E’ notte,
una notte come molte altre, alla corte di Versailles, dove canti, danze
e calici di vino inneggiano ad una effimera felicità, mentre il
cuore e l’anima di una nazione gridano alle porte di questo solitario e
ovattato universo della disuguaglianza e dello sperpero.
Una notte come tante, dove due donne, due destini si incrociano e si allontanano, distanti ma incatenate, unite ma irraggiungibili l’una per l’altra… Il comandante delle guardie reali assolve al suo compito: Oscar veglia da lontano alle serate sempre più mondane e disperate della sua regina. La regina di Francia assolve al suo compito: Maria Antonietta urla nel suo artefatto sorriso il desiderio di sfuggire al suo destino. La giovane regina, immersa nel valzer delle chiacchiere, delle note, degli sguardi, del vino, delle carte, piroettava da un divertimento ad un altro alla strenua ricerca della risata, di un sorriso, di un non pensiero…pari o dispari…nero o rosso…passato o futuro…nella sua anima una regina bianca messa in scacco da una regina nera, che insoddisfatta e capricciosa muoveva inquieta i fili di una nazione. Ma quella notte, più di altre, Maria Antonietta desiderava sottrarsi agli occhi indiscreti e pettegoli della corte…una via di fuga…un posto solitario dove stare in silenzio, dove ricordare, dove amare con tutta la forza della fantasia il suo segreto, dove stordirsi e non pensare più alla corona che le pesava come una condanna da anni. La melodia di archi e clavicembalo scemava lentamente, le fiaccole ad una ad una venivano spente…su un palcoscenico un grande telo bianco coprì d’un tratto l’argentea luce della luna, che si specchiava nelle splendide e ricche fontane dei giardini della reggia. Le dame di compagnia e paggetti sistemavano le poltrone per i nobili, mentre il trono riservato alla bella regina austriaca veniva posizionato al centro di quel piccolo teatro improvvisato…era sempre lei l’astro da guardare, lo spettacolo a cui assistere, il gioiello da esibire… Oscar si avvicinò in silenzio, mentre le fiaccole venivano spente…era riuscita ad assistere alla serata da lontano, ma quel buio poteva essere un invito per qualche delinquente vestito di merletti. Le serate a Versailles, anno dopo anno, erano diventate per il giovane soldato Jarjayes una tortura a cui sapeva, comunque, di non potersi sottrarre…unico suo conforto era l’ironica e tranquilla presenza di Andrè alle sue spalle… ma quella sera era sola…il suo compagno era con una bella febbre da cavallo sorvegliato dal mestolo della nonna…e Oscar a quel pensiero sorrise per la prima volta dalla mattina che si era recata a palazzo. Solo Andrè aveva quel potere…solo lui sapeva modificare la sua maschera ligia al dovere del suo compito…e della sua anima. Oscar fece segno a Girodelle…tutto sotto controllo…perfetto…decise di appoggiarsi ad un albero in fondo..era un buon punto di osservazione e poteva anche godersi lo spettacolo..ombre cinesi…era curiosa di questa nuova bizzarria. Ormai solo poche candele illuminavano i pasciuti e arrossati volti dei nobili, Oscar anche se nobile, non riusciva a fare a meno di provare una legittima antipatia per quelle persone…si sentiva diversa…come sentiva diversa la regina, che, comunque, da quelle persone era circondata, anche se aveva l’impressione che, addirittura, ne sentisse il bisogno: tante piccole e meschine contesse De Polignac, che la distraevano e la compiacevano per i propri meschini interessi. In quello stesso momento la regina chiese ad alcune dame di compagnia di andare a prenderle l’ennesimo calice di vino…finalmente sola…o quasi…era rimasta con lei un’anziana dama di compagnia. Ma ecco…lo spettacolo pirotecnico, ennesimo atto di quella festa sfarzosa, ebbe inizio…un bagliore…un lungo fischio…una scia luminosa