La giovane
regina sapeva di non aver molto tempo a disposizione…presto si sarebbero
accorti della sua assenza…in cuor suo si sentiva come una preda in fuga,
ma Antonietta non aveva paura perché immaginava chi fosse il cacciatore
che la inseguiva…dietro di me c’è Oscar…lo so.
Il lungo
vestito era di intralcio ai suoi piccoli e affrettati passi, aveva caldo
ma le perlacee gocce di sudore che le scorrevano lungo la nuca erano gioielli,
per lei, di inestimabile valore…tutto quello che sentiva, che provava nel
suo corpo, che vedeva...era un simbolo di una buffa e infantile libertà
ritrovata.
Oramai
i suoni della festa, dei fuochi d’artificio si facevano sempre più
lontani, il boschetto si infittiva, cambiava direzione ad ogni piccolo
sentiero…il cacciatore era esperto…un nuovo gioco…
Oscar
aveva corso per qualche minuto lungo il sentiero principale che si inoltrava
nel boschetto, poi decise di fermarsi e pensare. Quella serata si era svolta
in una parte dei giardini che presto avrebbe subito dei profondi cambiamenti…la
regina ha grandi progetti…
Il suo
entusiasmo era inarrestabile, sempre alla ricerca di un nuovo “divetissement”
che obliasse la sua tristezza.
Non si
era mai voluta spiegare veramente la decisione di stravolgere quel paesaggio,
era convinta che quella parte dei giardini fossero graditi alla regina.
Poi Oscar
ricordò di un pomeriggio mentre accompagnava la regina in una passeggiata
lungo quello stesso viale, le propose di proseguire ancora per qualche
minuto, lasciando indietro le dame di compagnia, vide in quegli occhi l’entusiasmo
di una bambina…e pensare che abbiamo la stessa età…
“Dove
mi portate madamigella Oscar?”
“Non
lontano”
“Ahhh
madamigella siete sempre di così poche parole con me…”
“Scusate
maestà…”
La
regina rise e Oscar cercò di dissimulare un accenno di sorriso.
“E
quello…che cosa sarebbe???” la regina provava ad imitare la voce bassa
e cruda del giovane ufficiale…
“…”
e Oscar sorrise, regalò un sorriso alla sua regina.
Ricordò
che la condusse fino al limitare del boschetto, dove un piccolo ruscello
con una serie di ponticelli permetteva di accedere ad una nuova attrazione
di quegli splendidi giardini…un labirinto di alte e fiorite siepi, un labirinto
il cui centro spariva in fondo ad una collina…Oscar si voltò e vide
il viso della bella regina farsi triste e buio, non capiva…non sapeva ancora…
Quel
ricordo tranquillizzò Oscar, ora sapeva dove era diretta la sua
regina, ma da un lato la inquietava profondamente visto che ricordò
anche il motivo della tristezza della regina ed il perché, tornando
al palazzo, quel giorno, fece subito in modo di far preparare dei progetti
per quell’area…voleva distruggere un ricordo…che non si concretizzò…
Si alzò
il vento…ed entrambe guardarono il cielo…entrambe si affrettarono…
La regina
era arrivata al limite del boschetto…vide, come quel giorno, il ruscello,
i ponticelli lungo tutto il limitare del bosco…e quelle siepi altissime
e, ora tristemente mal curate, che ora nel buio illuminato dalla luna sembravano
giganti addormentati…
Antonietta
non aveva paura: il segreto di quel labirinto gli era già stato
svelato solo poche ore prima che Oscar, quel giorno, la portasse fortuitamente
lì…
“ad
ogni colonna sulla destra…andate dritto, ad ogni colonna sulla sinistra
invece girate a destra, ad ogni bivio con fontanella………” ricordava
ancora tutto di quel biglietto “io sarò lì ad aspettarvi”
ma il giovane svedese quella notte non arrivò mai.
