N.d.Alex
confesso, mi trovavo nelle canne e
la preziosissima Rose
mi è venuta in aiuto. Ne è nato questo parto della nostra
"fervida" fantasia. Ringraziamo tanto Monica/Windy che, sempre gentile
e disponibile, ci dà una mano preziosissima.
La
cugina Béatrice
~
parte 2 ~
<<Madre, ma credete che sia proprio necessario
che indossi la divisa? Non vi pare un po’ esagerato?>>
<<Oh Oscar, non fare così! Béatrice
arriverà oggi, accompagnata da tuo zio, il Conte de la Tours e io
vorrei che ti vedesse con l’uniforme! Ho scritto tante volte a mia sorella
del tuo incarico...>>
Madame de Jarjayes era al settimo cielo.
Sembrava che stesse per arrivare il re in persona e invece si trattava
pur sempre di un parente.
Marron Glacés correva a destra e a
sinistra per verificare che tutto fosse perfetto, quando una carrozza fece
il suo ingresso nel cortile del palazzo.
<<Oscar, finisci da sola e scendi subito!>>
La contessa de Jarjayes chiuse dietro di
sé la porta della stanza della figlia e corse a ricevere gli ospiti.
<<Oscar, finisci da sola e scendi
subito!!! >> la scimmiottò la figlia, facendo una smorfia con
la bocca in direzione della madre appena uscita.
<<Uffa, mi chiedo che cosa succederebbe
se un giorno dovesse arrivare la regina di Francia a casa mia, invece che
una semplice e insulsa cugina!>>
Finì di abbottonarsi la giubba bianca,
si annodò la fascia in vita e aprì la porta della sua stanza.
Si sentivano gridolini di gioia provenire
dabbasso e si udiva madame de Jarjayes profondersi in mille complimenti.
Oscar prese a scendere l’enorme scalone e
intanto pensava all’estate che stava per cominciare.
Con un vago sorriso sulle labbra, pensando
a svignarsela appena possibile, raggiunse l’atrio del palazzo e subito
notò la presenza di André, di spalle, che guardava fuori
dalla porta.
Quando gli fu a fianco vide che l’amico aveva
in viso una strana espressione.
<<André?>>
Nessuna risposta
<<André?!>>
Niente
Oscar gli diede uno spintone e il ragazzo,
barcollando, si voltò.
<<Ah! Oscar..! Sei qui..! Io..non...non
ti avevo....notato...>>
<<Si, certo, su questo non ho alcun
dubbio...ma che hai André? Hai battuto la testa?!>>
<<Eh..?>>
<<Si, vabbè..buonanotte!>>
Oscar, sbuffando, uscì dal portone.
<<Ah ecco la nostra Oscar!>> disse
Madame de Jarjayes.
Giunta davanti alla carrozza, un uomo vestito
elegantemente teneva la mano ad una ragazzina...o per meglio dire, ad una
giovane donna molto avvenente.
<<Oscar, ricordi tuo zio, il conte
de la Tours?>>
<<Certo - mentì spudoratamente
Oscar - siate il benvenuto a casa Jarjayes, conte de la Tours>>
Disse salutando e facendo in piccolo inchino
all’uomo, il quale rispose altrettanto educatamente.
<<Ah! E’ questa allora la mia cara
nipote Oscar, oh, scusatemi, il miO carO nipote, volevo dire - si corresse
il conte, un po’ imbarazzato - ...Complimenti Oscar, so che siete diventato
il nuovo capitano della Guardia Reale!>>
<<Ehm..si, conte>>
Oscar non riusciva a togliere gli occhi di
dosso a quella ragazza, che sembrava si nascondesse quasi pudicamente dietro
il mantello del padre.
<<Oscar, ricordi vero di Béatrice?
Tua cugina>>
<<Come no - mentì ancora - benvenuta...cugina
Béatrice>>
A quel punto la ragazza si scostò
dal padre e fece un profondo inchino.
