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Da una recente indagine svolta dallo
SNALS su un campione di 38.000 docenti di ogni ordine e grado è
emerso che l'84% dei docenti si dice favorevole al "riordino
dei cicli" e all'autonomia
scolastica. Basti pensare che nello scorso anno scolastico
sono stati presentati quasi 10.000 progetti di "sperimentazione
dell'autonomia", di cui 400 hanno affrontato persino il
tema, fino ad allora ritenuto un tabù, della "valutazione
della professionalità del personale scolastico". Ciò
significa che la scuola italiana è alla ricerca di un proprio ruolo
e desidera essere valorizzata.
Il Governo e le parti sociali, con l'accordo del 24/9/96, si sono
impegnate ad attuare il "riordino
complessivo del sistema scolastico e della formazione professionale",
secondo una strategia avente lo scopo di integrare istruzione,
formazione e lavoro, con gli orientamenti dell'Unione Europea.
Piuttosto che una grande "legge quadro"
di riordino e riorientamento dell'intero sistema (come già avvenuto
in Francia e in Spagna), è stata preferita una "strategia
del mosaico", articolando il tutto in tanti
provvedimenti diversi e diluiti nel tempo.
Gli inevitabili intoppi burocratici hanno rallentato ulteriormente
la realizzazione degli impegni presi, anche se, da allora, molte
cose sono già state cambiate nella scuola, tramite leggi specifiche
e/o decreti vari:
- sono state poste le basi per la riorganizzazione del "modello
di governo del sistema" (l.
59/97);
- trasferiti e/o delegati a Regioni, Province, Comuni, diversi
compiti e incarichi in materia di istruzione e formazione;
- cambiata l'amministrazione centrale e periferica del Ministero
della Pubblica Istruzione;
- aboliti gli esami di riparazione,
sostituendo la rimandatura con la promozione con debito
scolastico, che l'alunno potrà saldare autonomamente o tramite
specifiche attività di recupero messe in atto dalla scuola
stessa;
- modificati i programmi di Storia
per dare più spazio alla storia moderna e contemporanea;
- attivati 140 laboratori multimediali
presso le scuole di ogni ordine e grado e formati
1.600 docenti allo scopo di promuovere l'innovazione
didattica e tecnologica;
- favorita la parità della scuola
pubblica e privata;
- promosso l'aggiornamento e formazione
del personale (formazione universitaria dei maestri,
specializzazione post-laurea dei docenti della scuola
secondaria, formazione in servizio);
- sono stati riformati gli esami di Stato
(l. 425/97);
- innalzato l'obbligo scolastico
(inizialmente di un anno) e introdotto l'obbligo
formativo fino a 18 anni (l. 9/99),
promovendo nel contempo l'integrazione tra scuola, formazione
professionale, università, parti sociali;
- introdotte le "funzioni obiettivo"
come supporto per la realizzazione del POF (Piano dell'Offerta
Formativa);
- infine, è stata varata la legge sul "riordino
dei cicli" che vedrà rinnovare l'intero sistema
scolastico a partire dal 2001, anche se risultano ancora poco
chiari modalità e contenuti di tale innovazione.
Nell'anno scolastico 1999/2000 abbiamo già detto che sono stati
presentati quasi 10.000 progetti di "sperimentazione
dell'autonomia, ma, in base all'art. 21 della legge 15 marzo 1997
n°59, a partire dal 1° Settembre del 2000 la disciplina
dell'autonomia si applicherà a tutte le istituzioni scolastiche.
Se riflettiamo attentamente, possiamo dedurre che alle scuole viene
dato un anno di tempo utile (dal 1°Settembre del 2000 al 1°
Settembre del 2001) per imparare a dialogare tra loro, progettare il
da fare, per sapere e capire che è indispensabile la
collaborazione.
Per poter ampliare l'offerta formativa e favorire l'integrazione con
il territorio, alle scuole viene data "autonomia
organizzativa e didattica": l'autonomia
organizzativa permetterà di utilizzare in maniera più
funzionale mezzi, strutture e personale; l'autonomia
didattica, invece, consentirà di liberare le attività di
insegnamento dagli attuali vincoli e agevolare il raggiungimento
degli obiettivi di apprendimento, tramite l'adozione di metodologie
e tempistiche più aderenti a ciascuna realtà scolastica.
