Enzo Basello nasce a Soresina, Cremona, il 2 settembre 1938. Compie i primi studi tra Sesto San Giovanni, ove vive tuttora, e Monza. Nel 1958 si iscrive alla civica scuola d'arte Faruffini di Sesto San Giovanni, sotto la guida di Giovanni Fumagalli. Frequenta intensamente, in seguito, lo scultore Luigi Grosso e Vittorio Basaglia che ne indirizzano la formazione. Nel 1963 prende studio al Quartiere delle Botteghe, gruppo di studi di artisti a Sesto San Giovanni dove operano Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Sandro Martini, Attilio Forgioli, Mario Bionda, Arturo Vermi, Lino Marzulli ed altri. Da questa comunanza ha inizio la lunga attività pittorica che lo vede esporre in mostre personali e collettive in città europee ed italiane: da citare, tra le altre, Parigi, Mosca, Barcellona, Friburgo, Bucarest, Roma, Venezia, Milano, Firenze, Mantova, Cremona, Udine, Trento, Novara, Pavia, Monza, Vigevano, Como, Sesto San Giovanni.

Nel 1964, con originale priorità e nell'ambito dell'arte internazionale, da inizio alla stagione postmoderna delle "macchine totem".

Nel'arco di tempo che va dal 1964 al 1979 ottiene riconoscimenti in importanti premi: il premio Diomira, per giovani artisti; il premio Dergano, su invito del pittore Giuseppe Migneco; il premio Città di Milano; il premio San Fedele, su invito del pittore Ennio Morlotti; il XVIII premio internazionale del disegno, indetto dalla fondazione Joan Mirò di Barcellona che espone una sua opera dopo averla selezionata da lavori provenienti da tutto il mondo. Nel breve periodo che va dal 1967 al 1969 con Gianni Scarpelli dà vita ad una serie di eventi teatrali, tra happening e performance, realizzati in spazi non istituzionali; frequenta la cerchia intellettuale che fa riferimento ad Ettore Sottsass Jr e Fernanda Pivano.

Nel 1975 Raffaele Carrieri, in "Scaglie di Venere", dedica alcune poesie ai suoi collages.

Nel 1998 riceve il premio "Torretta città di Sesto San Giovanni" per la carriera artistica.

Dell'opera di Enzo Basello hanno scritto autorevoli critici e storici dell'arte: tra gli altri Raffaele Carrieri, Marco Rosci, Carlo Munari, Aurelio Natali, Giorgio Seveso, Maurizio Vitta, Tommaso Trini, Luigi Cavallo, Flaminio Gualdoni, Marina De Stasio.

Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

MASCHERE LE AMATE MONTAGNE ANTOLOGICA 1963-1993
"Maschere contaminate da morbi geometrici e tatuate da fili cartacei in cui senti il combattimento per scardinare il simmetrico; deborda in precisissimi confini l'effimera follia del costruire" "Questo alto e freddo Paradiso alpino avvolge il mio spirito che faticosamente cammina." "Nei fondali della memoria sono sedimentate immagini, pensieri, sentimenti in attesa di essere richiamati in superficie per essere vissuti o rivissuti; la forza capace di farli emerge è l'arte ed in particolare grado la pittura."
Luigi CAVALLO
Critico e storico dell'arte: a proposito di una mostra a Venezia "La maschera è questa"

"A esaminare come sono fatti questi collages sorprende, e anche un po' intimorisce, la fanatica cura del particolare: ogni tono o colore è ottenuto con un'infinità di segmenti tagliati e incollati..."

"L'insieme, che assume aspetto pittorico, è ricavato con materia saldamente ricercata, quindi; e il tutto, con difficili manovre di fissaggio, di affilamento, di ritagliatura, sembra tendere all'opposto di una definizione, cioè all'estremo del provvisorio. Come dire alla coscienza stessa del transitorio, del nulla che ha appena un filo di respiro per dirsi presente."


Raffaele CARRIERI
Poeta e critico d'arte: per una cartella di litografie dal titolo "Scaglie di Venere"

Sono scaglie, sono petali indecenti
Questi impalpabili frammenti
Di telegrammi cifrati:
Messaggi di amanti
Che non s'incontreranno mai.

Strappo con gli sguardi
Gli involucri trasparenti
E mostro i segreti campioni
Delle squame di Venere:
Sono scaglie, sono petali indecenti.


Flaminio GUALDONI
Critico d'arte: da una monografia dedicata a Enzo Basello

"E' nei primi anni Sessanta che Enzo Basello s'affaccia alla scena del dibattito artistico, cercandosi e cercando l'ansia lucida, aliena da compiacimenti, rigorista sino al sospetto nei confronti dell'apparato mondano dell'arte, che gli sarà sempre caratteristica. Le sue prime prove pubbliche, presentate ad alcuni premi importanti in quel tempo di premi autorevoli, sono attente ad alcuni dati climatici tipici della cultura milanese del tempo. La stagione è quella del trascolorare dell'informale, troppo spesso ridotto all'enfatizzazione retorica di gesti e belle materie e del rimontare di ipotesi di "figurabilità" variamente orientate. Basello si muove su tale doppio binario."

"Riemerge nelle opere recenti di Basello il patto espressivo rinnovato tra artificio e organicità, e soprattutto tra maschera e volto. L'adozione del pastello a olio gli consente di muovere da una materia densa e carnale, e di spossarne le sensuosità fuorvianti per rapporti disagiati di tono, per via di irritate irruzioni del segno tracciante."


Cesare CHIRICI
Critico d'arte: da una mostra a Sesto S. Giovanni

"Le recenti maschere di Enzo Basello mimano la tecnica e il percorso della pittura, la lenta costruzione dell'antico faber, e visualizzano il fondo eroico-ironico dell'impulso al conoscere, il travestimento del desiderio."


Giorgio SEVESO
Critico d'arte: per una cartella di litografie dal titolo: "Imaginaria"

"Le immagini: nulla di più concreto e di più eloquente ma, anche, di più impalpabile e sfuggente, di più aereo. E poi, quando siano opera di artisti, nulla anche di più immaginario, di più fantastico e soggettivo anche quando esse si riferiscano ad una realtà presente, ben oggettiva. Dunque immagini come simulacro significante ma, anche, come immaginazione; immagini come termine concreto della comunicazione ma anche come leggerissimo,trasparente, palpitante alito di poesia: imaginaria."

Per Enzo

Un'amicizia che dura da quasi cinquant'anni, infinite discussioni fatte di lunghi reciproci monologhi sull'arte, sulla pittura, sulla politica e quant'altro. Enzo sempre in punta di fioretto, arma tanto elegante quanto micidiale. Analisi acuta, logica stringente, difesa appassionata dell'arte moderna - la sua arte - immaginazione del futuro.

Una ricerca della verità effettuale delle cose, cui seguiva immediatamente una presa di distanza e nella sua pittura un capovolgimento di prospettiva.

Lo sforzo di conoscenza, la sua ricerca logica, il tentativo di definire la realtà si traduce nella sua pittura in negazione della possibilità di comprenderla perchè nascosta dietro una maschera impenetrabile.

Solo per un attimo questa dicotomia si è risolta quando, con uno scatto di ribellione, ha strappato la maschera ai suoi personaggi, dipingendo la serie dei "Liber". E libero, pagandone tutto il prezzo Enzo è sempre stato.

Valentino



"Da sempre mi sono chiesto cosa sia l'arte.
Il lungo approccio è stato con la conoscenza, ma in seguito ho dovuto cedere all'amore."