Ferma
su quel piccolo ponte la regina ricordò il dolore di quella delusione
infinita…e ricordò la figura del suo amante che proprio in quell’istante
uscì da dietro l’ingresso del labirinto…era lì per scusarsi…era
lì per chiedere in silenzio il suo perdono…Fersen le aveva seguite
in quello strano gioco del destino che in pochi sguardi rivelò a
tutti e tre quanto crudele possa essere una coincidenza, quanto crudele
sia l’amore…
“Oh
maestà…madamigella Oscar…voi qui??”
“Conte
di Fersen la stessa domanda potrei rivolgerla a voi”
“…Maestà…io…”
Anche
Oscar, pochi minuti dopo, arrivò su quello stesso ponticello…poteva
ancora sentire il profumo di cipria e viole nell’aria…sapeva che la regina
…
Improvvisamente
sentì nel silenzio come un lamento…
..no…neanche
…ma è lei che ride!
Antonietta
correva fra quelle siepi ridendo e piangendo…
…sto
arrivando…meno male Andrè che ci sei tu che leggi libri e libri
su questa reggia…altrimenti mi sarei persa al primo bivio…
sorrise
e si addentrò nel labirinto.
L’ampia
gonna del vestito strisciava lungo le pareti di edera e rose, frusciava
come in canto lontano e malinconico, mentre una sottile e fredda nebbiolina
risaliva dalla terra umida…non le importava di nulla…era felice di sporcarsi,
di correre, di volare fra felicità e tristezza, fra risa e lacrime…i
suoi capelli scomposti…decise di scioglierli…come da bambina…
...Vienna…l’incoscienza…la
testa le girava per il troppo vino, per i troppi ricordi, per il troppo
amore inconfessato, per la troppa vita che le bruciava dentro ed era costretta
a reprimere, per la troppa solitudine…
Euforia
e dolore…libera…mi sento libera in un labirinto!!!…e rise e pianse
ancora…poi improvvisamente lo scrosciare d’acqua la ammutolì…forse
era vicina al centro del labirinto..forse era arrivata…
Le si
stringeva il cuore sentendo quelle risa soffocate e stridule allo stesso
tempo…era la sua bella regina che piangeva…era colei che avrebbe dovuto
proteggere…era colei che avrebbe servito anche a costo della vita…una vita
nata per quel compito…educata…stravolta…
Oscar
cercò di bloccare sul nascere quel pensiero…ma non vi riuscì…la
sua vita stravolta, mai forse realmente cominciata…un padre che, per una
pura egoistica ambizione, aveva violentato il destino di una donna, per
renderla uomo…una farfalla privata delle ali…come la regina…forse era questo
il motivo per cui fin dall’inizio si era sentita vicina a quella giovane
ragazza…e questo sentire era cresciuto negli anni…le sarebbe sempre stata
accanto…Oscar e la sua vita erano destinate al regno di Francia…purtroppo
questa sicurezza era solo motivo di tristezza, di malinconia per una vita
intrappolata…in un labirinto…
Antonietta
si fece guidare dal gorgoglio delle acque, mentre cercava di immaginare
lo spettacolo di natura e arte che fra pochi passi le avrebbe riempito
il cuore…
”immaginate
di fare un salto nel passato, al tempo di eroi e dei…immaginate…noi saremo
lì e parteciperemo della magia di acque cristalline, di fiori profumati
e di muti e silenziosi complici di marmo…”
La regina
si stupì di non sentire più delusione e dolore per quel mancato
e segreto incontro…non fu colpa del suo amante…fu colpa sua…ella era la
regina…e fu per un suo ordine, in quella mattinata, lontana, che neanche
più ricordava, che il conte fu trattenuto da un ministro…ironia
e crudeltà…questa corona mi ha tolto tutto e mi ha dato tutto…
Vide
poi un arco di rose…sentì chiara una cascata…fu accolta nella dimora
di un dio…Antonietta entrò…la fuga era finita…
Fine 2°
parte
Mik |