla disperazione più nera. Guardò davanti
a se e pensò "se queste sono le mie vacanze..."
"Béatrice, ti prego, ora calmati.
Adesso scendiamo giù e vediamo cosa si può fare.." cercò
di farla ragionare.
"No Oscar! Io non lo voglio vedere! Deve
andarsene altrimenti io rimarrò chiusa qui dentro, finchè
mio padre non tornerà a prendermi!"
Ossanto cielo!! Oscar lanciò
uno sguardo disperato verso il soffitto, come per implorare un aiuto..
Ma proprio a me! Una ragazzina innamorata,
un ragazzino che si crede il duca d'Orléans e...
"Oscar? Sei lì dentro? C'è
un messaggio da parte di sua altezza la principessa Maria Antonietta. Desidera
vederti adesso a Versailles. Dobbiamo prepararci!! ".
La voce di Andre' dall'altra parte della
porta.
....e una principessa viziata e capricciosa!
MA IO SONO IN VACANZA!!!" (1)
***
"Oscar! Cugina Oscar! Non vorrai mica lasciarmi
adesso!"
Béatrice la guardava con occhi disperati
mentre lei si preparava per andare a corte.
"Devo andare, è mio dovere..." Oscar
stava perdendo la pazienza.
"Ma no. Ma sei in vacanza (2)
. Ma io ho bisogno di te!"
"Ne parleremo al mio ritorno" rispose lei
aggiustandosi la fascia in vita.
Prese il fodero con la spada e si diresse
verso la porta, ma Béatrice le si parò davanti.
"Oscar! Ti prego, fammi rimanere in camera
tua, almeno finchè non torni..eh?" chiese con occhi imploranti.
"Sai bene che nè io nè Andrè
torneremo per cena.., cosa vuoi fare, stare chiusa qui fino a domani?"
"Se Jacques non se ne va, si!" disse risoluta
Béatrice.
"Non fare la stupida, eri tanto coraggiosa
oggi! Tira fuori il carattere!"
Ma quelle parole sortirono l'effetto contrario.
Gli occhi della ragazzina le si riempirono nuovamente di lacrime.
"Ma io..non voglio, non posso affrontarlo!!"
Prendendola per le spalle, Oscar la scostò
di peso e aprì la porta.
"No, no! Aspetta! " gemette la cugina
Ma Oscar non l'ascoltava più, era
già sullo scalone e stava scendendo i gradini.
Dall'atrio le giunsero voci familiari, tranne
una e quando fu davanti al nuovo arrivato, questi si presentò
"Capitano de Jarjayes, i miei rispetti -
disse i lragazzo mettendosi pomposamente sull'attenti: sembrava un manichino
istruito a dovere.. - sono il conte Jacques d'Arguenon e mi
scuso con voi e con la vostra famiglia per non essermi fatto annunciare,
ma la mia fidanzata, mademoiselle Béatrice de la Tours, non ha avuto
la compiacenza di avvertirmi del suo viaggio e..."
"Monsieur ...... - lo interruppe Oscar che
non vedeva l'ora di andarsene, infilandosi i candidi guanti dell'uniforme
- nessuno mi ha avvisato del vostro arrivo, tantomeno è stato
messo al corrente mio padre, ma siate lo stesso il benvenuto a palazzo
Jarjayes. Provvederò subito ad informare mia madre della vostra
visita, potete fermarvi quanto volete.." ma venne interrotta a sua volta
da una voce sulle scale.
"No! Non puoi fermarti! Vattene via!" Era
Béatrice che si sporgeva dalla balaustra.
Oscar era allo stremo. Guardò Andrè
che stava soffocando una risata e, per non mettersi a urlare a sua volta,
preferì cambiare discorso.
"Andrè, dobbiamo andare".
L'attendente si ricompose.
"Certo Capitano Oscar. I cavalli sono già
sellati" rispose Andrè con fare solenne, mettendosi sull’attenti.
"Monsieur d'Arguenon, mademoiselle Beatrice:
fate come se foste.....a casa vostra!"
E rimarcando quell'ultima frase, uscì
all'aperto, assieme ad Andrè, tirando un sospiro di sollievo.
“Oscar, aspetta!”
