Val Rosandra
ASPETTI BOTANICINella Val Rosandra la diversità climatica, la
dissimmetria dei versanti ed i diversi litotipi presenti (calcare e flysch)
determinano l’organizzarsi delle specie vegetali in associazioni ben definite:
la vegetazione pioniera delle rupi e dei ghiaioni, la landa carsica in fase di
incespugliamento, la boscaglia carsica prevalentemente costituita dal carpino
nero e orniello, il bosco a roveri e cerri, la vegetazione ripariale a salici,
pioppi e ontani lungo il torrente.
L’intervento umano è rappresentato dai rimboschimenti a pino nero austriaco e
dalle tracce delle coltivazioni tradizionali nella zona di Bottazzo.
Fra gli endemismi sono da segnalare: sulle rupi centochio graneloso (Moebringia
tommasini), sulle radure aride e soleggiate garofano domestico (Dianthus
sylvestris subsp. tergestinus), a consolidamento dei ghiaioni cardo
pavonazzo (Drypis spinosa subsp. jaquiniana) e paleo zolfino (Festuca
spectabilis subsp. camiolica) ed infine, sul Monte Carso, ginestra stellata
(Genista holopetala), unica stazione in territorio italiano.
CENNI STORICI
La Val Rosandra rappresenta un collegamento
naturale tra il mare e l’entroterra ed è stata da sempre utilizzata per i
traffici commerciali. I reperti rinvenuti nelle varie grotte della Val Rosandra
indicano la presenza di frequentazione umana fin dall’epoca preistorica (mesolitico
e poi neolitico). All’Età del Ferro risalgono i due abitati preistorici
(castellieri) sulle sommità del Monte S. Michele e sul Monte Carso dove sono
tuttora visibili i resti del muro di cinta. Tra i resti romani segnaliamo
l’Acquedotto Romano del I° secolo quale fonte di approvvigionamento per la
città di Tergeste.
Al XIII° secolo risalgono le prime notizie della chiesetta di S. Maria in
Siaris. All’ingresso della Val Rosandra sono visibili dei ruderi del castello
medievale di Moccò. La valle è oggi meta di escursioni per numerosi turisti
amanti della natura, per gli speleologi e soprattutto per gli alpinisti. Già
negli anni Trenta del nostro secolo il famoso alpinista Emilio Comici organizzò
nella valle i primi corsi di alpinismo.
GEOMORFOLOGIA E CLIMA
La Val Rosandra è l’unica incisione valliva del
Carso Triestino. La cascata del torrente Rosandra, di circa 30 metri di altezza,
rappresenta il punto di passaggio fra rocce impermeabili a monte e permeabili a
valle. La forra del torrente è il risultato sia dell’erosione fluviale che
della dissoluzione delle rocce carbonatiche prodotta dall’acqua combinata con
l’anidride carbonica.
Ricco di fenomeni è il carsismo sotterraneo con la presenza di una settantina
di cavità.
La valle rappresenta una via preferenziale per la discesa della Bora dal
retroterra alla zona costiera: alla Sella della Bora sono state registrate
velocità massime di 150 km/h.
Sul versante nordest della valle, soleggiato e sottovento, predomina un clima
caldo e mite, mentre sull’opposto versante sudovest, in ombra ed esposto al
vento "dominante", prevale un clima freddo; possiamo così rilevare
alle stesse quote sui due versanti opposti differenze di temperatura superiori
ai 10°C.
ASPETTI FAUNISTICI
La presenza del corso d’acqua e le
caratteristiche rupestri dell’ambiente determinano condizioni favorevoli per
gli animali, in special modo per anfibi e rettili rappresentati rispettivamente
da 6 e 12 specie (45% dell’erpetofauna regionale). La variabilità di ambienti
all’interno del Parco condiziona in modo positivo la diversità delle specie
d’uccelli. Ballerina bianca con sporadiche presenze di garzetta e airone
cenerino lungo il torrente; passero solitario e d’inverno il picchio muraiolo
sulle rupi sovrastanti; tottavilla e calandro sulla landa carsica ed infine,
nelle zone boscose picchio rosso maggiore e astore.
Per quanto riguarda i mammiferi, è il capriolo, grazie all’incespugliamento
in atto, la specie più frequente mentre per lo stesso motivo la lepre sembra
destinata alla scomparsa.
Il Parco Naturale della Val Rosandra è stato istituito nel 1984 dal Comune di
San Dorligo della Valle - Dolina ed interessa la parte sud-orientale della
Provincia di Trieste per una superficie complessiva di 434 ettari. Nel Parco
sono presenti diversi ambienti come la landa carsica sul Monte Stena, la
boscaglia carsica e pinete di pino nero austriaco nelle altre zone, ma
particolarmente interessante e prezioso è l’ambiente acquatico del torrente
Rosandra.
Il nucleo centrale del parco rappresenta la Val Rosandra, profondo solco vallivo
che incide l’altopiano carsico in direzione nordovest-sudest, dove il
paesaggio di rupi, ghiaioni, pareti strapiombanti con la sottostante forra del
torrente Rosandra danno un tono di "wilderness" conservatosi malgrado
la vicinanza della città di Trieste.
COME Sl ARRIVA
Seguendo la superstrada da Monfalcone verso Trieste e verso il valico di confine di Rabuiese si imbocca l’uscita per San Dorligo della Valle - Dolina.