Note dell'autrice:
Ringrazio Monica e Rose per  avermi aiutato a togliere le "castagne dal fuoco" grazie ragazze! Non so cosa farei senza di voi!
 
L'Incidente
(un viaggio ad Arras)
parte III
 
 

<< Guarda Andrè! Non è cambiato nulla! >>
<< Già...è sempre stupendo.....quanto ricordi eh Oscar....>>
Lo scenario che avevano davanti era bellissimo. Il lago dove da bambini facevano il bagno, il prato verde, pieno di margherite e la grande quercia sulla collina.
Si fermarono all’ombra dell’albero. Lasciarono i cavalli a pascolare liberamente nel prato e si sedettero entrambi sull’erba.
<< Dov’era Andrè? >>
<< Che cosa? >>
<< Dove l’abbiamo sepolto te lo ricordi? >> domandò Oscar riferendosi al loro piccolo “tesoro”. Lui capì.
<< Uhm..fammi pensare....forse qui...>>disse lui indicando un punto del terreno.
<< No, Andrè, era qui! Lo ricordo benissimo.Mi pare anche che avessimo fatto un segno....eccolo!!!>>
Andrè si avvicinò e entrambi guardarono sulla corteccia della quercia.
<< O e A >> lesse lui.
<< E’ qui sotto! Dai proviamo a scavare! >> disse lei eccitatissima.
O e A. .... Oscar e Andrè..... Non ti sei mai chiesta perchè mai abbia voluto scrivere O e A.?
Lui la osservò mentre lei, a carponi, scavava nel terreno.
<< Oscar >> la chiamò dopo un po'.
Ma lei non lo ascoltava.
<< Oscar fermati...>>
<< Che c’è ? >>chiese un poco infastidita.
<< Lascia le cose come stanno...>>
<< Perchè ? >>
<< Perchè ormai quel tesoro appartiene a questo posto Oscar, non più a noi....noi....siamo cresciuti >>
Lei smise di scavare e, col volto un poco imbronciato, gli si avvicinò, continuando però a guardare il terreno.
<< Uhm..dici? Ebbene faremo come vuoi tu, Andrè >>.
Così dicendo si allungò sul prato. Lui la seguì.
Si distese accanto a lei e assaporò quel momento. Il fruscio delle foglie dell’albero mosse dal vento e il rumore lontano dell’acqua nel laghetto che lambiva la riva. Che posto stupendo e che pace...Andrè si rilassò e per un attimo dimenticò tutti i suoi pensieri.
Quando si voltò verso di lei la trovò con le braccia sotto la testa che osservava pensierosa il cielo, chissà a cosa stava pensando...o a chi.
<< Oscar >> la chiamò
<< Si? >>
<< Hai fame? Vuoi qualcosa?>>
<< Uhm..no..però ..... Ci sarebbe qualcosa che desidererei fare>>
<< Cosa? >> domandò lui un poco incuriosito, temeva che gli rispondesse che voleva allenarsi con la spada. Lui non ne aveva per niente voglia in quel momento.
Ma quello che gli rispose lei lo sbalordì.
<<Ho voglia di pescare.>>
<< Pescare ?!? >> Dopo un attimo di smarrimento, Andrè si mise a ridere.
<< Che c’è da ridere! Si, ho voglia di pescare! >>
<< Oscar! Non hai mai pescato in vita tua! >>
<< Ebbene allora questa sarà la prima volta!>>
Si alzò e prese un bastoncino. Ci legò del filo che la governante aveva inserito nella cesta porta vivande e si incamminò verso la riva del lago.
Andrè l’osservava sempre più sbalordito e poi la vide chinarsi a carponi in mezzo al fango sulla riva del lago.
<< E adesso cosa stai facendo? >> chiese a metà tra il divertito e lo sconcertato.
<< Andrè! Vieni ad aiutarmi a prendere dei vermi!!>> gridò lei.
<< Ossanto Dio, Oscar! >>
Si alzò, mezzo sbuffante e mezzo divertito e si avviò verso di lei.
Dopo poco erano entrambi accovacciati per terra a cercare lombrichi.
<< Oscar, ti rendi conto se ti vedesse la nonna...per non parlare di tuo padre e dell’intera corte di Versailles! >> le disse lui, osservandola. Avevano entrambi alzato le maniche delle camicie, le mani che rovistavano nella terra, il sudore che imperlava le loro fronti.
Oscar rise di gusto.
<< Sai che ti dico Andrè? Vorrei tanto che qualcuno mi vedesse ora! Vorrei che mi vedesse Fersen! >>
Quel nome ebbe la facoltà di mutare l’espressione del viso di Andrè. Fersen, ancora lui!
Si tirò su e la sua espressione mutò.
<< Fersen eh? E perchè proprio Fersen, Oscar? >> le domandò con aria corrucciata.
Solo il pronunciare quel nome, rovinava il paesaggio che li circondava.
<< Beh, perchè ... non lo so il perchè, è il primo nome che mi è venuto in mente! E poi perchè...>>
<< Ti manca Oscar? >> la interruppe lui.
<< Come?? >>
<< Ti manca? >> ripetè
Anche lei ora si era alzata.
