N.d.Alex
confesso, mi trovavo nelle canne e
la preziosissima Rose
mi è venuta in aiuto. Ne è nato questo parto della nostra
"fervida" fantasia. Ringraziamo tanto Monica/Windy che, sempre gentile
e disponibile, ci dà una mano preziosissima.
La
cugina Béatrice
~
parte 1 ~
Estate 1770.
La Francia era ancora
lontana dall’essere quell’inferno di ferro e fuoco che sarebbe stata vent’anni
dopo.
Il popolo francese
viveva apparentemente tranquillo nella sua povertà, speranzoso ancora
in un futuro migliore, nella saggezza del delfino e nella grazia della
principessa Maria Antonietta.
A Versailles si vivevano
i giorni più spensierati.
L’arrivo della nuova
principessa dall’Austria aveva messo in subbuglio la corte e mille pettegolezzi
prendevano campo tra le dame.
Maria Antonietta era
da poco giunta in Francia, monopolizzando su di sé l’attenzione
dell’intero ambiente di corte e attirandosi, inevitabilmente, anche
molte antipatie.
Era bella la giovane
principessa, spumeggiante e vitale come la sua età le permetteva
di essere; era una ventata di aria fresca nella vecchia e antiquata reggia
di Versailles che il grande Re Sole, quasi cent'anni anni prima, aveva
faticosamente costruito.
Non era abituata alla
rigida etichetta a cui era sottoposta; la regina era morta parecchi anni
prima, era quindi lei, in qualità di delfina, la prima donna di
Francia.
Ma la piccola principessa
non era avvezza a queste norme dettate dal rigido protocollo di corte:
praticare il lever, il coucher e pranzare in pubblico la imbarazzava
molto. Doveva sottostare agli obblighi che il cerimoniale prevedeva, ma
controvoglia, e si riprometteva che, una volta regina, avrebbe abolito
queste assurde pratiche.
La spensieratezza e
l’allegria erano ancora due sue formidabili doti che, negli anni a venire,
con l’incalzare degli eventi, avrebbe irrimediabilmente perso.
Quell’estate, anche
nella casa del generale Jarjayes ci sarebbero state grandi novità.
<<Mia cugina...chi?!>>chiese
Oscar con l’aria interrogativa.
<<Béatrice,
Oscar, non ti ricordi di lei? E’ la figlia di tua zia, mia sorella Emilie,
la contessa de la Tours>>
Madame Jarjayes spiegava
pazientemente alla figlia che la cugina, la contessina Béatrice
de la Tours, sarebbe venuta in visita da loro per trascorrere l’estate.
I suoi genitori dovevano
partire per l’Inghilterra: il padre, il conte de la Tours era un’importante
ambasciatore.
<<Madre, io veramente
non la conosco affatto...ma siete sicura che io l’abbia già incontrata?>>
<<Ma certo Oscar,
che domande mi fai! E ora scusami cara ma devo andare, voglio che tutto
sia in perfetto ordine quando arriveranno gli ospiti e c’è sempre
così poco tempo…>>
Oscar, dopo essersi
fermata un po’a rimuginare su quel nome, si allontanò
con l’aria assorta, spremendosi le meningi a pensare chi mai fosse questa
“sua cugina” che lei avrebbe dovuto conoscere così bene.
Scese le scale ed entrò
in cucina. Si sedette su di uno sgabello, sempre con l’aria assorta,
prese una mela dal cesto sulla mensola e l’addentò.
Quando arrivò
André la trovò con i piedi sul tavolo, intenta a dondolarsi
sulla sedia mentre mangiava avidamente il frutto, aveva l’aria alquanto
pensierosa.
<<Che hai Oscar?>>
<<Oh André.
- rispose lei, indirizzando un’occhiata verso il suo amico - nulla, solo
che mia madre mi ha detto che avremo un’ospite per un pò>>
<<Ah si, tua
cugina Béatrice, me la ricordo..>> disse André, prendendo
a sua volta una mela dal cesto.
In quel momento entrò
la governante.
<<Bambini, insomma!
Le mele le ho raccolte per fare un dolce per stasera, non perché
voi le divoriate adesso. Via, via, che vi rovinate l’appetito! -
borbottò mentre, agitando le mani, faceva spazio attorno a lei -
e poi, Oscar, bambina, ti sembra il modo di sederti? Sei una signorina
dopotutto!>> disse Marron Glacés dandole un piccolo colpetto sulle
cosce.
Oscar, senza neppure
guardarla, fece il gesto di portare giù le gambe, ma quando
la governante si voltò, le ritirò nuovamente sul tavolo.
Dopo qualche secondo
Marron Glacés sbottò verso il nipote che era seduto nella
stessa identica posizione di Oscar.
<<André!!!
Certo che se continui ad avere certe maniere da villano, la nostra Madamigella
Oscar imparerà certo ad imitarti! E dire che tu dovresti essere
il suo "attendente"..>> quella parola la sottolineò con il timbro
della voce e, voltandosi, diede a lui un sonoro scapaccione sulla nuca
e si allontananò, borbottando qualcosa sulla vera educazione per
le ragazze e mandando qualche strale al generale Jarjayes.
André, che prima
aveva tolto i piedi dalla tavola per far piacere alla nonna, ve li rimise
sopra non appena questa si fu allontanata, continuando a mangiare il frutto.
Oscar guardò
l’amico e riprese la conversazione come se nessuno li avesse mai interrotti.
<<E tu come fai
a conoscerla?>>
<<Chi?>>
<<Come chi? La
mia "presunta" cugina!>>
<<Ah! Non ricordi?
Quella bambina piagnucolosa che venne a farci visita qualche anno fa, non
rammenti quante punizioni ricevemmo a causa sua? Faceva continuamente la
spia a mia nonna!>> André si mise a ridere.
<<Sinceramente
no>> rispose Oscar, guardando davanti a sé come per rivangare dei
ricordi che credeva di non possedere.
Era sempre più
perplessa e ora anche preoccupata: una ragazzina frignona sarebbe arrivata
a casa loro e, con i suoi piagnistei, avrebbe monopolizzato l’attenzione
di tutti.
Non che a lei importasse
molto, anzi, forse così si sarebbe potuta anche svagare un poco
di più; se tutti fossero stati occupati a prendersi cura della “cugina”,
lei sarebbe stata in grado di svignarsela più facilmente e godersi
finalmente un’estate come Dio comandava.
Un sorrisino quasi
sornione increspò le labbra di Oscar.
<<E ora che hai?
Perché quella faccia?>> chiese André incuriosito dal cambiamento
di espressione della ragazza.
<<Niente André,
niente...ma secondo me ci sarà anche da divertirsi...>>