LA PROGETTAZIONE MODULARE    



Torna
indietro
 


Ritorna al
sito
Fantasyland

   

    

     

   

   
   
  
Torna a
inizio
pagina

 




   

   

    

    

   

 

 
Torna a
inizio
pagina

 

 

 

 

 

  

   

   

   

 
Torna a
inizio
pagina

 

 

 

  

  

   

  

  

   

   

 
Torna a
inizio
pagina

 

   

 

 

 

 

 

 

  

   

 

 
Torna a
inizio
pagina

 

 

 

 

 

 

 

Se diamo un'occhiata all'evoluzione scolastica nel tempo, possiamo osservare che, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli anni cinquanta del secolo scorso, la Scuola era rivolta a poche persone e che, successivamente, con lo sviluppo del processo di industrializzazione, è diventata di massa. Di conseguenza, da scuola con funzione di formazione e conservazione delle classi dirigenti, si è trovata a dover far fronte ad una richiesta di una maggiore qualificazione della forza-lavoro e ad un allargamento dell'istruzione pubblica.
Oggi, anche se fra mille difficoltà ed evidenti insuccessi, la Scuola si propone di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale umano in maniera critica e aperta, con lo scopo di migliorare la qualità della vita e di consentire alla maggior parte dei cittadini di raggiungere un livello culturale che sia il più alto possibile.
Per accrescere la qualità dell'istruzione gli esperti concordano nel ritenere che bisogna migliorare il prodotto quali-quantitativo della scuola, ossia la tipologia dei saperi e il raggiungimento di standard accettabili da parte di un gran numero di allievi.
Dal momento in cui si è iniziato a prendere coscienza del ruolo rilevante che "l'educazione scolastica" riveste nel processo di sviluppo economico e sociale di qualsiasi paese, il tema della qualità del sistema formativo è divenuto oggetto di discussione sia da parte dell'opinione pubblica che dell'attuale dibattito politico, anche in vista della piena realizzazione dell'Unione Europea.

Fra i tanti problemi, in particolare, ci si propone di superare quello dell'insuccesso scolastico, che si manifesta con l'aumentare delle bocciature e degli abbandoni, o con forme meno evidenti, ma ugualmente pericolose, come i deficit di apprendimento estesi e le promozioni nominali.
Per poter tenere sotto controllo questo continuo mutamento delle società postindustriali è necessario, in primo luogo, assicurare un bagaglio cognitivo molto più ricco e vario di quello offerto dalla scuola del passato e, successivamente, favorire attività di revisione e aggiornamento periodici delle competenze acquisite durante gli anni di formazione scolastica e universitaria. In entrambe le fasi bisogna promuovere l'incremento dei processi mentali di astrazione e il cambiamento di analisi e scelta delle informazioni.

E' necessario, quindi, intervenire non solo su "cosa insegnare", ma soprattutto su "come insegnare".

I programmi di insegnamento attuali risultano troppo vasti e spesso ridondanti, al punto che spesso non si ha nemmeno il tempo di far consolidare una nuova conoscenza, di metterla in relazione con quelle già possedute e di farla divenire anello di connessione di un più completo reticolo cognitivo, perché bisogna passare ad affrontarne di nuove.
Nella scuola superiore, soprattutto, accade che, per ultimare i programmi ministeriali, spesso vengono affrontate con superficialità questioni di grande significato culturale, senza la necessaria elaborazione ed organizzazione razionale dei contenuti. Tale situazione si verifica ancor più negli indirizzi di recente costituzione, in quanto l'aumento del numero delle discipline e degli argomenti trattati, ha favorito un certo disorientamento negli alunni con un conseguente aumento dell'analfabetismo funzionale, che, in base alle ultime rilevazioni statistiche, riveste la fascia di età che va dai 20 ai 30 anni.

La Scuola attuale è quindi chiamata a promuovere negli allievi saperi, competenze, e abilità in grado di contrastare la "noia di non saper fare bene nulla" e il suo conseguente analfabetismo, ma anche di garantire conoscenze reticolari ben organizzate, in grado di facilitare, sia sul piano delle conoscenze che della motivazione, la revisione e l'aggiornamento continui dei repertori conoscitivi. Tali abilità, competenze e saperi da promuovere devono, dunque, risultare:
significativi, sistematici, stabili, di base, capitalizzabili.
Devono essere

  • significativi, in quanto devono coinvolgere tutti gli allievi sia sul piano cognitivo che su quello affettivo-motivazionale;
     
  • sistematici, nel senso che devono favorire una strutturazione reticolare delle conoscenze, tale da consentire a ciascun allievo di saper analizzare ed elaborare, all'occorrenza, nuovi dati e informazioni assunte in contesti diversi e di saperle utilizzare nella ricerca delle strategie risolutive di qualsiasi tipo di problema;
     
  • stabili, ossia duraturi e indispensabili per facilitare nuovi apprendimenti;
     
  • di base, poiché strutture portanti di ogni disciplina;
      
  • capitalizzabili, cioè aperti e flessibili, in grado di consentire l'apprendimento di nuove abilità e nuovi saperi.

