Il Faro della Vittoria,
imponente opera dovuta all'arch. triestino Arduino Berlam (1880-1946) ed
allo scultore Giovanni Mayer (1836-1943), identifica in se due
importanti funzioni. Oltre ad illuminare il golfo di Trieste, per essere
di ausilio alla navigazione, esso è monumento commemorativo, dedicato
ai marinai caduti della I Guerra Mondiale,come testimonia l'iscrizione
"SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE MCMXV - MCMXVIII". L'idea di costruire quest'opera nacque già nel 1918. Venne scelto il Poggio di Gretta, che offriva un assetto ottimale a 60 m. sul livello del mare e solide fondamenta nel bastione rotondo dell'ex-forte austriaco Kressich, costruito tra il 1854 e il 1857. Il faro è costituito da un ampio basamento che ingloba il bastione del forte austriaco ed è rivestito esternamente in blocchi di pietra del Carso e dell'lstria. Sopra la colonna s'imposta un "capitello" che sostiene la "coffa", così definita con chiaro riferimento all'albero della nave, in cui è inserita la gabbia, di bronzo e cristalli, della lanterna coperta da cupola in bronzo decorata a squame. Corona l'apice della cupola l'ardita statua in rame sbalzato della Vittoria, opera dello scultore Giovanni Mayer, del peso di circa 7 quintali. La parte ornamentale è completata dalla possente figura del marinaio, opera dello stesso Mayer, realizzata con l'impiego di 100 tonnellate di pietra di Orsera. Sotto questa statua è stata affissa l'ancora del cacciatorpediniere Audace (prima nave italiana che entrò nel porto di Trieste il 3 novembre 1918), donata dall'ammiraglio Thaon di Revel, ministro della Marina, assieme ai due proiettili della Viribus Unitis, posti ai lati dell'ingresso del faro. La lanterna di trova ad un'altezza di circa 130 m. sul livello medio del mare ed è costituita da un corpo illuminante dell'intensità media di 1.250.000 candele, con una portata di 34-35 miglia. L'apparecchio ottico compie un giro attorno all'asse in 45 secondi. I lavori, iniziati nel febraio 1923, si conclusero il 24 maggio 1927 con la cerimonia di inaugurazione, avvenuta alla presenza del Re Vittorio Emaruele lll. L'imponente struttura del faro, del peso complessivo di 8.000 tonnellate, vide impiegati 1.300 m3 di pietra di Orsera e di Gabrie, 2.000 m3 di calcestruzzo e 11 vagoni di ferro pari a 100 tonneliate. Su interessamento della Provincia di Trieste il faro è stato riaperto al pubblico il 18 maggio 1986, dopo sette anni di totale chiusura, col concorso dell'A.A.S.T. di Trieste.
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