che penetrò nel cielo notturno…un fiore di fuoco…un rimbombo che fece tremare ricchi calici di cristallo…i volti rapiti..le esclamazioni di giubilo…le bocche piegate nell’esclamazione…i nasi all’in su…quale dissonanza…con i volti di Parigi…dove le bocche piegate nella smorfia della fame e della rassegnazione..i volti rivolti verso l’alto…a un dio…o ad un nobile che, magari, passava di lì in carrozza…quale dissonanza… Oscar non guardava in alto, ma scrutava ogni movimento e notò che attorno alla regina il numero delle dame era calato…continuò a guardare in quella direzione ancora per un po’ ma poi rivolse i suoi occhi verso il palcoscenico…era ormai tutto pronto…i teatranti avevano acceso delle fiaccole dietro il telo..strane scenografie erano state posizionate…un edificio che si ispirava ad antico tempio greco…una tragedia…una commedia…un’opera buffa…non aveva molta importanza…i fuochi brillavano ancora nel cielo…chissà forse dalla sua stanza Andrè riusciva a vederli… Animata da una forza e da un coraggio ritrovato nel suo cuore, la regina si alzò dal trono, un lieve capogiro…ma non se ne curò…troverò altro vino e passerà…nessuno attorno a lei notò il suo movimento, troppo assorti da quelle luci sfavillanti nel cielo, da quei suoni profondi…sembrano suoni di guerra…guerra nella mia testa…Maria Antonietta si allontanò…scappò via verso il boschetto… Oscar a braccia conserte chiuse gli occhi, si sentiva esausta ma sapeva che la festa sarebbe proseguita ancora a lungo, forse solo le prime luci dell’alba l’avrebbero accompagnata nella cavalcata verso casa…chissà se la nonna le aveva lasciato qualcosa da mangiare…male che fosse stato avrebbe mangiato una mela…purtroppo da sola…Andrè… “Madamigella Oscar…madamigella Oscar!!!!” Il suo pensiero fu bruscamente interrotto..il dovere la richiamava alla realtà… Era una delle dame di compagnia della regina, una vecchia e paffuta marchesa con il volto arrossato per i pochi e affannati passi che aveva compiuto…Oscar ebbe un istintivo moto di repulsione a quella vista…che cercò di ricacciare dentro di sé appena si accorse che la donna non voleva invitarla in qualche strana e svenevole conversazione…quell’espressione dipinta su quel viso imbellettato era di puro panico… “Marchesa…cosa…” “La regina…madamigella..la regina non si trova…mi è sfuggita dalla vista..io…ho..tentato..” Oscar non aspettò di sentire le sue spiegazioni, con passo sicuro le si accostò “Ho capito..ora tornate al vostro posto..e se vi chiedono qualcosa fingete che la regina si è allontanata per un lieve malore…dite che tornerà presto…avanti andate!!” Il tono sicuro e profondo di Oscar tranquillizzò un po’ la vecchia nobildonna, anche se dentro di lei la sensazione cupa di preoccupazione aveva già preso il sopravvento. Bastò un cenno e Girodelle le fu subito accanto…dissimulando calma e freddezza spiegò al suo sottoposto la situazione. “Girodelle…discrezione nei movimenti…mi raccomando…non voglio che la corte si accorga di niente!” “Certo …non dubitate!” Dopo un profondo sospiro…Oscar si diresse verso il boschetto…ormai conosceva i gusti della regina…voleva con tutte le sue forze pensare ad un nuovo colpo di testa della giovane austriaca…il solo sospetto di qualcos’altro la faceva tramare nell’anima…anche se quella donna era per lei ancora un enigma non era riuscita a non amarla…lei era la sua regina…per lei avrebbe dato la vita…la grazia di Maria Antonietta conquistava anche i cuori più freddi e scostanti…e Oscar negl’anni era stata vinta da quella, ancora fanciullesca, ingenuità e dal quel suo innato fascino… Appena fuori dalla vista dei suoi soldati, che intanto si erano silenziosamente divisi in coppie per la ricerca, Oscar si lanciò di corsa verso il centro del boschetto… Fine 1°
parte
Mik |