N.d.Alex
confesso, mi trovavo nelle canne e
la preziosissima Rose
mi è venuta in aiuto. Ne è nato questo parto della nostra
"fervida" fantasia. Ringraziamo tanto Monica/Windy che, sempre gentile
e disponibile, ci dà una mano preziosissima.
La
cugina Béatrice
~
parte 5 ~
<<Come sposare?!>> esclamò Oscar
incredula. Béatrice era più piccola di lei, quanti anni aveva?
Quattordici? Tredici?
<<Ti stupisci Oscar? Beh, ovvio, a
te non capiterà mai, o almeno non così, non come sta capitando
a me...>>
<<Ma....chi è? Si, insomma,
il tuo...il tuo....>> non voleva parlare troppo ma Béatrice finì
la domanda per lei.
<<Fidanzato vuoi dire? Che importanza
ha...>>, disse alzando le spalle.
<<Ma..ma...tu..voi...lui...>> era imbarazzante
per lei affrontare questo tipo di conversazione <<si, insomma....ne
sei innamorata?>>
<<Si...>>
<<E allora?? Non sei felice di sposarlo?
Non capisco..>>
Béatrice, presa dalla rabbia, diede
un calcio ad un sassolino, gettandolo in acqua e si alzò. In piedi,
fronteggiando con occhi fiammeggianti lo sguardo di Oscar, ancora incredulo.
<<E perché dovrei essere felice
Oscar! Eh? Che ne sai tu! Il nostro matrimonio ci è stato imposto
sin dalla nascita capisci? Dalla nascita! Non abbiamo mai avuto l’opportunità
di pensare diversamente. Siamo stati cresciuti, educati per essere un giorno
il “Conte e la Contessa d’ Arguenon “ - disse queste parole facendo buffo
un inchino - Ma nessuno di noi è pronto per fare un simile
passo, io posso amare Jacques, posso essermene innamorata in tutti questi
anni ma lui..lui....no! Lui no! Lui mi sposa solo perché le sono
stata imposta…imposta….>>
Si mise a singhiozzare, le mani sul viso.
Era come se su Oscar si fosse abbattuto un
fiume in piena: tutte quelle parole, quelle frasi, la disperazione di quella
ragazza che, benché amasse il suo futuro sposo, temeva che quest’ultimo
la sposasse solo perché era costretto a farlo.
<<Ora capisci, Oscar, capisci perché
ti invidio...>>
Si, ora lo comprendeva e lo giustificava.
Ringraziò suo padre perché le aveva risparmiato quel genere
di tormento; se per caso non fosse mai stata educata come un ragazzo, adesso
sarebbe sicuramente al posto di Béatrice, a disperarsi per un matrimonio
imposto.
Le circondò le spalle con un braccio
nel tentativo di confortarla, ma con quel gesto contribuì ad accrescere
quel pianto, sfogando sul suo grembo tutta la disperazione trattenuta.
Oscar le accarezzava delicatamente i capelli lasciando che la crisi passasse
da sola.
I singhiozzi diminuirono e dopo qualche minuto
lentamente cessò di piangere. Ora tacevano, come a voler che il
tempo lenisse i tormenti entrambe.
<<Sai… è stato lui, Jacques.>>
Disse Béatrice senza alzare il volto.
<<A fare cosa…?>>
<<Ad insegnarmi tutte quelle cose.
