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A differenza del giorno precedente, quella
mattina Oscar si alzò di buon ora. La compagnia della cugina iniziava
a non recarle più quel fastidioso senso di intrusione sentito inizialmente.
Forse la sua presenza avrebbe potuto animare piacevolmente la solita routine
da cui a volte si sentiva segretamente oppressa. Trovare un’altra donna
con cui confrontare, almeno in parte, i suoi pensieri. Fino ad allora lo
aveva potuto fare solo con André, ma con una donna sarebbe stato
diverso, più confortante. Ci aveva pensato a volte, ma poi aveva
ritenuto che fosse impossibile trovarla fra la schiera di dame che ornavano
il mondo di cui faceva parte e questi pensieri aggravavano la sensazione
di essere una persona fuori luogo, fuori tempo . Invece forse l’aveva trovata
proprio all’interno della sua famiglia. Probabilmente non si sarebbe rivelata
quell’abile spadaccina che aveva vantato di essere, ma questo tutto sommato
non era molto importante. Aveva dimostrato di essere una ragazza schietta,
capace di pensare non solo a corsetti e acconciature. Solo il fatto che
trovasse noioso l’ambiente di corte le era bastato a provare insolita simpatia
nei suoi confronti, anche se in quel momento aveva preferito non darlo
a vedere.
Dopo avere mangiato qualcosa al volo si affrettò
a preparare spade e cavalli; se qualcuno le avesse viste avrebbero dovuto
dire addio ai loro programmi.
Avrebbe aspettato Béatrice sul retro
del palazzo. La vide sgattaiolare fuori dalla porta della servitù,
era vestita sempre in abiti maschili, dove fosse riuscita a procurarseli
rimaneva un mistero.
<<Vedo che sei già pronta, possiamo
andare?>>
<<Certo, anzi muoviamoci, prima che
tua madre ci trovi e ci costringa a partecipare a qualche noiosissimo ricevimento.>>
<<Non me lo faccio ripetere due volte.>>
rispose Oscar ridendo.
Come d’accordo si recarono al bosco, ai margini
della Senna, lì avrebbero potuto allenarsi indisturbate.
Impugnati i fioretti si misero di fronte.
Inizialmente Oscar cercò di misurare attentamente i colpi, portando
i propri affondi ad una minima distanza di sicurezza, ma non Béatrice,
che si dimostrò subito un’avversaria abile. Aveva un’ottima
tecnica, e i suoi colpi arrivavano precisi al punto da diventare pericolosi,
se Oscar non avesse iniziato a prendere sul serio la sfida.
La leggerezza della sua costituzione le permetteva
inoltre movimenti agili e veloci, tanto da diventare difficili da intuire.
Continuarono fino a quando non si sentirono
entrambe esauste, poi andarono a rilassarsi sulla riva del fiume.
<<Complimenti Béatrice, sei
davvero un’avversaria temibile. Devo ammettere che non me lo aspettavo.
Ma chi te lo ha insegnato? Non penso certo tuo padre…>>
<<Ovviamente no, - rispose la
ragazza, sedendosi sull’erba - mio padre mi ucciderebbe se sapesse che
io...>> si interruppe, lo sguardo offuscato da un ombra. <<Mio padre
non....mi capisce.. Oscar, ti invidio sai! Tu puoi fare quello che vuoi,
non sei costretta a comportarti in un certo modo, tu non fingi mai! Sei
libera, Oscar!>>
<<Credi? >> sospirò e si distese
sul prato <<Beh, ti sbagli invece. Non è facile, soprattutto
sopportare tutti i giorni gli sguardi delle persone. Alcuni che ti invidiano,
altre che ti temono e gli uomini....beh, lasciamo stare>>
<<Oscar, raccontami un poco della tua
vita, ti prego>>
<<Cosa vuoi che ti dica, la mia vita
non è che sia così interessante. Certo, evito di fare la
bella statuina come tutte le ragazze della mia età, ma ....non è
facile, Béatrice, credimi. Molte volte vorrei che tutto ciò
finisse, vorrei poter essere libera di vivere come pare a me e non come
mio padre vuole che viva. Ma....chissà, forse sono troppo codarda
per ribellarmi...>>
<<Questo vale anche per me, Oscar.
Io non sopporto la vita insulsa che i miei genitori vogliono che impormi...fatta
solo di moine e vezzi. Io vorrei tanto vivere a modo mio, come io decido
e basta!>>
<<Béatrice, posso chiederti
perché..>> provò a chiederle chiese Oscar, osservandola attentamente,
ma la cugina la interruppe.
<<Perché la penso così?
E perché non dovrei? Sono stata viziata dalla mia famiglia, sono
stata tenuta distante da tutto e da tutti, ma ho un cervello! Ho la mia
testa, il mio intelletto, so pensare e ragionare e..>> si accorse di stare
esagerando quando vide un’espressione un poco stupita dipingersi sul volto
di Oscar. <<Scusami..>> disse abbassando la testa. <<Scusami
è solo che...>>, senza rendersene conto prese a piangere silenziosamente.
<<Béatrice...>> Oscar era preoccupata
<<scusami Béatrice io non volevo provocarti dispiacere>>
<<No, Oscar, non è nulla. Solo
che....sai Oscar, molto probabilmente a fine estate mi dovrò sposare>>.
Fine 4° parte
Rose e Alex