IL PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA ( P.O.F.  )

( DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 marzo 1999, n. 275 )

(Regolamento recante norme in materia di autonomia, ai sensi dell'art. 21, della legge 15 Marzo 1997, n° 59)

 Art. 3 



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A partire dal 1° Settembre del 2000 la disciplina dell'autonomia, finora sperimentata solo da alcune scuole che ne hanno fatto espressa richiesta per l'a.s. 1999-2000, dovrà essere applicata da tutte le istituzioni scolastiche. 
Da tale data le scuole sono tenute a redigere e ad adottare il loro P.O.F. (Piano dell'Offerta Formativa), un documento fondamentale che costituisce l'identità culturale e progettuale dell'istituzione scolastica.
Il piano è da ritenersi fondamentale perché va inteso come un impegno che impone una continua reinterpretazione, rinegoziazione e ricerca di decisioni condivise da prendere riguardo ad aspetti comuni significativi.
Non è, però, l'unico documento di riferimento. Resta alle scuole l'obbligo di disporre della Carta dei Servizi, di elaborare annualmente la programmazione educativa e didattica, di redigere il Piano annuale delle attività.
L'identità progettuale, invece, che caratterizza il POF, deriva dal fatto che tale documento non è solo una fedele fotografia della situazione della scuola in quel momento, ma, soprattutto, un progetto di come si intende sviluppare il servizio e l'offerta per tendere a un disegno di scuola desiderato.
Pertanto, in primo luogo dovrà chiarire quali sono gli elementi caratterizzanti per quanto concerne la tipologia della scuola, il piano di studi da adottare e il quadro orario; non solo, dovrà anche esplicitare le scelte che differenziano una scuola da altre di uguale grado e indirizzo. Per esempio per quanto riguarda:
  • le offerte integrative e/o aggiuntive del curricolo;
  • l'organizzazione interna (rapporti, relazioni, modalità di lavoro, compiti e funzioni, sistema di controllo e valorizzazione delle risorse ...);
  • il piano pedagogico-didattico;
  • interventi e iniziative sistematiche e organiche in risposta a particolari bisogni formativi degli studenti e dei cittadini del territorio;
  • le scelte didattiche e organizzative, espressione di autonomia, prese di comune accordo per raggiungere una particolare idea di scuola (percorsi didattici individualizzati, articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o diverse classi, l'aggregazione di discipline in aree e ambiti disciplinari, l'utilizzo delle tecnologie informatiche e multimediali come ambienti di comunicazione e sviluppo di saperi e competenze, ... ).

Il POF dovrà contenere, tra l'altro, la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa, esplicitando:

  • obiettivi e percorsi disciplinari e/o integrati e le loro organizzazioni (traduzione in progetti didattici della quota nazionale);
  • progetti riguardanti la parte del curricolo obbligatorio lasciato all'autodeterminazione regolamentata delle scuole (quota locale);
  • (eventuali) attività aggiuntive e facoltative.

Ogni scelta dovrà, però, essere coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studio definiti a livello nazionale.
In più, dovrà riflettere le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa.
L'ideale sarebbe che la Scuola si facesse carico di raccogliere e interpretare domanda e bisogni formativi del territorio e li assumesse, il più possibile, dentro la propria progettazione.
Il Dirigente scolastico, poi, dovrebbe attivare i necessari rapporti con gli Enti Locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio.
Il Piano dovrà contenere, inoltre:

  • le scelte di flessibilità, comprensive della compensazione oraria tra discipline;
  • le scelte metodologiche e degli strumenti coerenti col Piano;
  • le modalità e i criteri della valutazione degli studenti;
  • i criteri della valutazione periodica;
  • i criteri per il riconoscimento dei crediti e il recupero dei debiti;
  • le modalità di impiego dei docenti;
  • eventuali iniziative di recupero.

Visto l'importanza che il POF riveste ai fini dell'attuazione della Scuola dell'autonomia, in base all'ultimo contratto nazionale, il Collegio dei docenti può potenziare la propria capacità di decidere e di progettare affidando il compito di presidiare, coordinare e promuovere alcune importanti funzioni del progetto a docenti in possesso di specifiche competenze.
I docenti che assumeranno l'incarico di svolgere le funzioni-obiettivo saranno circa 50.000, nella misura di 2, 3 o 4 per istituto a seconda che la scuola sia sotto-dimensionata, normo-dimensionata o con più di 80 docenti.

Concludendo possiamo riassumere il tutto dicendo che un progetto della portata del POF, indispensabile alla scuola dell'autonomia, per essere efficace ed efficiente deve risultare unitario, affidabile, rendicontabile, integrabile.

  • Unitario, in quanto le scelte riguardanti gli ambiti culturali, i bisogni formativi e gli obiettivi trasversali, devono essere intenzionali, univoche e coerenti tra loro.
  • Affidabile, nel senso che deve chiarire le modalità con cui chi attua il piano si impegna a raggiungere gli standard di apprendimento riguardo a conoscenze, linguaggi, comportamenti; deve esplicitare i criteri e le motivazioni che hanno condotto alcune discipline a cedere il 15% del monte ore annuale per venire incontro ai bisogni formativi degli studenti legati al contesto socio-culturale, alle tradizioni all'identità della scuola; deve prevedere attività integrative e aggiuntive che rispondono a criteri di coerenza, priorità, efficacia, qualità e quantità.
  • Rendicontabile, in quanto deve prevedere indicatori di processo, di prodotto e individuazione di competenze e responsabilità relative ai vari livelli dell'organizzazione scolastica (funzioni obiettivo, referenti, coordinatori di dipartimenti disciplinari, di progetti, di Consigli di classe).
  • Integrabile, nel senso che deve essere espressione di integrazione con il territorio, in quanto deve individuare committenti e destinatari di attività, prodotti e servizi per il territorio (progettazione, produzione, consulenza, tutoraggio, formazione, ricerca, informazione, pubblicizzazione).

Il POF è, dunque, il mezzo con cui attuare un nuovo modo di fare scuola, la Scuola dell'Autonomia, basata su uno stile sperimentale a forte valenza euristica e che trasforma la figura del docente da impiegato a professionista, ossia di ricercatore che non separa pensiero e azione, ma apprende da quello che fa.
Per aiutare le scuole in questo arduo compito, sono stati istituiti dei Centri di Servizi (CS), nati per fornire consulenza, assistenza tecnica, sostegno nelle fasi di produzione, monitoraggio, valutazione di azioni ed esperienze.

Il Piano dell'Offerta Formativa viene elaborato dal Collegio dei docenti sulla base della tipologia e indirizzo della scuola, tenendo conto delle scelte generale di gestione e di amministrazione stabiliti dal Consiglio d'Istituto, nonché dei pareri dei genitori e alunni.
E' adottato dal Consiglio d'Istituto, reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione.

In poche parole: tutto deve avvenire alla "luce del sole", in un clima di grande collaborazione e responsabilità reciproca.


                                                              
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