<< Beh...non vedo perchè devo affrontare questo argomento...>>
<< Non l’ho nominato io primo io, l’hai fatto tu >>
<< Oh insomma Andrè! Ho detto Fersen. Punto. Vorrei chiudere l’argomento >> disse lei alquanto seccata.
<< Apri e chiudi gli argomenti a tuo piacere Oscar? E se io avessi qualcosa da dire? >>
<< Non vedo dove vuoi arrivare. Ti dà fastidio Fersen? Perchè? E’ un nostro buon amico e...>>
<< Non è mai stato un MIO un buon amico! >> le si era avvicinato in maniera pericolosa.
Oscar, presa dal nervoso, lo spintonò e lui, nel cadere all’indietro la trattenne a se' e finirono entrambi a bagno nel lago.
Lui seduto, quasi sdraiato nell'acqua e lei appoggiata al suo petto. Si guardarono e dopo un momento scoppiarono entrambi a ridere.
Ridevano, come matti. Oscar fece per alzarsi ma a forza di ridere, le mancò l’equilibrio e ripiombò su di lui.
Stavolta erano finiti, distesi, sul bagnasciuga dove l’acqua tocca la riva.
I loro volti erano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Ma nessuno di loro rideva più. A tutti e due si era affannato il respiro, come se per la prima volta si scoprissero da vicino.
Oscar osservò Andrè. Non si era mai accorta di quanto lui era bello e ora, in quel preciso istante, lo era ancora di più. Le goccioline d’acqua gli imperlavano i capelli nero corvino, la camicia gli si era appiccicata al petto, rivelando un torace muscoloso e ben fatto.
Oscar trattenne il respiro, non si era mai sentita così piccola e fragile (1)  confronto a lui.
Lentamente vide il viso di lui avvicinarsi e senza rendersene conto, sentì la sua bocca appoggiarsi dolcemente alla sua. Dischiuse le labbra, perché era esattamente ciò che anche lei cercava, accogliendo quel bacio dolcissimo come fosse la cosa più naturale di questo mondo. Lui l’abbracciava, entrambi seduti nell’acqua. Le mani di lui ora erano diventate intraprendenti. Scesero ad accarezzarle il collo e più giù. La camicia le si era incollata addosso, rivelando solo una piccola camiciola che non serviva da barriera per gli occhi e le mani di Andrè. La sollevò e la trasportò fuori dall’acqua, adagiandola sull’erba fresca del prato. Continuò a baciarla, ora con passione, accarezzando ogni centimetro del suo corpo. Oscar sospirava, ansimava, all’unisono col suo uomo. Era una sensazione fantastica....
<< Oscar...lo vedi...lo vedi che cosa mi fai..- gemette lui - sei bellissima...sei mia....>>
<< Andrè...io..vorrei…. che continuassi....>>
<< Non temere, ti desidero da tanto....troppo tempo….per fermarmi adesso..>>
Andarono avanti. Proseguirono finchè Andrè si sentì dire la cosa che più aveva desiderato che lei gli dicesse << Facciamo l’amore, Andrè>>
E così fu.
Il prato, il lago, la quercia, muti osservatori di quell’amore finalmente consumato.
Dopo molto tempo, distesi sulla coperta all’ombra del grande albero,  lui le accarezzava una guancia. Lei si era appoggiata con la schiena al suo petto e sonnecchiava, godendosi il momento. Si rendeva perfettamente conto di cosa era appena successo fra di loro, ma non ne era affatto sconvolta. Anzi, ne era felice. Era come se fosse stata la cosa più naturale di questo mondo. Per lei era stata la prima volta, ma dai gesti che si era scoperta saper fare, non sembrava. Amava Andrè? In quel momento lo amava. Lo amava tanto.
<< Oscar....amore mio.....>> mormorò lui, baciandole una tempia.
Lei chiuse gli occhi.
<< Andrè...lo sai vero cos’è accaduto? >>
Lui sorrise
<< Beh, mi è parso di esserci stato anch’io poco fa >> scherzò.
<< Sciocco, non intendevo adesso...Andrè, io ricordo tutto >>
<< Come? >> chiese lui, con gli occhi chiusi, assaporando quel profumo dolce-amaro che emanava quel corpo di donna, abbandonato accanto a lui.
<< Ricordo tutto di quella sera, quando sono caduta >>
Lui si irrigidì e la fece voltare verso di se'.
<< Oscar…tu ricordi…>>
<< Si Andrè, ricordo perché sono caduta…ero sconvolta, stavo scappando…da te, da quello che mi avevi fatto provare in quel momento…da quello che sentivo dentro di me…>>
<< Da quanto tempo ricordi? >>
<< Non lo so. Già da un po’. >>
<< Oscar..tu…>> non riuscì a finire la frase
