IL
PRIMO TEMPO DI SIRIO 2002 |
La correlazione Giza/Orione |
La ricerca sull'enigma di Giza ha finalmente conosciuto una svolta
decisiva con l'intuizione fondamentale di Robert Bauval, secondo il quale le tre piramidi
di Giza rappresentano le tre stelle della Cintura d'Orione. A mio avviso quest'idea è
fondamentalmente valida; anzi, essa costituisce il punto di partenza delle mie ricerche,
benché successivamente mi sia reso conto che alcuni aspetti della teoria di Bauval e
Hancock fossero errati, mentre altri meritassero revisioni e approfondimenti. L'ipotesi della correlazione Giza/Orione si fonda sostanzialmente su due elementi piuttosto solidi, ben circostanziati e dopo tutto, nonostante la feroce avversione mostrata dal mondo accademico, anche perfettamente coerenti con la cultura egizia. Il primo elemento è costituito dalla disposizione delle tre piramidi rispetto al corso del Nilo, che sembrerebbe rispecchiare quella delle tre stelle della Cintura d’Orione rispetto alla Via Lattea in un'età ben precisa: il 10.450 a.C.. Il secondo elemento è anch'esso di natura astronomica, e verte sulla questione dell'allineamento dei cosiddetti "condotti d’aerazione" delle camere del Re e della Regina rispetto ad alcune stelle ben precise. Consideriamo in dettaglio il primo punto. L'idea che sta alla base della teoria di Bauval e Hancock può essere sintetizzata come segue. Volgiamo le spalle al nord in una notte serena e osserviamo la costellazione d’Orione culminare al meridiano, con le tre stelle della Cintura in primo piano e Sirio poco distante a sinistra; poco oltre, ancor più a sinistra, potremo scorgere il chiarore della Via Lattea scorrere come un fiume celeste, dalle regioni del nord alle nostre spalle fin sull'orizzonte. Conservando questa scena nella mente, immaginiamo ora di sorvolare il territorio del Basso Egitto, dall'attuale città del Cairo, diretti verso sud: molto presto potremo scorgere il sito di Giza con le tre piramidi e la Sfinge, mentre il fiume Nilo, non lontano, a sinistra, scorre verso il mare in senso opposto al nostro. Potremmo negare che le due immagini rimandino potentemente l'una all'altra? Confrontando le due rappresentazioni grafiche dell'area terrestre Giza/Nilo e della regione celeste Orione/Via Lattea, l'analogia appare evidente (figg. 1 e 2). |
Fig. 1 - La corrispondenza fra le piramidi di Giza e le tre stelle della Cintura d'Orione |
Fig. 2 - L'analogia fra l'immagine della Cintura d'Orione e una vista zenitale delle piramidi di Giza |
Consideriamo ora il secondo aspetto, quello dei condotti d’aerazione. Come indica il termine con cui ci si riferisce ad essi, l'opinione prevalente era che tali condotti fossero concepiti per ventilare l'interno della piramide, cosa in verità molto improbabile se si pensa che non solo i due condotti della Camera della Regina non sboccano all'esterno (a differenza degli altri due), ma originariamente non scaturivano neppure dalla Camera, poiché erano isolati da sottili diaframmi di pietra che lo scopritore fece spaccare. Sta di fatto che i quattro condotti, al di là d’ogni disquisizione in merito a possibili funzioni pratiche, mostrano di essere correttamente allineati con diverse importanti stelle, come dovevano apparire circa 4.450 anni fa (fig. 3), cioè quando si presume che il complesso costituito dalle piramidi di Giza e dalla Sfinge sia stato completato: in dettaglio, il condotto sud della Camera della Regina era puntato verso Sirio (Alfa Canis Maioris), il condotto sud della Camera del Re era puntato verso Alnitak (Zeta Orionis), il condotto nord della Camera del Re era puntato verso Thuban (Alfa Draconis, che nell'età delle piramidi era la stella più vicina al polo nord celeste e dunque ricopriva il ruolo dell'attuale Stella Polare), infine il condotto nord della Camera della Regina era puntato verso Kochab (Beta Ursae Minoris). |
Fig. 3 - Gli allineamenti stellari dei condotti d'aerazione della Grande Piramide |
Il Primo Tempo di Orione |
Benché i condotti d’aerazione indichino chiaramente un’età corrispondente
alla IV Dinastia (cioè proprio quando sarebbe stato edificato il complesso di Giza),
Bauval e Hancock ritengono che l’età chiave debba essere un’altra, e precisamente il
10.450 a.C.. Perché? Essenzialmente per due ragioni. |
Fig. 4 - La configurazione celeste nel 12.450 a.p. (il Primo Tempo di Orione) |
