LA TOMBA VUOTA

 

GIOVANNI 20, 1-10

 

 

 

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Premessa

 

 

Il cap. 20 del vangelo di Giovanni (è l'ultimo capitolo, poiché il 21° è stato aggiunto in un secondo momento in una successiva redazione) contiene l'episodio della tomba vuota e tre apparizioni: la prima a Maria di Magdala (20,11-18); la seconda ai discepoli senza Tommaso (20,19-23); la terza ai discepoli con Tommaso (20,24-29).

 

Il capitolo, poi, si conclude con una breve appendice (20,30-31) con la quale l'evangelista ci informa sia delle modalità con cui il vangelo è stato scritto che delle sue finalità.

Quanto alle modalità, Giovanni ha operato una selezione dei discorsi ed opere di Gesù. Egli, pertanto, non ha scritto una biografia o una storia, ma una teologia, cioè una riflessione sulla figura di Gesù, la sua opera e la sua predicazione. Quanto alla finalità, essa è chiara per se stessa: "Questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (Gv 20,31).  

 

Si tratta, dunque, di un'opera finalizzata a smuovere in noi la fede in Gesù perché, credendo in lui, possiamo partecipare alla stessa vita di Dio.

 

La nostra attenzione, ora, si accentra sul racconto della "tomba vuota", che potremmo titolare, in modo significativo, con "una corsa convulsa e difficile verso la fede nel Cristo risorto".

 

L'intero racconto si articola in due quadri: nel primo c'è Maria di Magdala che si reca al sepolcro, scopre che la pietra è stata rimossa e, senza entrare nel sepolcro, fugge di corsa ad avvertire Pietro. Nel secondo: Pietro e il "discepolo amato" corrono, a loro volta, al sepolcro e fanno la scoperta della sparizione del copro di Gesù. Non comprendono e se ne tornano a casa.

Il primo quadro è funzionale al secondo: è la Maddalena, infatti, che con il suo totale smarrimento smuove i due discepoli e li mette in cammino verso il sepolcro. Si tratta di un iniziale cammino di ricerca e di comprensione che porterà, poi, alla fede piena nel Cristo risorto.

 

Due elementi dominano l'intero racconto: l'inintelligenza di tutti i personaggi, cioè l'incapacità di comprendere quanto sta avvenendo; e un notevole movimento, diffuso in tutto il racconto, che dà l'idea del trambusto, dell'inquietudine, dell'agitazione in cui possiamo vedere l'ansia del primo nucleo della chiesa nascente, che cerca di capire affannosamente quanto le sta succedendo e chiede e cerca i segni del Risorto.

 

In questa ricerca si delineano diversi atteggiamenti: c'è l'affettuosa apprensione di Maria; la veloce e agile intuizione del discepolo amato; la lentezza solida e prudente di Pietro.

 

Ciò che unisce i tre personaggi (Maria di Magdala, Pietro e il "discepolo amato") è la comune collaborazione: ognuno dice a quell'altro quel poco che ha visto o intuito e così, insieme, arrivano a capire quanto è successo. Nella Chiesa la fede non è mai un fatto privato, ma un comune cammino nel Cristo risorto.

 

 

Il Testo

 

 

[1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

[2]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: <<Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!>>.

[3]Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.

[4]Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

[5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.

[6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,

[7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

[8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

[9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

[10]I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

 

 

Il Commento

 

 

Nel primo giorno dopo il sabato ...  il racconto si apre con un'espressione che sembra essere quasi un'intonazione liturgica e che ci riporta a quel "primo giorno" della settimana in cui le prime comunità cristiane si riunivano per celebrare la cena del Signore e la sua risurrezione, come ci ricordano anche gli Atti degli Apostoli: "Il primo giorno della settima ci eravamo riuniti per spezzare il pane ..." (At 20,7).

 

Ma "il primo giorno dopo il sabato" è anche il primo giorno che inaugura una nuova settimana. Questo aspetto ci richiama, in modo significativo, la settimana della creazione. Il primo atto creativo di Dio si apre, nel "primo giorno", con la creazione della luce (Gen.1,3).

 

Anche la risurrezione di Gesù si pone nel "primo giorno della settimana". Essa costituisce l'inizio di una nuova "settimana" creativa, da cui defluisce una nuova luce, quella del Cristo risorto, che illumina nuovamente la creazione e l'intera storia dell'uomo, così che esse acquisiscono un nuovo significato e un nuovo senso, un nuovo orientamento: dalle cose verso Dio.

 

La risurrezione, quale nuovo e potente atto creativo del Padre per mezzo dello Spirito, è  ciò che rigenera l'uomo e l'intero cosmo a Dio, riconducendoli nuovamente nella stessa vita divina, da cui provengono.