Fin da quando eravamo piccoli, lui mi insegnava tutto ciò che imparava
dai suoi precettori, tutte quelle cose che a me erano proibite.>>
<<Se le cose stanno così dovresti
essere felice, lui meglio di chiunque altro conosce il tuo cuore e i tuoi
desideri.>>
<<Ti sbagli, per lui non sono
che un’amica di infanzia e ora mi sposerà solo perché costretto
dalla volontà delle nostre famiglie. Fino ad ora ha accontentato
quelli che per lui erano i capricci di una fanciulla, ma quando sarò
sua moglie non me lo permetterà più, ne sono sicura. Dover
sopportare queste costrizioni proprio da lui è ciò che più
mi fa stare male, a questo punto preferirei sposare un qualunque sconosciuto,
chiunque ma non lui. Oscar, sono condannata, cosa posso fare… Io voglio
essere libera, libera di saltare, correre, cavalcare tanto veloce da poter
toccare il vento, io voglio vivere!>>
Oscar guardava gli occhi di Béatrice
mentre pronunciava quelle parole. Brillavano di una luce argentea e tutto
ciò che era intorno ne sembrava irradiato. Ma se i suoi timori sul
futuro si fossero avverati, quella luce si sarebbe spenta per sempre. Improvvisamente
ricordò lo sguardo di André e le sue parole quando vide Béatrice
il giorno del suo arrivo.
André. Sei sempre stato capace
di leggere dentro gli altri. Sei capace di vedere l’animo delle persone.
André, amico mio, io ho ancora quella luce? O la vita è già
stata capace di cancellarla. Negli occhi di Béatrice hai saputo
vedere le mie stesse angosce per un futuro che non ci appartiene, la paura
di affrontare una vita imposta, ma anche il suo desiderio di vivere.
Caro, caro amico mio, io ho ancora quella luce negli occhi? Dimmi che ancora
si può intravedere, che ci può essere una speranza di felicità
anche per me. Quel giorno io ho sentito le tue parole. “Sei ancora in tempo”,
hai detto. Ma ti sbagli ormai era troppo tardi. Ti sei mai chiesto cosa
volesse dire per me “diventare” donna? No, André, ormai non avrei
più potuto accettare le regole di una vita da donna. Non una come
me. Per questo ho scelto di indossare quella divisa, fra le due strade
che mi si aprivano davanti, l’unica opportunità era per me scegliere
il male minore. Per non perdere, se non la libertà, perché
libera non sono, almeno la dignità… e per non perdere te. Le loro angosce erano tanto opposte quanto
simili. Entrambe si sentivano strette nella morsa del dovere, oppresse
da ciò che ci si aspettava da loro, da una vita costruita da altri,
senza possibilità di fuga. Proprio per questo, anche se le loro
vite erano completamente opposte, riusciva a capire la frustrazione di
Béatrice.
Oscar ormai aveva già deciso del suo
futuro, si era incamminata nel percorso deciso da suo padre, ma per Béatrice
non esisteva libertà di scelta.
Adesso la cugina aveva appoggiato la testa
sulle ginocchia e Oscar non sapeva più cosa dirle. Aveva ragione,
ma non era una consolazione per lei, anzi. Oscar si sentì molto
solidale con quella ragazza e avrebbe voluto aiutarla in qualche modo.
<<Béatrice, non hai mai pensato
di parlare alla tua famiglia?>>
<<A che scopo? I miei sentimenti non
contano nulla, conta solo la forma>>
<<E Jacques?>>
<<Come?>>
<<Si, insomma, il tuo promesso sposo.
Che tipo è?>>
Béatrice alzò il viso verso
il cielo, come a bearsi della luce del sole sulle sue guance.
<<Jacques è come questo cielo...limpido,
luminoso e sereno>>
<<Ne sei innamorata..>> si sorprese
ad ammettere Oscar. Che parola difficile per lei...
<<Si....molto.... - voltò
lo sguardo verso Oscar - lo amo molto! Lo amo così tanto che potrei
scoppiare!>>
<<E non pensi che anche lui lo sia
di te?>>
<<Non so. Se così fosse non
me l’ha mai fatto notare. Jacques è un grande amico, è sempre
stato con me, siamo cresciuti insieme...un po’ come tu e Andrè!>>
Andrè era come un fratello per lei,
un compagno di giochi tempo prima e un validissimo amico adesso. Non aveva
mai provato a considerarlo diversamente. Suo padre l’aveva istruita ad
essere un militare, non una ragazza che cede ai sentimenti. E Andrè,
lei era certa, la pensava uguale.