Questa configurazione celeste è parsa così potente a Bauval e Hancock da indurli a ritenere che giusto intorno a tale data si dovesse collocare il mitico Primo Tempo (Zep Tepi) governato dagli dei della religione egizia; inoltre in questa età l’orientamento della costellazione d’Orione e della Via Lattea in cielo era tale che la rappresentazione celeste sembrava rispecchiarsi in quella terrestre (Giza e Nilo) nella maniera più precisa, cosa che non si sarebbe verificata in altre date. Questo secondo i due autori. |
L'esatta corrispondenza fra terra e cielo |
In verità è proprio su quest'ultimo aspetto che Bauval e Hancock cadono in errore. La perfetta corrispondenza fra cielo e terra si realizzò non nel 12.450 a.p. (equivalente al 10.450 a.C.), ma circa 1.600 anni prima, intorno al 14.040 a.p.. Per verificare questo dato bisogna predisporre due mappe: una mappa della sfera celeste (centrata sulla regione d'Orione) ed una mappa terrestre (limitata alla regione circostante Giza, vale a dire la necropoli menfita); bisogna altresì ridimensionare la mappa astronomica per fare in modo che la Cintura d'Orione e il terzetto delle piramidi di Giza, che sono i nostri due termini di riferimento, appaiano dello stesso ordine di grandezza. L'operazione successiva consiste nel sovrapporre le due mappe, facendo coincidere Alnitak con la piramide di Khufu e allineando il nord celeste con il sud geografico. Ora, una sovrapposizione di questo tipo produce risultati diversi in funzione dell'età cui si riferisce la mappa astronomica, e questo perché il movimento precessionale dell'asse terrestre muta nel corso del tempo la posizione dei poli celesti, e dunque muta l'orientamento del meridiano passante per un determinato punto della sfera celeste (fig. 5). |
Fig. 5 - La rotazione del meridiano celeste in funzione del tempo, mantenendo fissa la sovrapposizione della Cintura d'Orione sulle piramidi di Giza |
Ciò significa che se utilizziamo prima una mappa astronomica del 4.450 a.p., poi una del 12.450 a.p. e infine una del 14.040 a.p. e quindi andiamo a confrontare le tre mappe sovrapposte che ne derivano, osserviamo come il firmamento appaia ruotare intorno ad Alnitak in senso antiorario man mano che si retrocede nel tempo: se nel primo caso (età della IV dinastia) la Cintura d'Orione appare notevolmente fuori asse rispetto alle piramidi (fig. 6), nel secondo caso (l'età indicata da Bauval e Hancock come Primo Tempo) lo scarto appare assai minore (fig. 7); tuttavia soltanto la mappa astronomica del 14.040 a.p. consente di realizzare una perfetta coincidenza fra l'asse della Cintura e quello del terzetto di piramidi (fig. 8). |
Il Primo Tempo di Sirio |
Un
altro elemento che fa propendere per l'intenzionalità dello schema, è che la data
fondamentale indicata è assai prossima al "Primo Tempo di Sirio". Come si ricorderà, Bauval e Hancock collocano il mitico Primo Tempo degli dei intorno al 10.450 a.C., poiché in questa età le stelle della Cintura d’Orione scesero alla minima altezza rispetto all’orizzonte (dopo di che ripresero a salire in cielo: toccheranno la massima altezza fra 450 anni circa, cioè 12.900 anni – mezzo ciclo precessionale – dopo il "Primo Tempo"). Da qui la definizione di "Primo Tempo di Orione", vale a dire l’inizio del ciclo che avrebbe portato la Cintura d’Orione a risalire in cielo dopo essere scesa fino al punto più basso. È abbastanza naturale allora chiedersi quando accadde il "Primo Tempo di Sirio": ebbene, Sirio scese alla minima altezza (un grado circa sull’orizzonte di Giza) intorno alla data dell’13.800 a.p., appena un paio di secoli dopo la data del 14.040 a.p.; in verità il moto proprio dell’astro combinato con il movimento precessionale produsse l’effetto di un lungo stazionamento di Sirio intorno al suo punto di minimo, cosicché, di fatto, possiamo affermare che nel 14.040 a.p. Sirio sostava in pratica alla minima altezza sull’orizzonte, e pertanto si trovava nel suo Primo Tempo. La posizione occupata da Sirio in questa età è del tutto peculiare anche per un altro motivo: non solo l'astro si trovava esattamente sull'asse (convenzionale) della Cintura e alla minima altezza sull'orizzonte, ma giaceva anche in prossimità di un altro allineamento, quello definito da Rigel e Saiph, le più meridionali fra le sette stelle principali che costituiscono la costellazione di Orione. Ma non è tutto. All'alba dell'equinozio di primavera Sirio culminava al meridiano ad un'altezza sull'orizzonte di circa 1,15°; in quel momento Rigel e Saiph si trovavano alla destra di Sirio alla medesima altezza sull'orizzonte, in modo tale che l'allineamento Sirio-Rigel-Saiph fosse perfettamente parallelo all'orizzonte. Ciò significa che la costellazione d'Orione, nella quale si vedeva identificata la figura divina di Osiride, appariva perfettamente diritta, quasi che Osiride camminasse sull'orizzonte, e questo proprio mentre la consorte Iside (identificata come sappiamo con Sirio) culminava al meridiano (fig. 12). |
