Deve partire, deve andare via, non potrò
più vederlo..
Niente da fare, quello fu il suo pensiero
fisso per tutto il tragitto in auto fino a casa.
“Allora ti porto a casa?” chiese lui rompendo
quel silenzio
“Come? Ah, si, beh, la macchina è
dal meccanico per cui..ma non voglio farti perdere tempo, io…”
“Tranquilla, per un amico questo ed altro”
le disse lui, sorridendo.
Elsie si sentì un poco stanca di dover
ancora reggere la parte del compagno di ventura con lui. Per tutto
il giorno erano stati assieme ed avevano discusso di qualsiasi cosa. Indubbiamente
tra di loro c’era una grande affinità di carattere, avevano moltissime
cose in comune e riuscivano a discutere praticamente di tutto.
“Tu chiedi ancora scusa per ieri sera
- le aveva detto lui ad un certo punto - mi accorgo di essere stato veramente
maleducato con te, se avessi saputo che eri una ragazza così…”
“Cosa avresti fatto? Avresti evitato di
darmi della..?” rispose lei
Victor rise di gusto
“Beh, scusa ancora” si limitò a dire
E continuarono a passeggiare per le vie di
Quebec, proprio come due “amici”. Elsie si accorgeva delle occhiate ammirate
che le ragazze gli lanciavano, indubbiamente era un gran bel ragazzo che
non passava indifferente.
Adesso, chiusa nella sua macchina, si godeva
ancora quelle poche ore insieme a lui. Ormai era decisa, se lui voleva
solo un’amica, un’amica avrebbe avuto. Si sarebbe tolta dalla testa ogni
più piccola idea pur di non perderlo.
Erano arrivati a casa di Elsie senza neppure
che lei se ne fosse accorta. Aveva ancora le parole di Victor che le risuonavano
nella testa. Tornava a casa. Beh, era giusto, normale, perché se
ne stupiva? Quella non era casa sua, lui stava molto lontano da lì,
aveva un’altra vita, degli affetti, un amore forse….
“Eccoci” - disse lui spegnendo il motore.
“Bene..” - mormorò lei quasi sottovoce,
tormentandosi le dita delle mani, quando sentì sulle sue il calore
di quelle del suo compagno.
Alzò lo sguardo per incontrare quello
azzurro e profondo di Victor che la fissava preoccupato.
Elsie si sentiva una sciocca. Come poteva
sentire quello che provava in quel momento, come poteva sentirsi innamorata
di una persona che conosceva solo da un giorno prima..eppure il pensiero
di separarsi da lui la faceva impazzire.
“Ci vediamo dopodomani allora, all’aeroporto”
disse lui “l’aereo parte alle 19.00, se riesci ad arrivare almeno un’oretta
prima, facciamo due chiacchiere” concluse sorridendo.
“Victor…io..ti confesso che all’inizio mi
ero fatta un’idea sbagliata su di te” disse lei tutto d’un fiato. Lui la
guardava seriamente.
“Si. Sinceramente avevo pensato che fossi
un tipo molto arrogante, scusami” finì, stava per mettersi a piangere
e non voleva assolutamente farlo.
“Oh non preoccuparti Elsie, anche io avevo
pensato male di te, siamo pari” rispose lui tranquillo.
“Allora..allora tornerai presto qui in Canada?”
chiese timidamente Elsie
“Penso non prima di due mesi..forse tre,
sempre se tutto va bene..” disse lui sollevando le spalle con fare noncurante.
Stilettate. Pugnalate nel cuore di Elsie.
Due mesi, forse tre…un’eternità! E lei che avrebbe fatto? Avrebbe
condotto la sua solita vita. La sua solita, monotona, vita.
“Allora, ci vediamo - disse Elsie mentre
scendeva dall’auto, cercando di mascherare il più possibile la delusione
per la sua partenza - chiamami, così ci mettiamo d'accordo per vederci
all'aeroporto”.
“Ok, e grazie per la compagnia”
“Grazie a te”.
Chiuse la portiera e attese che l’auto sparisse
dietro l’angolo della strada.
Fine 6° parte
Alex