<<Oscar, cugina Oscar. Oh…volevo dire…capitano…Oscar..-
arrossì imbarazzata - E’ un piacere rivedervi, spero vi ricorderete
di me...>>
<<Ma certo che si ricorda di voi, cara
- intervenne madame de Jarjayes - e non vi preoccupate, potete chiamarla
semplicemente Oscar…>> disse, ammiccando verso la figlia che la guardava
un po’ infastidita. Poi proseguì.
<<Oscar moriva dalla voglia di rivedervi,
vero?>> chiese, aspettando un cenno di assenso dalla figlia.
Oscar aveva osservato Béatrice e le
sembrava che quella frase banale di saluto che le aveva rivolto, quel suo
“piccolo errore” sulla sua personalità, non fosse dovuto alla sbadataggine…ma
fosse realmente voluto. Ma si diede della sciocca, quella era una stupida
ragazzina viziata e molto probabilmente non sapeva neppure lei cosa volesse
dire.
<<Allora, Oscar, te la rammenti Béatrice,
vero?>> incalzò sua madre.
<<Come? Ah, certo, sicuro che mi ricordo
di voi>> mentì Oscar rivolgendosi alla ragazza.
Si voltò, in quel momento, domandandosi
dove si fosse cacciato André, aveva bisogno di un supporto, di una
scusa per andarsene.
Lo vide, sempre nella stessa posizione e
sempre con quella strana faccia da pesce lesso di prima.
<<Caro cognato, vi fermerete un po’
con noi vero? Il generale mio marito avrebbe voluto essere qui a rendervi
omaggio, ma oggi è stato richiamato a Parigi. Confida che vi fermiate
per cena>> disse, quasi pregando, la contessa de Jarjayes.
<<Mi spiace madame, ma mi è
impossibile. Ho condotto qui la mia Béatrice ma devo raggiungere
il porto di Le Havre al più presto. Mia moglie, vostra sorella ,
mi attende a bordo della nave che salperà giovedì per l’Inghilterra>>
<<Avremo cura noi della vostra creatura,
conte, non dubitatene>> rispose madame de Jarjayes.
<<So che è in ottime mani. -
asserì il conte de la Tours e poi rivolgendosi a Oscar - Non è
forse questa la casa del capitano delle Guardie Reali?>>
Béatrice, a quelle parole, rivolse
un sorriso ad Oscar.
Era veramente una ragazza molto affascinante,
ma c’era qualcosa nei suoi occhi che non convinceva Oscar. Qualcosa le
diceva che la cugina Béatrice non fosse esattamente ciò che
voleva sembrare…
Malgrado Oscar non fosse in grado di essere
obiettiva nel giudicare l’aspetto fisico di una donna, riconobbe a se stessa
che quella ragazza era di una bellezza sconvolgente.
Capelli rossi, occhi verdi e pelle bianchissima,
era un poco più bassa di lei e aveva un anno in meno.
Quella sera a cena, la cuoca e la governante
avevano superato loro stesse.
Sembrava che come ospite ci fosse tutta la
famiglia reale al completo, da quante leccornie avevano preparato, e sulla
tavola troneggiava un enorme corbeille fatta di gigli, ranuncoli e rose
bianche.
<<Nanny, hai superato te stessa!>>
disse compiaciuta madame Jarjayes. <<Non vedevo una tavola così
da quando si è sposata la nostra Ortence!>>
<<Signora, abbiamo un’ospite molto
speciale!>> asserì la nonna, mal celando una espressione di soddisfazione.
<<Se è pronto, puoi chiamare
a tavola allora>> disse la signora, allontanandosi.
La serata si svolse senza sorprese, tranne
qualche starnuto di Oscar che fu costretta a cenare con un enorme giglio
che la “guardava” e che le faceva svolazzare sotto il naso tutto il suo
polline. Dopo il terzo starnuto di fila, fu bersagliata dallo sguardo di
rimprovero della madre.
