Oscar e Rosalie si avviarono
al piano superiore. La ragazza prese una pila di biancheria dall'armadio
a muro in corridoio ed aprì la piccola stanza che di solito riservava
agli ospiti. Era visibilmente imbarazzata ed Oscar se ne accorse.
"Qualcosa non va, Rosalie?"
- le chiese.
"Ecco...madamigella
Oscar..."
La giovane la interruppe.
"Non chiamarmi più
così, per favore...Ora sono semplicemente Oscar, intesi?" .
"Va bene...se è
questo che desiderate..." - Rosalie sorrise appena - "Comunque il problema
resta...".
"Quale problema?" -
domandò Oscar, tentando di capire.
"Vedete...il fatto
è che...questa è la sola stanza che abbiamo per gli ospiti!
Voi siete in due...".
Oscar non poté
fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
"Proprio come dieci
anni fa...ci provate davvero tanto gusto a ridere di me?" - sbottò
Rosalie.
Oscar si sentì
in dovere di precisare.
"No...non stavo ridendo
di te...Solo che sono successe alcune cose che rendono le tue premure...diciamo...superflue!"
e questa volta fu lei ad arrossire - "Questa stanza andrà benissimo...non
devi preoccuparti." .
Rosalie capì
ed ebbe la delicatezza di non continuare il discorso.
"Va bene...allora vado
a prendervi dell'acqua calda. Chiamatemi se avete bisogno di qualcosa."
- si limitò a dire.
"Grazie...".
Era già notte
fonda. Andrè si svegliò e, con un gesto istintivo, cercò
con la mano Oscar dall'altra parte del letto. Non trovandola si mise a
sedere e vide che era davanti alla finestra, la sua giubba dell'uniforme
buttata sulle spalle. Si alzò e la raggiunse.
"Non riesci a dormire?"
- le chiese dolcemente, sedendosi accanto a lei sulla poltrona ed abbracciandola.
Oscar non disse nulla, si limitò ad appoggiare la testa sul suo
petto.
"Oscar...anche io sono
preoccupato e in questo momento la sola cosa che vorrei fare è andarmene
da questo caos...Vorrei tornare ad Arras e vivere tranquillo, ma so che
non sarebbe giusto...Tutte queste persone stanno lottando per creare una
Francia migliore, rischiando tutto. Non abbiamo il diritto di tirarci indietro,
dobbiamo fare la nostra parte anche noi!".
"Lo so...".
"E poi so anche che
tu non accetteresti mai una proposta del genere...ti conosco troppo bene.
Vai sempre fino in fondo nelle tue decisioni, qualunque sia il prezzo da
pagare. Questa è una delle cose che mi hanno fatto innamorare di
te e che non cambierei mai!".
"A volte ho la sensazione
che tu mi conosca quasi meglio di me stessa. E questo mi spaventa un po'...lo
sai?".
"Te l'ho già
detto quella sera ad Arras: l'unica cosa che voglio e farti felice...".
"Allora promettimi
una cosa...".
"Certo...dimmi.".
"Promettimi che non
mi lascerai mai...che staremo insieme tutta la vita!".
"Lo sai che sarei pronto
a giurartelo davanti al mondo intero...".
"Sei il solito esagerato!"
- replicò Oscar sorridendo e guardandolo negli occhi -
"Mi accontenterei che
tu me lo giurassi davanti ad un prete..." (1).
Andrè per un
attimo rimase senza parole...Oscar gli accarezzò il viso.
"Non mi dire che hai
cambiato idea..." - lo incalzò.
"No...certo che no!
E' solo che...non mi aspettavo certo una richiesta di matrimonio fatta
in questo modo..." - si affrettò a precisare lui. La conosceva bene,
è vero, ma riusciva sempre a stupirlo.
Lei tornò seria.
"Dico davvero...voglio
diventare tua moglie. Ho capito che la vita è un bene prezioso e
mi sono resa conto di averne già sprecata tanta...non voglio
sciupare più neppure un istante!".
"Ma certo che lo diventerai!
Non appena tutto questo sarà finito andremo nella piccola chiesa
di Arras...te lo prometto! Ti amo, non dimenticarlo mai.".
"Ti amo anch'io...".
Andrè la prese
dolcemente fra le braccia e la stese sul letto, si sdraiò accanto
a lei e la coprì. Lei si strinse a lui e questa volta sentì
che si sarebbe addormentata subito. Fino a quando lui l'avrebbe tenuta
fra le braccia il futuro non le avrebbe più fatto paura, qualunque
cosa avesse riservato loro il destino. Ora anche il suono della pioggia
che picchiava sulle finestre aveva un suono rassicurante...
FINE
(1)
Ebbene sì...il fatto che Oscar chieda ad Andrè di
sposarla quando lui sta per morire è un'altra delle cose che ho
sempre faticato a "mandare giù"!
Midori