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S. Mikulas a Mala Strana |
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Praga. Egli portò a
compimento, nel 171 1 , La navata centrale e le cappelle laterali. Dopo il 1711 i lavori furono interrotti per motivi finanziari, e solo dopo il 1737 furono proseguiti dal figlio di Kryštof Kilián Ignác DIENZENHOFER il quale, fedele al progetto del padre, portò a termine la costruzione della terza campata della navata centrale, e quindi, secondo un proprio progetto, costruì, assieme al suo genero, il presbiterio con la cappella e il campanile. LA NAVATA CENTRALE sorge nell’intersezione di tre ovali trasversali. La parte centrale rialzata rispetto alla pianta a forma di quadrifoglio è coperta da un’imponente cupola di settanta metri d’altezza. Lo slanciato campanile, terminato nel 1755, assieme al tetto verde della cupola crea una nota caratteristica del quartiere di Malá Strana. La fastosa DECORAZIONE DELLA CATTEDRALE eseguita interamente in stile tardo barocco, fu portata a termine nel 1755 dopo dieci anni di lavori. La VOLTA DELLA NAVATA è decorata con un grandioso affresco che rappresenta l’apoteosi di S. Nicola; l’opera è del pittore viennese Jan Lukáš KRACKER. Di straordinaria perfezione è il raccordo dell’affresco con gli elementi architettonici realizzato per mezzo di illusioni ottiche: infatti è difficile distinguere dove finisce l’affresco e dove inizia l’architettura. I pilastri, le cornici e gli altri elementi architettonici sono rivestiti di marmi artificiali tipici dell’architettura barocca. In marmo artificiale è anche la tribuna in stile rococò. Le decorazioni plastiche della tribuna sono opera di Petr e Richard PRACHNER. Quattro statue piu grandi del naturale, poste negli spicchi della navata, sono opera di František I. PLATZER. Le statue rappresentano il Re persiano Ciro, il primo imperatore cristiano Constantino, l’imperatore Teodosio II. La quarta statua raffigura un martire gesuita ignoto con la palma del martirio e la palla da prigioniero. Le statue sono in legno e sono rivestite di gesso levigato. Il pulpito e il tetto della tribuna sono decorati da tre rilievi che raffigurano le tre virtù cristiane: la Fede, la Speranza e la Carità. In mezzo a queste ci sono altri piccoli rilievi che rappresentano scene della vita di S. Giovanni Battista. La CUPOLA è decorata con un affresco del pittore gesuita F. X. PALEK e reffigura la celebrazione della Santissima Trinità. Tra le finestre del tamburo ci sono le Otto Beatitudini. Sui cornicioni ci sono quattro cosiddette virtù cardinali: la Giustizia, la Temperanza, la Fortezza, la Prudenza. Alla base dei pilastri ci sono quattro dottori orientali della chiesa. Le statue in legno coperte da uno strato in gesso levigato sono opera di F. I. PLATZER e della sua bottega. Ai lati dell’ALTARE MAGGIORE A COLONNE ci sono le statue dei due rappresentanti più importanti dell’ordine gesuitico: S. Ignazio di Loyola e il suo allievo Francesco Severio. Al centro, sopra l’altare, c’è la grandiosa statua in rame di S. Nicola rivestita in oro massiccio. Un sistema di specchi situati dietro l’altare ne potenzia l’effetto. Nel presbiterio, l’altare laterale sinistro è consacrato a Maria Vergine. Nella vetrina c’è la copia della statuetta gotica della Maria Vergine di Foyen fatta prima dell’anno 1629. Il dipinto ,,Visitazione di Maria Vergine” è opera di J. L. KRACKER. Le statue provengono sempre dalla bottega di Platzer. Sul coro barocco si trova l’organo con 2.500 canne e 44 registri. W. A. Mozart suonò questo organo durante uno dei suoi soggiorni praghesi. Per tal motivo dopo la morte di Mozart a S. Mikuláš per tre giorni fu celebrato il requiem in sua memoria. La CAPPELLA DI S. BARBARA, ultima cappella a destra uscendo dalla cattedrale rasserena l’animo una volta terminata la visita di questa alta rappresentazione dell’arte barocca. La cappella consiste in uno spazio semplice, eretto sopra un ovale di forma prolungata. La volta è decorata con un affresco in superbo stile barocco che raffigura S. Barbara, patrona della morte felice, attorniata da scene tratte dal Giudizio Universale. La Cappella costituisce l’esempio di un motivo molto ricorrente nel periodo barocco: la fugacità della vita terrestre. Sull’altare maggiore della cappella c’è il quadro di KAREL ŠKRÉTA, noto pittore ceco del primo barocco, dipinto negli anni Cinquanta del XVII sec. |