Le competenze linguistiche e logico-matematiche, inoltre, devono far parte obbligatoriamente degli elementi che costituiscono i reticoli cognitivi, perché, fra tutte le discipline, Lingue e Matematica, sono quelle che più di altre sono in grado di favorire quell'elevata flessibilità intellettuale che risulta indispensabile per l'apprendimento di nuovi saperi.

In base a quanto detto, è necessario che nella scuola secondaria superiore venga promossa una riflessione epistemologica e storico-critica sulle diverse discipline, capace di porre in relazione metodi, teorie e principi di ambiti disciplinari differenti, con lo scopo di far analizzare, discriminare, categorizzare, ricomporre in sintesi, spiegare, interpretare, applicare e valutare fatti, fenomeni, situazioni problematiche.
Per raggiungere tali obiettivi, ai docenti viene richiesta una forte mediazione culturale e di alta qualità professionale, nonché una continua revisione, integrazione, e arricchimento dei curricoli di ogni specifico ambito disciplinare e il loro adattamento alle esigenze di una efficace comunicazione educativa.
Solo un'organizzazione modulare e flessibile della didattica, del tempo di formazione, degli spazi e delle risorse umane e materiali, presuppone il raggiungimento di tali ambiziosi obiettivi.

Bisogna sottolineare, inoltre, che le cause principali delle ripetenze, degli abbandoni e delle promozioni nominali, sono da imputare alla canalizzazione precoce e alla rigidità dei percorsi formativi: i passaggi da un ordine di studi ad un altro nella scuola secondaria superiore, possibili secondo le normative vigenti, risultano in realtà difficoltosi, soprattutto quando gli ambiti di studi della scuola cui si vuole accedere sono molto differenti da quelli della scuola di provenienza. I passaggi andrebbero favoriti, per evitare che risultino a completo carico di chi vuole cambiare indirizzo.
Per evitare il fenomeno delle promozioni nominali e delle bocciature ingiuste basterebbe adottare un sistema di valutazione fondato sul concetto del credito formativo, prevedendo sanzioni differenziate per singole competenze e percorsi formativi anch'essi differenziati.

La didattica non può e non deve continuare a essere caratterizzata dagli elementi tipici tradizionali quali la trasmissione delle conoscenze attraverso itinerari precostituiti, il controllo degli apprendimenti e il giudizio espresso sui risultati conseguiti dagli alunni; deve, piuttosto,

  •  rivolgere l'attenzione verso un aggancio delle conoscenze pregresse;
     
  • diversificare gli itinerari formativi in relazione ai diversi stili cognitivi di chi apprende;
     
  • adeguare l'originario progetto educativo alle necessità emergenti, senza perdere di vista gli obiettivi finali.

La rigidità dell'organizzazione didattica e del sistema scolastico risulta in netto contrasto con le esigenze formative richieste da una società complessa e in continua evoluzione, ma anche con le nuove norme contenute nella legge sull'Autonomia Scolastica, che, al contrario, lascia alle istituzioni scolastiche la libertà di scelta organizzativa e didattica, pur nel rispetto degli obiettivi del sistema nazionale d'istruzione e degli standard di livello nazionale.

L'organizzazione modulare della didattica risulta uno dei riferimenti pedagogici senza i quali l'autonomia scolastica perderebbe il suo significato di strumento da utilizzare per realizzare la piena appartenenza dei cittadini alla vita sociale.

Per governare correttamente il sistema scolastico è necessario valutare la qualità del prodotto educativo.
Per attuare un sistema scolastico centrato sull'autonomia occorre che ogni istituto sia in grado di

  • operare scelte a partire dall'analisi delle condizioni di intervento;
     
  • verificare con continuità l'efficacia delle soluzioni individuate.

L'autovalutazione cui le scuole sono chiamate ad esprimere sulla qualità della propria proposta formativa richiede la disponibilità di una strumentazione valutativa valida e affidabile, basata su criteri di verifica il più oggettivi possibili.

Una didattica moderna ed efficace, da attuarsi secondo i principi sanciti dalla legge sull'autonomia scolastica, non può non prevedere forme altrettanto moderne ed efficaci di verifica e valutazione dei processi di formazione.

 

                                                                  
                          Torna                                                   Ritorna al 
                         indietro                                                    sito
                                                                                    Fantasyland