<<Oscar tesoro, contegno per favore..>>
disse imbarazzata.
<<Madre, non è colpa mia - rispose
lei col naso quasi tumefatto, - lo sapete benissimo che questi “cosi”
mi procurano fastidio>> disse, reprimendo a stento il quarto starnuto.
<<C’è modo e modo mia cara....>>
la rimbrottò madame, elargendo un superbo sorriso di circostanza
all’ospite, che seguiva la discussione con un lieve increspamento delle
labbra, l’etichetta le impediva di ridere in queste circostanze.
<<Le ragazze di buona famiglia
si mettono sempre il fazzoletto davanti al naso per starnutire!>> sentenziò
madame.
<<Avanti, mia cara, cosa centrano adesso
“le ragazze” di buona famiglia>> la interruppe borbottando il generale
Jarjayes. <<Oscar è un uomo no?>>
A quelle parole la piccola Béatrice
emise una debole risatina, il massimo che potesse concedersi.
Oscar la fulminò con lo sguardo.
Quando fu il momento del dolce ad Oscar parve
di sognare. L’incubo “polline” stava per finire. Aveva però calcolato
male: Nanny e la cuoca avevano composto una mousse al...lampone con “fiori
di campo” come guarnizione al piatto.
<<Oh no......>> povera Oscar, la tortura
non aveva fine....
Dopo cena, finalmente, ebbe il permesso della
madre di alzarsi e si allontanò col naso pesto verso le cucine,
certa che avrebbe trovato un po’ di tranquillità col suo amico André.
<<Oscar, ricordati che abbiamo un’ospite...>>
la voce della madre le arrivò ovattata.
<<Certo, come posso dimenticarmene!>>
farfugliò la ragazza, senza farsi sentire.
Quando fece il suo ingresso nella cucina,
vide André che, sempre con le gambe sul tavolo, stava “spolverando”
col mestolo l’ultimo residuo di mousse al lampone.
Quando si accorse della sua presenza, aveva
la bocca completamente rossa.
Oscar, degna rappresentante del gentil sesso,
rise sguaiatamente a bocca aperta, finalmente libera di comportarsi come
voleva, non essendoci nessun altro nei paraggi.
<<Com’è andata la cena?>> chiese
il ragazzo, ritornando a pulire la tazza.
<<Uno schifo! Ho starnutito per tutto
il tempo!>>
Lui la osservò interrogativo.
Lei, con un cenno del capo, gli indicò
i gambi dei fiori tagliati e sparsi sul tavolo.
<<Ah già, sei allergica al polline
di quei fiori!...Mia nonna se n’era dimenticata eh?>>
<<Già...>> disse lei, sedendosi
e appoggiando entrambe le braccia sul tavolo, per reggersi il mento.
<<Sembra che la nonna, da quando c’è
tua cugina abbia perso ogni barlume di senno..L’ho sentita dire che vorrebbe
cucirle un abito….>>
<<Sai André, all’inizio speravo
che con l’arrivo di un’ospite, noi fossimo più liberi e invece...>>
sbuffò <<pensa che secondo mia madre, domani dovrei portarla
a Versailles!>>
<<A Versailles?? Ma non si potrebbe
aspettare la festa di mezza estate? In fondo tu ora non sei in servizio..>>
<<Ah questo lo so bene! Ma mia madre
dice che IO devo presentare LA CARA CUGINA alle persone importanti....sinceramente
non la facevo così rigidamente legata all’etichetta..., così
domani, mio caro André, dobbiamo svegliarci presto e andare a Versailles>>
<<Dobbiamo?>> chiese il ragazzo, alzando
un sopracciglio.
<<Certo, dobbiamo!!!>>
<<Veramente io avevo deciso di andare
a pescare...>>
<<Storie!, se la cugina la devo sopportare
io, la dovrai sopportare anche tu!>>
<<Addio pesca....bene, la “padrona”
sei tu, Oscar, domani andiamo a Versailles!>>