Si svegliò in piena notte, Oscar, di
colpo. Aveva sognato e per certo sapeva che non era stato un bel sogno
anche se non ricordava nulla; però aveva freddo, il respiro era
affannoso, una sottile paura le invadeva la gola impedendole di parlare.
Riuscì a sedersi sul letto, si prese
la testa tra le mani, scosse con vigore il capo, quasi servisse a scacciarle
il turbamento che sentiva nel cuore.
Pensò ad André. Il pensiero
di lui la disturbava ma allo stesso tempo le dava sollievo, calore, coraggio.
Coraggio…Strano, con il conte di Fersen non
era stato così, quell’amore che l’aveva intimamente dilaniata non
l’aveva mai fatta sentire forte e invincibile come si sentiva ora e la
sua spiegazione era che quel tipo d’amore era talmente intenso da renderla
debole, come tutte le donne innamorate. Quindi André non significava
niente per lei..
…Non aveva motivo di preoccuparsi…
..perché quando André l’aveva
baciata si era sentita così..così….
..Amata…tremendamente, intensamente amata.
“ Non può essere.” si disse.
Guardò fuori. La luna spandeva la
sua coltre argentata tutt’intorno ed entrava fin dentro la sua stanza,
accarezzando il suo letto e le gambe nude appena scoperte.
Una donna…
Allungò le gambe, le osservò
pensierosa, malinconicamente, desiderando fossero quelle robuste di un
uomo. Un soldato dai lunghi capelli biondi e con delle differenze piuttosto
evidenti da non poter essere scambiato per una donna..
Accidenti!
Scostò del tutto il lenzuolo, infilò
in fretta camicia, calzoni e stivali. Visto che non riusciva più
a dormire avrebbe fatto una passeggiata sotto luna. Tanto tempo, troppo,
che non lo faceva.
Aprì piano la porta, non voleva che
qualcuno si accorgesse di lei.
Scese le scale.
La villa era avvolta nel silenzio. Naturalmente
non trovò nessuno a bloccarle il passo, aveva bisogno di stare sola,
di riflettere e non solamente su André. Su una cosa l’amico aveva
avuto ragione, stava scappando, da sua maestà, da Versailles, da
sé stessa…ma su una cosa André si sbagliava, non era solo
Fersen il motivo.
I tempi stavano cambiando. La Francia, le
loro maestà, il popolo..la rabbia del popolo..affamato, stanco,
oppresso, disperato. E la disperazione faceva compiere cose impensabili,
assurde..
Lei, per disperazione, aveva cercato, fallendo
miseramente, di cambiare il corso della sua vita; per Fersen, per la prima
e unica volta, aveva desiderato essere una vera donna.
Il vento le intrecciava i capelli e la luce
della luna rendeva brillanti i suoi capelli. Oscar si lasciò cadere
in ginocchio, le lacrime presero a scorrerle lungo le guance senza che
potesse far nulla per fermarle. Solo Dio poteva sapere quanto si sentisse
sola, in quel momento e quanto invidiasse sua maestà la regina per
quell’amore folle e impossibile eppure tanto forte da sopravvivere ed accendersi
di vigore, ogni volta che i due amanti s’incontravano..
Oscar sollevo le mani piene di sabbia fresca
e argentata e aprì le dita perché i granelli scintillanti
fuggissero via lasciando una lunga scia di polvere. Avrebbe voluto essere
come quella sabbia, libera, pura, lavata dalla luna, in attesa che le onde
del mare la trascinassero via, verso altri lidi, lontano da Fersen, da
Maria Antonietta, da suo padre…
E da André..
“ Non riesci a dormire, vero, Oscar?”
Lei si voltò di scatto, si rialzò.
Avrebbe dovuto immaginarlo!
André le era dietro di pochi passi.
Non era più l’ombra discreta e silenziosa che l’aveva accompagnata
per anni, adesso era divenuto quasi un fastidio, si sentiva soffocare e,
soprattutto, le provocava una sconosciuta solitudine interiore che a volte
diveniva agitazione incontrollabile.
Come ora.
Chiuse gli occhi, tentò di dominarsi.
“ Segui ogni mio passo..Che cosa vuoi?”
“ Non arrivare subito a conclusioni. Ero
qui già prima di te e ti ho vista.”
La sua voce aveva un che di profondo, sofferto.
I suoi occhi la scrutavano lucenti nella notte.
Sentì un profondo dolore nelle sue
parole quando le disse: “ Se vuoi..me ne torno in camera mia.”
Oscar sospirò, evitò quello
sguardo: “No..non importa.”
Ritornò a guardare il mare. Il vento
si era fatto più prepotente, sferzava contro i loro volti, liberava
in una sensuale danza i loro capelli; vicinissimi, in silenzio, lei perduta
nei suoi pensieri e nelle sue paure, lui perduto, da sempre, dentro di
lei.
“ Hai freddo?” le chiese, apprensivo, vedendola
serrare le braccia sul petto.
“No.” rispose lei, tremando per il calore
che irradiava da lui.
“ Ho una cosa da chiederti, Oscar. E..ne
ho tutto il diritto. “ lei tacque, aspettò il seguito. “ Voglio
che in questi ultimi giorni mi permetta di starti vicino, come un tempo.
Voglio..che cavalchiamo insieme, che tiriamo di spada, che andiamo a caccia..Voglio..sellarti
il cavallo, pulire la pistola, che tutto torni come prima. Per tutto il
tempo che rimarremo qui.”
Lei tratteneva il fiato, non riuscì
ad interromperlo.
“..ed io ti giuro, Oscar, che qualunque decisione
prenderai dopo..io la rispetterò e se vorrai che me ne vada lontano
da te, lo farò.”
“ André..”
“ Non accetto che tu mi dica no. Non ti ho
mai chiesto niente, Oscar e onestamente credo di meritare almeno questo.”
E visto che lei esitava ancora, lui replicò:“
Se non accetterai me ne andrò stasera stessa e non mi vedrai più,
Oscar. Se vuoi questo non hai che da mandarmi via.”
Ecco, le aveva dato l’occasione propizia,
quella che aspettava da giorni. La determinazione negli occhi di André
le fecero capire che stava facendo sul serio. Poteva finalmente finirla
lì con quell’assurda storia e ridiventare così quella che
era un tempo. Eh, gli avrebbe ordinato subito di andarsene..
“ Va bene, accetto, André. Ti darò
un’’ultima settimana..Poi dovrai lasciarmi andare.” disse, sorprendendo
sé stessa.
Lui sorrise appena, sollevato in fondo al
cuore“ Sì, Oscar..poi ti lascerò andare. “ ripeté
piano, perché il vento non udisse la sua bugia.
Fine 5° parte
Laura