Una storia come tante

       Rosa e Luca, due ragazzi come tanti con i loro sogni, le loro paure ma soprattutto il loro amore, vivevano in un mondo dove ormai non esisteva più nulla di normale. Erano stati contagiati e aspettavano il momento della morte. A vederli sembrava la classica coppia che si amava e che non aveva bisogno di niente e nessuno... Tanne che una volta al giorno. Tutti i giorni, sempre alla solita ora, nel loro appartamento entrava un uomo o una donna (il sesso non importava) lo conoscevano tramite un inserzione su un giornale per cuori solitari.
       "Si! Quei giornali a cui si rivolgevano le persone sole, ma loro non erano soli. Amavano molto rispondere a quegli annunci, gli piaceva conoscere gente nuova con cui scambiare quattro chiacchiere e perchè nò anche qualche nuova esperienza..."
       L'unica persona che sembrava preoccupata per loro era una vicina. Una donna mite e anziana che sembrava aver sofferto molto nella sua lunga vita. Con loro era sempre molto gentile...
       Quella donna era si premurosa ma anche molto strana, si presentava da loro la sera prima della solita visita dello sconosciuto di turno poi spariva di nuovo fino a ricomparire la sera dopo.
       Le loro vite scorrevano così da diverso tempo.
      Una sera, mentre la donna si stava recando dai due ragazzi, percepiva un odore strano, dolciastro... come di morte. Sul suo viso appariva uno strano sorriso (come di una persona che aveva appena avvertito qualcosa di buono...). Arrivava alla porta e bussava.
       Stranamente nessuno apriva.
       Non riprovava, tanto doveva ritornare più tardi...
       Rosa sentiva bussare ma non apriva era troppo debole, la malattia si era evoluta e Luca era già morto. Ormai era solo questione ti tempo e poi toccava anche a lei.
       "Se ne era resa conto quando era scesa in cantina per seppellire Luca. Se non fosse stata così debole non impiegava tutto quel tempo.."
       Si sentiva stanca ma soprattutto sola. Non incontrava più nessuno, stranamente non c'erano più risposte al loro annuncio e forse (aveva pensato) dipendeva da quella notizia che aveva letto nello stesso giornale: "STRANO KILLER MUTILA LE SUE VITTIME, DOPO AVERLE UCCISE, CON DEI MORSI. La polizia brancola nel buio. Nessun indizio che possa aiutare le indagini. Il killer non ha preferenze, uccide sia uomini che donne...."
       Mentre ripensava a ciò trasaliva...
       Aveva sentito strani rumori provenire dalla cucina. Chi poteva essere? Luca era morto!! Per evitare problemi lo aveva seppellito in cantina...
       Si faceva forza e cercava di alzarsi, raggiungeva piano la cucina e con meraviglia vedeva Luca...
       "Il suo Luca non poteva essere lì, era morto!"
       In quel momento Luca o quello che era diventato percepiva l'odore di Rosa e si voltava.
       Lei urlava. Era orribile. La sua pelle era devastata e dei vermi avevano iniziato a divorarlo. Lei scappava via scioccata.
       "Il suo amore non era più un essere umano ma si era trasformato in uno zombi..."
       In quel momento l'essere iniziava a cercarla e come per rassicurarla iniziava lentamente a parlare: "Non ti preoccupare... sei così debole perchè ti stai trasformando... non aver paura io ti aspetto... fatti vedere.... ti aiuto io..."
       Lo zombi non aveva il tempo di finire la frase, Rosa era tornata imbracciando un fucile (quando era fuggita si era diretta nel ripostiglio perchè sapeva che lì tenevano un fucile). Lo caricava, prendeva la mira e con le lacrime agli occhi sparava facendogli scoppiare la testa...
       Sapeva che in poco tempo anche lei si sarebbe trasformata in quell'essere mostruoso.... Doveva decidere in fretta!
       Caricava nuovamente il fucile, si faceva il segno della croce e se lo metteva in bocca... Con freddezza premeva il grilletto! Il colpo le sfondava il cranio facendo fuori uscire la materia grigia e machiando la parete di sangue...
       In quel momento, attirata dai rumori, arrivava correndo la vicina che aveva sulle labbra un grande sorriso... era molto felice...
       "Stava già pregustando l'idea della cena che doveva consumare da lì a poco, era soddisfatta..."
       Quella sera non doveva, come faceva sempre, aspettare che l'ignaro sconosciuto usciva dalla casa dei ragazzi. Poteva entrare e cibarsi senza la paura che veniva scoperta, ma soprattutto non doveva disfarsi dei loro corpi...
       Una volta cenato, poteva chiamare la polizia comunicando lo strano ritrovamento.
       Nessuno poteva sospettare di lei....
       Entrava felice....