Tre personaggi
Diane, Alain e Rosalie: l’improprio gioco del “chi ci ricorda”
La vita. Le vita che vogliamo, che scegliamo, che si decide e che decidiamo.
Ideale, reale, azione e reazione. Blocco e crescita.
Ci sono tre personaggi, per diversi motivi amati oppure odiati, che mi fanno pensare a questo prisma luminoso.
Possiamo quasi giocare al ‘chi ci ricorda’ pensando a Diane, Alain, Rosalie. Inevitabilmente, guardando solo le immagini, vengono in mente insegnamenti vecchi come il mondo, che il mondo insegna bene, senza farsene accorgersene, senza pontificare.
(Ci prende in giro il mondo: siamo tutti a scuola in realtà!)

Quando Diane appare nell’anime, è una creatura di luce, una ninfa, una fata, mentre Oscar è una dea. La prima appare tra la luce, e , ridendo, fugge via. La seconda ammira, benevola, dal suo cavallo bianco.
Ai miei occhi Diane, come ebbi modo di scrivere in una fanfic (“Alain” in Laura’s Little Corner), si abbina a tutte le immagini più primaverili e silvestri - onde del mare, gocce di pioggia, fiori nel vento- come, appunto, una ninfa.
Diversa - nel manga - ha i capelli neri come il dubbio che insinua in Oscar.
Nell’anime, vive di vita propria. E’ piena di illusioni, ideali da realizzare. Come una ninfa silvestre. Silvia...beltà splendea negli occhi tuoi, ridenti e fuggitivi e tu lieta e pensosa il limitar di gioventù salivi.... - e mi viene in mente un modo di vedere la vita, la crescita, che in ultima analisi è anche un adattare gli ideali, i sogni, combattere per essi in una realtà diversa.
Come per la leopardiana Silvia, anche di Diane resterà solo un urlo tacito, in un’immagine crudele e stupenda.
Le mani ormai fredde, ma tanto aggraziate...e solo una tomba.
La sua scelta è una rivolta tragica all’interrogativo eterno: Questo è quel mondo allor?[...]All’apparir del vero tu, misera, cadesti.

Ma il mondo è fatto dalla vita, come il mare dalle gocce...e diversa è quella di Alain.
Quì mi vengono in mente le parole di una canzone, la recentissima “Into the fire”, dedicata da Bruce Springsteen ai pompieri morti per cercare di salvare qualche vita nell’inferno dell’11 Settembre.
Alain attacca la Bastglia gettando il cappello per terra, animato non solo dalla purezza degli ideali, ma del loro incontro brusco con tante, troppe realtà.
Non solo il cinico, a volte rabbioso dolore covato, quasi fuso con la propria carne, dell’uomo del popolo.
Non solo i grandi ideali, alti come la bandiera bianca sopra la fortezza, di libertà e uguaglianza e fraternità.
No, la rabbia, il dolore, la reazione al dolore con l’istinto - che sia una viscerale forma di amore per questa vitaccia?-, con tutto quello che si è covato, maturato dentro l’animo...in cerca e a difesa della propria esistenza, parte di quella altrui.
Amicizia, generosità. Ma senza calcolo. Senza elucubrazione: vivendoli, ormai frutti maturi di se stesso.
Alain si getta nel fuoco della Bastiglia, come si getta sotto la pioggia in duello, dopo lunghi silenzi e sguardi taglienti...lo fa perché è l’ora. E’ matura in lui la convinzione, e scatta.
E se l’unica giustizia è nel turchese del cielo, vive i suoi ideali anche nel suo campo, con il sudore sulla schiena  e il sole che picchia più sincero delle parole, sferzanti, che Robespierre pronuncia nel sottofondo. In qualche modo, anche soffrendo, si può vivere....

Rosalie....
....Odiata, sbeffeggiata (anche da me^_^)...forse perché rappresentante  di un tipo di vita che idealizzata, che cala l’ideale nel reale, anche a costo di forzare la realtà, come la manzoniana Lucia (con cui...ora che ci penso...condivide la generosa lacrimazione che tanto stimolava il mio sarcasmo...hi hi...).
La narrazione di un’infanzia inverosimile non la rende vicina, il tipo di realizzazione del personaggio, forse la rende più compatibile con il  sentire dei tanti, troppi, che pur nascondendosi dietro un dito, pensano che nel matrimonio, nella custodia del focolare, sia l’unico senso di essere donna.
 Ma forse sono ingrata con un personaggio che da’ poco, ma è molto amato proprio per la purezza e la semplicità, al punto da rasentare l’ingenuità.
Che sia un’ingenuità cercata, per sopravvivere indenne alla vita stessa? Forse per questa distanza, a me resta solo l’interrogativo.
 

Negli ultimi tre episodi dell'anime di Lady Oscar, la voce che cerca di spiccare è una delle regine della poesia della vita, l'inevitabile nera signora...eppure...la sua voce è labile, presente in maniera equilibrata, in un coro che riesce ad essere realistico e sublime.
Nelle immagini, nelle espressioni dei personaggi...certo, non sono rasserenanti o romantici, ma li giudico magnifici.
Nei dettagli. Nella luce.
La luce del tramonto su André morente, la voce di Rossi ....tutta la disperazione di Oscar...
.....i soldati accampati e lei sotto la pioggia....la fisarmonica suonata da un figlio, lamento di speranza e dolore...
...."posso piangere ancora un po'?"...un'immagine fragile ed eroica, non più di questo mondo già nella sua fragilità eroica, che comanda gridando "fuoco"...una colomba che vola all'improvviso tra i fumi dei cannoni...
...."comandante Oscar!" e poi, ad un tratto, solo "Oscar!"....la voce triste di Rosalie - che non avrà aiuato forse a simpatizzare con il personaggio, ma quì..lodi lodi lodi!- , quando il dottore dice "Toglietele quel sangue che ha sul viso" e si fa avanti lei, con un sussurro appena rotto dalle lacrime...
...l'ultimo saluto di un soldato al suo comandante....il gesto furioso e disperato di togliersi il berretto, quasi sbatterlo contro i cannoni prima di gridare i suoi ordini...
....una lucciola che svanisce nel buio...buio. Polvere. Gli uomini combattono e il cielo sta a guardare.
Poi, quando la luce cerca di tornare, tutto il contrasto tra le parole di Robespierre, sottofondo all'immagine di un uomo che lavora la terra, alza il viso, si asciuga il sudore e sorride ad un cielo azzurro pieno di gabbiani...un immagine di operosità pensosa eimmediata, delle parole di impegno apparentemente più elevato...ma cosa c'è più alto dei gabbiani e di un raggio di sole, per dare dignità al dolore del ricordo?
... Lacrime e pioggia sul viso di una regina...la ghigliottina nera e le colombe bianche...
....."ma Andrè avrebbe certo detto, le rose bianche..."
....poi la musica e tre persone, sulla spiaggia, con le loro tristezze e il loro ricordi, tutte le speranze sepolte...e sopra volano i gabbiani...
...che meraviglia.....
 

Sonia
(flydreamer78@supereva.it)

 

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