<< No, Andrè, non ce l'ho con te. Come potrei - lei comprese le sue paure e gli accarezzò una guancia - tu non hai fatto nulla. Semmai dovresti avercela tu con me, per come ti ho trattato..quella sera...>>
Lui la strinse a se con amore. Lo sapeva, e l'aveva perdonato.
<< Oscar! Sapessi come sono stato male! Saperti ferita per causa mia..>>
<< Basta Andrè. Non dire mai più una cosa simile! Tu mi ami e non potresti mai farmi del male, lo so. E io…anche io ti amo Andrè…non so come è stato possibile…ma ti amo, veramente!>>
Lui ora aveva le lacrime agli occhi. Non credeva a ciò che aveva udito. Oscar l'amava, aveva fatto l'amore con lui perché l'amava…Era la cosa più bella che gli fosse mai successa.
Arras. Era stata la magia di questo posto.
<< Come faremo ora, Oscar?>>
Lei capì a cosa si riferiva. Non sarebbe stato facile amarsi in silenzio. Ma quello non era ancora il momento giusto per rivelarlo. Sospirò.
<< Non lo so Andrè, qualcosa escogiteremo. Ma non pensiamoci adesso…godiamoci questo momento. Non c'è nessuno, ci siamo solo noi (2)…>> 
E si scoprì intraprendente cominciando a baciarlo.
La giornata trascorse tra gesti d'amore e i deliziosi panini che aveva preparato Julie. Una giornata fantastica.
Quando il sole stava tramontando, entrambi si decisero a malincuore a radunare le cose e a riprendere la strada di casa.
Cavalcavano fianco a fianco. Ogni tanto uno di loro allungava una mano verso quella dell'altro, così, per sincerarsi che quella giornata non era stata un sogno per entrambi, ma una piacevolissima realtà.
<< Ci siamo Andrè, si vede la casa…>>
<< Allora rallentiamo un pochino Oscar, devo finire di baciarti….>> ma si interruppe. Aveva scorto una figura, sulla soglia della casa. Una maledetta figura che si era augurato non entrasse mai più a far parte della loro vita.
Oscar seguì il suo sguardo.
<< Fersen! >>
Accelerò il trotto del cavallo e sorpassò Andrè il quale, impietrito vide sfuggirgli di mano quella felicità appena raggiunta.
<< Madamigella Oscar! Bentornata! Andrè…>> salutò cordialmente il Conte.
Andrè non rispose ma guardò Oscar saltar giù da cavallo e porgere la mano all'uomo.
<< Sono felice di rivedervi Fersen, avete mantenuto la promessa!>>
<< Certo, ogni promessa che faccio è un debito, lo sapete. Vi siete divertiti? >> domandò cordialmente e non attese la risposta, ma continuò<< se fossi riuscito a liberarmi prima vi avrei raggiunto >>
Certo, per rovinarci la vacanza!
<< E sareste stato un ospite gradito Fersen >> disse Oscar
Andrè la guardò con occhi sbarrati.
<< Conte di Fersen, vi fermerete molto? >> chiese Andrè
<< Dipende Andrè, com'è la cucina? - scherzò - ho chiesto un permesso particolare al Generale Bouillet. Non dovrei aver problemi per circa una settimana >>
<< Bene, siamo contenti vero Andrè? Sarete nostro ospite, vi delizieremo con le bellezze di Arras! >> disse Oscar
<< Bellezze di Arras? Beh, davanti a me ne ho già una, anche se è parigina..>> scherzò il Conte con aria quasi melliflua.
Andrè era sconvolto. Non riusciva a capacitarsi del cambiamento di Oscar, fino ad un'ora prima dolce e appassionata e pronta a giurargli eterno amore. Le era bastato rivedere questo bellimbusto, per cadere ai suoi piedi come una pera cotta una seconda volta.
E Fersen che si professava tanto innamorato di Maria Antonietta si permetteva di dire certe scemenze ad un'altra donna.
<< Oscar metto via i cavalli e rientro. Vado a lavarmi. Quando la cena sarà pronta vi chiamerò>> senza aspettare risposta entrò in casa attraverso la porta secondaria.
<< Andrè, aspetta! >> Oscar era rimasta un po' perplessa dal suo comportamento, aveva notato che si era irrigidito nel vedere Fersen attenderli sulla porta di casa ma non voleva pensare che fosse per gelosia. In fondo prima avevano fatto l'amore e lei gli aveva giurato di amarlo.
<< Conte, prego, da questa parte. Julie vi ha già mostrato la vostra stanza? >>
<< Si Madamigella, proprio accanto alla vostra >>.

(1)   Immaginatevi quella vecchia canzone di Drupi "Così piccola e fragile"
(2)     Vasco Rossi? Naaaaa!!
 

Fine 3°parte

                                                                                                                        Alex

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