Monumento ai caduti nella Guerra di Liberazione
L'area utilizzata per la costruzione del monumento
ai caduti dei rioni di Servola, Sant'Anna e Coloncovec nella Guerra di
Liberazione prospetta su Via dell'Istria ed è la stessa dove era collocato un
piccolo cippo di forma cubica. Si tratta di uno spiazzo erboso definito da
un'ampia curva davanti allo slargo di accesso alla vecchia porta
neoclassica ottocentesca del cimitero. Sul bordo della curva, segnato da
una cordonata di arenaria (15 - 20 cm. di altezza) e da una modesta siepe in
bosso, la alberature di alto fusto (diametro tronco 40 - 60 cm. ) creano una
barriera vegetale che filtra la vista dell'area a chi percorre la Via
dell'Istria. Il terreno, sostanzialmente pianeggiante, è coperto da un prato
erboso ed è perimetrato da un ampio marciapiede in asfalto. L'opera ha voluto
conferire a questo segno della memoria delle caratteristiche che non siano
né monumentali né di drammatica testimonianza della storia passata, bensì
rappresentare la volontà comune di una proiezione verso un futuro improntato da
serena e pacifica convivenza.
Così gli alberi esistenti fanno parte integrante del monumento ed una grande foglia si "cala poeticamente" sopra i nomi dei Caduti. La grande foglia è fatta ad imitazione del vero: è una foglia d'alloro come, fin dall'antichità classica, si è sempre usato quando si vuole onorare la memoria degli eroi e dei Caduti. La dimensione della foglia invece non è reale, diventando così segnale urbano a grande scala, che si potrà cogliere direttamente dalla strada transitando lungo Via dell'Istria. La grande foglia nella sua presenza fisica rappresenta la continuità della natura, del suo ciclo vitale, depositaria del ricordo e della memoria del passato: anello di una catena vitale che collega senza soluzione di continuità passato, presente e futuro. La grande foglia è stata realizzata in un'unica fusione di bronzo e adagiata (tramite l'ancoraggio di staffe nella muratura portante di calcestruzzo), sulla testata di un muro di arenaria. Arenaria e calcare del carso: le due pietre tipiche di questi luoghi si alternano come materiali di finitura. La pavimentazione, a disegno libero, ancora in arenaria; in granitello di Aurisina invece le fasce a listello fresate nell'arenaria con i nomi incisi e la scaletta podio con la dedica e l'incavo per accogliere i fiori.
La riduzione della cordonata di raccordo tra il
marciapiede e il terreno erboso a 2 cm. ha comportato la modifica della quota di
terreno, creando una leggere pendenza a salire verso il monumento che rafforza
l'effetto prospettico. Il breve pendio è pavimentato con lastre irregolari di
arenaria e larghe fughe per la crescita dell'erba. L'illuminazione notturna è
realizzata parzialmente dal basso ad incasso nel terreno (illuminazione della
foglia in bronzo), e parzialmente dai rami di uno degli alberi (illuminazione
della dedica sulla scaletta-podio).