<<Sai Oscar, ci siamo baciati una sola
volta..>> le confidò la cugina, con aria da chi aveva combinato
una marachella. Oscar le sorrise di rimando.
<<E’ accaduto lo scorso inverno - continuò
Béatrice, senza che Oscar le chiedesse di farlo - Io ero in
collegio....ricordo che i miei mi obbligarono ad andarci, perchè
dovevano intraprendere uno dei loro viaggi in Inghilterra e non volevano
che restassi sola a casa...e lui con una scusa mi venne a trovare, accompagnato
dalla zia, sai, mica lo facevano passare da solo..- sorrise sorniona e
proseguì - andammo fuori, nel cortile, non c’era nessuno e lui mi
disse che gli mancavo e poi mi diede un bacio>> continuò Béatrice
con sguardo sognante.
Ha una facilità incredibile di cambiare
umore, pensò Oscar mentre la guardava e si rese conto di invidiarla
un pochino...
<<Scusa Béatrice, perché
allora ti domandi se ti ama? Mi sembra evidente>> disse Oscar con l’imbarazzo
di una persona che non conosceva nulla dell’amore.
<<Solo perché mi ha dato un
bacio non significa che mi ama! Mi può aver baciato solo perché
gli mancavo e basta! Oh! Oscar! Devi proprio imparare ogni cosa!>> rispose
Béatrcie sorridendo.
Oscar ammutolì, effettivamente lei
non ci capiva un’accidenti di queste cose.
<<Vuoi sapere com’è?>> le chiese
dopo un po’ la cugina.
<<Com’è cosa?>> rispose di rimando
Oscar, presa alla sprovvista e arrossendo lievemente.
<<Un bacio!>>
<<Beh, non so, io...>> disse titubante
Oscar, rossa fino alla radice dei capelli.
<<Tu non hai mai baciato nessuno cugina?>>
incalzò Béatrice che sembrava divertirsi un mondo a metterla
in imbarazzo.
Oscar, con uno slancio si alzò in
piedi. Quei grandi occhi verdi la fissavano, senza la minima punta di vergogna,
ma non c’era traccia di malizia nel suo sguardo.
<<Certo che no! E non penso che capiterà
facilmente!>>
<<Beh, non si può mai dire,
magari un giorno desidererai anche tu baciare qualcuno, appassionatamente,
....>> continuò, stiracchiandosi e beandosi di quel ricordo.
Ecco, aveva riacquistato tutto il buonumore
di prima. Le era bastato pensare forse a Jacques...
Oscar si riaccomodò nervosamente sul
prato e si mise a strappare dei ciuffi d’erba, evidentemente imbarazzata.
<<Vuoi che ti dica com’è?>>
incalzò Béatrice
<<Mah, non penso che io....>>
Béatrice le si avvicinò <<Oscar,
io so benissimo che vorresti saperlo..- le sussurrò piano piano
all’orecchio - ma non hai il coraggio ad ammetterlo con te stessa, ...dai...>>
Oscar ricordò che da bambini, lei
e Andrè si nascondevano dietro alle siepi del giardino di casa Jarjayes
e assistevano agli amoreggiamenti delle sue sorelle con i loro promessi
sposi. Si divertivamo come matti ad intrufolarsi nei cespugli per poi sbucare
nel momento “meno” opportuno e spaventare a morte i poveri piccioncini.
E poi se la ridevano della grossa e giuravano a loro stessi che quelle
“schifezze” loro non le avrebbero mai fatte.
<<Guarda che non è che mi interessi
poi molto!>> le rispose voltando il viso dalla parte opposta, le seccava
che la cugina la vedesse arrossire
<<Oscar, non mi dire che tu e Andrè
non avete mai provato a baciarvi!>> disse quasi scandalizzata Béatrice.
Oscar si voltò di scatto, assumendo
un’aria alquanto buffa e meravigliata allo stesso tempo.