Fig. 12 - L'orizzonte di Giza all'alba dell'equinozio di primavera, nel 14.040 a.p. |
Una simile configurazione celeste non è certo meno densa di significati simbolici, né meno potente e suggestiva di quella che ha attirato l'attenzione di Bauval e Hancock sulla data del 12.450 a.p.; ma è anche possibile che una cosa non escluda l'altra, e che entrambe le date siano intenzionalmente rappresentate nello schema della correlazione Giza/Orione. Anzi, quanto sto per esporre sembrerebbe dimostrare che non solo le due date citate, ma anche l'età della IV Dinastia fosse in qualche modo prevista e indicata da questa incredibile costruzione geometrica-astronomica. Come? Per capirlo occorre seguire il cammino di Sirio sulla volta celeste. |
Il cammino di Sirio |
Per "cammino di Sirio" intendo la direttrice del movimento e non l'arco effettivamente percorso in cielo dall'astro; ciò significa, in termini geometrici, che il cammino di Sirio si definisce come il circolo massimo risultante dall'intersezione della sfera celeste con il piano del moto dell'astro stesso. Consideriamo ora i due circoli descritti sulla sfera celeste dall'asse polare terrestre per effetto del movimento precessionale; ciascuno di tali circoli, che potremmo anche chiamare "cammini dei poli celesti", è intersecato dal cammino di Sirio in due punti (fig. 13). |
Fig. 13 - L'emisfero nord celeste: in evidenza il cammino di Sirio e la sovrapposizione degli assi nord/sud e diagonale della Grande Piramide |
Il significato di queste due intersezioni è presto chiarito: quando il polo celeste si trova in quelle posizioni, la direzione del moto di Sirio appare esattamente orientata in senso nord-sud (verso il sud celeste avanzando nel tempo, verso il nord celeste regredendo). In altri termini, in questi particolari momenti il cammino di Sirio appare esattamente perpendicolare all'orizzonte quando l'astro culmina al meridiano (fig. 14). |
Fig. 14 - Il cammino di Sirio, perpendicolare all'orizzonte alla culminazione dell'astro, nelle date del 12.280 a.p. e del 4.420 a.p. |
Questa circostanza naturalmente si
verifica due volte nel corso di ogni ciclo precessionale, ma le ultime volte che si è
verificata è stato intorno al 4.420 a.p. e ancor prima intorno al 12.280 a.p.. Si presti
attenzione: la prima delle due date corrisponde all'età della IV dinastia ed è assai
vicina al 4.450 a.p. indicato dai condotti d'aerazione della piramide di Khufu; mentre la
seconda delle due date è assai vicina all'età indicata da Bauval e Hancock per il mitico
Zep Tepi, che come si è detto coinciderebbe astronomicamente con il primo Tempo di
Orione e con l'inizio dell'era precessionale del Leone, testimoniata dalla muta presenza
della Grande Sfinge. Ce n'è abbastanza da far girare la testa. Lo schema che abbiamo delineato mostra quantomeno un duplice livello di lettura, nessuno dei quali esclude l'altro: ad un livello primario e fondamentale è indicata con la massima precisione, attraverso la semplice dislocazione delle piramidi sul suolo di Giza, la data del 14.040 a.p., e tale data è ribadita anche dalla posizione di Sirio rispetto all'asse della Cintura; ma ad un livello di lettura secondario lo schema fornisce anche le date del 4.450 a.p. e 12.450 a.p. che già ci erano familiari a seguito degli studi di Bauval e Hancock. La stratificazione dei significati, ciascuno dei quali integra gli altri, costituisce un'ulteriore riprova dell'incredibile complessità che si cela nel sito monumentale di Giza. |
Conclusione |
L'intenzionalità della costruzione geometrica-astronomica appare inconfutabile, in forza delle numerose ed evidenti correlazioni che dallo schema stesso si possono derivare. In sintesi le circostanze che si verificano intorno alla data fondamentale del 14.040 a.p. sono le seguenti:
Inoltre, in maniera pur sempre legata a
questo schema benché indipendentemente dalla data fondamentale del 14.040 a.p., si è
anche scoperto che il moto di Sirio era perpendicolare all'orizzonte (nel momento della
culminazione dell'astro) intorno all'età della IV dinastia (4.500-4.400 a.p.) e intorno
al Primo Tempo di Orione (12.450 a.p., coincidente con l'inizio dell'era precessionale del
Leone). |