Spetterà allo Stato individuare, però, gli obiettivi e gli
standard per garantire la qualità dell'insegnamento e del servizio
su tutto il territorio nazionale.
Non potranno essere cambiati solo alcuni punti di carattere
generale: le ore relative all'insegnamento di ciascuna materia, la
durata annuale delle lezioni, il monte ore di servizio dei docenti.
In attesa di nuove disposizioni, verrà adottato il seguente regolamento,
ai sensi dell'art. 8 del DPR 8 Marzo 1999, n°275:
- (Curricoli delle istituzioni scolastiche autonome) - I
curricoli delle istituzioni scolastiche, riconosciute
autonome a decorrere dal 1° Settembre 2000 a norma dell'art. 21
della legge 15 Marzo 1997 n° 59, saranno
costituiti, in prima applicazione dell'art. 8 del DPR 8
Marzo 1999 n°275, dagli ordinamenti e
relative sperimentazioni funzionanti nell'anno scolastico
1999/2000 (sia per quanto concerne i programmi di
insegnamento che l'orario di funzionamento).
A tali curricoli potranno essere applicati i criteri
di flessibilità organizzativa , didattica
e di autonomia di ricerca, sperimentazione
e sviluppo, secondo le linee
direttive del POF presentato da ciascun istituto.
- (Obiettivi specifici di apprendimento) - Durante la
stesura del POF, ciascuna istituzione scolastica, nell'ambito
dei curricoli, può riorganizzare i propri percorsi didattici in
termini di obiettivi formativi specifici
di apprendimento e competenze degli
allievi, favorendo l'introduzione di nuove metodologie
didattiche che possono fare ricorso anche alle nuove tecnologie
multimediali.
Alla fine di ogni anno scolastico ciascuna istituzione dovrà valutare
gli esiti degli interventi messi in atto, allo scopo di
migliorare l'insegnamento e l'apprendimento per far
raggiungere a ciascun allievo livelli di preparazione volti al
conseguimento dei gradi più elevati dell'istruzione e
all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
- (Quota nazionale e quota riservata alle istituzioni
scolastiche) - Il monte ore annuale delle discipline di
insegnamento, previste nei curricoli che ciascun istituzione
scolastica dovrà adottare, dovrà tener conto di due
quote obbligatorie: la quota
nazionale, che viene fissata all'85% di tale monte
ore, e la quota locale pari al
restante 15%.
Quest'ultima potrà essere utilizzata o per
confermare l'attuale ordinamento o per
realizzare compensazioni tra le discipline e attività di
insegnamento previste dagli attuali programmi o per
introdurre nuove discipline, utilizzando i docenti in
servizio nell'istituto, anche in attuazione dell'organico
funzionale ove esistente in forma strutturale o sperimentale.
Il curricolo obbligatorio (quota
locale) è da realizzarsi mediante gli strumenti di
flessibilità organizzativa e didattica (DPR
n°275/99) e può essere utilizzato
dalle istituzioni scolastiche per promuovere, anche con percorsi
individualizzati, la valorizzazione degli alunni più meritevoli
e capaci ed il recupero di quelli che presentano carenze nella
preparazione.
Possono essere utilizzate unità di insegnamento inferiori
all'unità oraria, basta che rispetti il monte ore annuale, la
suddivisione in quote e che vengano eventualmente recuperate le
frazioni di tempo residue.
- (Adempimenti delle scuole) - Le disposizioni del
presente regolamento possono essere
applicate senza attendere a ulteriori decreti autorizzativi.
Le istituzioni scolastiche hanno, però l'obbligo di comunicare
ai competenti uffici centrali e periferici del MPI le scelte
curricolari effettuate, allo scopo di consentire
all'Amministrazione scolastica e al suo sistema informativo di
predisporre le procedure riguardanti la gestione del personale.
Del piano dell'Autonomia fa parte anche il riordino del
Ministero, che dovrà concludersi entro il 1° Settembre del
2001: nasceranno uffici di dirigenza regionali, mentre scompariranno
i Provveditorati.
Nel frattempo il CEDE sta trasformandosi in "Istituto nazionale
per la valutazione", la biblioteca BDP in "Istituto
nazionale di documentazione per l'innovazione", gli IRSSAE si
chiameranno IRRE e rappresenteranno gli strumenti
tecnico-scientifici a sostegno e sviluppo dell'autonomia scolastica.
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