<<Cooooosa?? Io e....>>
<<Beh, in fondo lui è il tuo
migliore amico, e con chi se non con lui avresti potuto..>>ma venne interrotta.
<<Ascolta, toglietelo dalla testa!
Io prima di tutto non bacerò mai nessuno, secondariamente Andrè
è un amico, un fratello, vuoi che mi metta a baciare mio fratello?
E poi scusa, ma che schifo!>>
Béatrice ora rideva come una pazza.
<<Oscar calmati! Guarda che la mia
era solo una battuta, ma perchè poi te la prendi tanto scusa,
così vuol dire che in fondo vorresti provarci..dico bene?>>
<<Ti va se cambiamo argomento?>> Oscar
era distrutta.
<<Come vuoi, peccato, per la prima
volta avrei potuto insegnarti io qualcosa..- disse Béatrice alzando
le spalle con aria di sufficienza - però....beh, un bacio prima
o poi bisogna darlo ed è meglio che il primo bacio lo si dia ad
una persona a cui si vuol bene>>
<<Ti ripeto che io non bacerò
mai nessuno e con questo chiudo l’argomento!>>
<<Mai dire mai, cugina Oscar!>>
<<Si è fatto tardi, andiamo?>>
tagliò corto Oscar.
<<Andiamo>> rispose la cugina, alzandosi
un poco di malavoglia.
Quando ripresero la strada di casa, il sole
stava tramontando dietro le colline.
<<Béatrice, ti consiglio di
passare dal retro - l’ammonì Oscar - se Nanny ti vede così
sudata mi prenderà a sberle!>>
<<Si, forse hai ragione..e poi le avevo
promesso che oggi sarei rimasta a casa per provarmi il vestito>>
Le due ragazze raggiunsero le scuderie e
quando entrarono, trovarono Andrè beatamente addormentato su di
una balla di fieno.
<<Ma guardalo! Poverino, distrutto
dalla fatica!>> rise Oscar, avvicinandosi per svegliarlo.
<<Oscar, no, non svegliarlo adesso!>>
intervenne Béatrice
Oscar la guardò con aria interrogativa
<<E’ il momento migliore per “provare”,
che ne dici?>> le disse la cugina con aria birichina e complice, strizzandole
l’occhio.
<<Provare? Cosa?>>
<<Oscar, ti devo dire proprio tutto!>>
Ma Oscar capì.
<<Ma sei scema!? Ti ho detto che non
se ne parla, non lo farò mai, mai!>
Il tono era così alto che, ovviamente,
Andrè si destò.
<<Oh..eh..Oscar…siete voi, siete arrivate…io..ecco…stavo..si..stavo..>>
<<Ciaaaaao Andrè>> lo salutò
civettuola Béatrice, dando una gomitata a Oscar perché dicesse
anche lei qualcosa.
Oscar si sentì come se l’avessero
scoperta a rubare.
<<…ci stavi aspettando Andrè?>>
disse solo.
<<Si, effettivamente si. Mi sono accorto
che mancavano i vostri cavalli per cui mi sono fermato qui ad aspettarvi.>>
<<Che cariiino graaazie!>> continuò
Béatrice, ridacchiando.
Andrè l’osservò incuriosito,
dopodichè rivolse uno sguardo ad Oscar, come a chiederle spiegazioni.
Ma ciò che vide, contribuì
a renderlo ancor più sorpreso: stampato sul viso di lei, c’era un
colore rossastro misto al violaceo che faceva paura. Non l’aveva mai vista
così.
<<Oscar? Che ti prende? Stai male?>>
<<Nn..no..- balbettò - non ho
niente e adesso scusami - rispose imbarazzata e uscì di corsa dalla
scuderia.
Béatrice stava per scoppiare a ridere
davanti al comportamento bizzarro della cugina/militare e all’espressione
sorpresa di Andrè, quando una figura che usciva dal portone di casa
la paralizzò.
<<…Jacques….>>