Il grido disperato di Béatrice non
sfiorò l’animo di Oscar che, senza profferire parola montò
a cavallo e, assieme ad Andrè, si diresse verso Versailles.
Si voltò solamente quando giunsero
al cancello della proprietà dei Jarjayes: Béatrice era ancora
là, ma era stata raggiunta da Jacques e ora sembrava stessero discutendo
animatamente.
“Ma cos’ho fatto di male nella mia vita Andrè?!”
sospirò Oscar dopo un po’ mentre stavano cavalcando senza fretta
verso la reggia.
“Come dici?” lui fece finta di non aver sentito.
“Ho detto che non mi merito tutto questo!”
disse lei facendo un gesto con la mano.
“Indubbiamente sei sfortunata, Oscar - convenne
Andrè - una governante impicciona come mia nonna, una principessa
viziata come Maria Antonietta, come ospite una cugina lunatica come quella
e un ragazzino sciocco e per giunta innamorato cotto.....” fece per emettere
una debole risatina che però venne repressa sul nascere, dopo che
ebbe visto l’occhiata che Oscar gli aveva rivolto.
“E tu non è che mi sei di tanto aiuto
Andrè! Tu te ne vai a pescare!”
“A proposito Oscar, che avete combinato voi
due in questi giorni?”
“Non ci crederai Andrè, ma Béatrice
si è rivelata tutta un’altra persona da come me l’aspettavo…prima
che arrivasse quel ragazzo intendo”
“In che senso?”
“Nel senso che sa dar di spada come una combattente
provetta, quasi mi batteva!”
Andrè sgranò gli occhi incredulo
“Dovevi vederla! Affondava i colpi come se
avesse tenuto la spada in mano da anni, anziché il ventaglio! Alla
fine ho dovuto difendermi!”
“Non è che le hai dato vantaggio?”
“Assolutamente no! Però ha la facilità
di cambiare umore da un momento all’altro: serena e spensierata prima e
subito dopo disperata e piangente! Ma l’hai vista anche tu no?”
“Già…forse è colpa di Jacques..”
convenne Andrè
“Colpa sua sicuramente, ma non del tutto.
Quei due si devono sposare lo sai vero?”
“Si, mi era parso d’averlo sentito”
“Béatrice è convinta che lui
non l’ami, che la sposi solo perché le famiglie hanno deciso così”
“Anche tu lo pensi Oscar?”
“Penso solo che se una persona si sobbarca
un viaggio come quello solo per dire alla propria promessa sposa che doveva
avvertirlo prima..beh.!”
“Si, è quello che penso anche io -
convenne Andrè - Il fatto è che Béatrice, da quanto
ho capito, non crede ai sentimenti di Jacques”
“Sia lei che lui sono solo dei ragazzini,
che ne possono sapere dell’amore..” disse Oscar.
Andrè la osservò con aria interrogativa.
“Oscar, Béatrice ha solo due anni
meno di te e, benchè sia ancora giovane, ha sicuramente più
esperienza di te in quel campo!”
“Andrè, a me non interessa affatto
farmi dell’esperienza in “quel campo”! - rispose lei sbottando più
del dovuto e senza volere, arrossendo violentemente al pensiero dei discorsi
che avevano fatto quel pomeriggio lei e la cugina.
“Ehi! Calmati! Non volevo offenderti, ma
perché poi ti scaldi tanto? Sta tranquilla, credo fermamente che
nessun uomo ti degnerà mai di uno sguardo, almeno sotto “quel genere”
di profilo” rispose lui, pensando di farle un complimento.
Oscar bloccò il cavallo e si girò
verso il suo attendente che la seguiva.
“Vai al diavolo Andrè! Vai al diavolo
tu e mia cugina! Andate al diavolo tutti e due!”
E spronò César al galoppo,
lasciando Andrè esterrefatto e solo, in mezzo alla strada che portava
a Versailles.
Fine 6° parte
(1)
Frase che pronunciava sempre Billy Crystal nel film "Scappo dalla città:
la vita l'amore, le vacche". Lo so che non è molto "romantico" citare
Billy in questo contesto, ma questa è una frase che ripeto spesso
(Alex) quando sono stressata ^_^
(2) ...Vedi
nota 1 (^_^)
.
Rose e Alex