 

Maria di Magdala si recò al sepolcro ... a differenza dei Sinottici, Giovanni mette in moto verso il sepolcro soltanto Maria di Magdala "quando era ancora buio". Qui la Maddalena diventa il simbolo della primissima chiesa, che intraprende il suo cammino di comprensione e di fede verso una realtà che è ancora avvolta dall'oscurità del dubbio, dal timore e dalle molte incertezze; una realtà su cui gravano molti interrogativi inquietanti e senza risposta. Inoltre, una profonda inintelligenza degli avvenimenti, cioè un'incapacità di comprendere, l'avvolge e le impedisce di aprirsi alla fede.

Infatti, la precisazione temporale "quando era ancora buio" fa pensare ad una chiesa che si sta muovendo in mezzo ad una situazione indecifrabile, che le crea disorientamento, inquietudine e turbamento.

 

E vide che la pietra era stata ribaltata ...  in questa breve frase vi sono due verbi importanti: "vide", reso in greco con il verbo "blepei"; e "era stata ribaltata".

 

Il verbo vedere (in greco blepei) esprime un vedere fisico, un vedere che non riesce ad andare oltre a ciò che  vede. E' uno sguardo soltanto materiale. Esso esprime l'incapacità di comprendere quanto le sta davanti. Non c'è, infatti, ancora la luce della fede poiché, precisa Giovanni, quando la donna si muove verso il sepolcro "c'era ancora buio".

 

La Maddalena vede la pietra ribaltata. Vede, ma non capisce. Il suo è ancora un vedere puramente fisico che non riesce ad andare oltre alle cose. E' un vedere che la smarrisce e la inquieta. Eppure la pietra, dice Giovanni, "era stata ribaltata". Il verbo in greco è al perfetto passivo. In quanto "perfetto" esprime un'azione che si è compiuta nel passato, ma i cui effetti perdurano nel tempo; mentre il verbo al "passivo" indica un'azione divina. Abbiamo, quindi, qui un invito a leggere in quella pietra ribaltata l'intervento di Dio, un intervento talmente potente che non si esaurisce nell'istante in cui si compie, ma perdura nel tempo, cioè sempre.

 

Ora, se noi leggiamo attentamente il significato della pietra, vediamo che essa simboleggia lo stato definitivo di chi è morto. Infatti, quando uno muore lo si mette nella tomba che viene, poi, sigillata da una pietra o da una lastra di marmo. E con ciò si mette fine ad ogni velleità e ad ogni speranza: è la definitività della morte.

 

La pietra rotolata via, invece, indica che questa morte definitiva, per la potenza di Dio, è stata tolta completamente e per sempre. In altri termini, la morte non ha più l'ultima parola. Tutto ciò, però non è ancora colto dalla Maddalena perché il suo "vedere" non riesce ancora ad andare oltre al vedere fisico; infatti, afferma Giovanni, "era ancora buio". Siamo agli albori della fede.

 

Corse allora e andò da Simon Pietro ...  questa prima parte del racconto si chiude con il correre della Maddalena da Pietro e dal discepolo amato. Essi sono i due punti di riferimento di una chiesa che si sta muovendo nel buio e nell'incertezza: Pietro è il capo riconosciuto del gruppo; e il discepolo amato, legato da un profondo vincolo di amore con Gesù, che lo rende agile e intuitivo sul mistero del maestro. A loro Maria esprime tutta la sua inquietudine e la sua ansia, simboleggiata dal suo "correre": "Hanno portato via il Signore e non sappiamo dove lo hanno posto". Per lei il sepolcro vuoto è il chiaro segno di un trafugamento di cadavere.

 

L'assenza della fede le impedisce di leggere la storia come storia di salvezza, cioè una storia in cui opera la potenza di Dio.

 

Quel "non sappiamo", poi, indica l'impotenza dell'uomo di fronte al mistero di Dio; esprime tutta la fragilità del sapere umano di fronte alle cose che vengono dall'alto, che soltanto l'intelligenza di Dio, cioè il dono del suo Spirito, può rendere comprensibili.

 

Uscì allora Simon Pietro ...  l'annuncio turbato e sconvolto di Maria smuove anche i discepoli e li fa uscire, li fa venir fuori, quasi li strappa dal loro ripiegamento su se stessi, ancora frastornati dai recenti e drammatici avvenimenti.

 

Da questo momento in poi si susseguono una serie di "verbi di movimento" che indicano l'ansioso, inquieto e frenetico dinamismo della chiesa nascente che, disorientata, cerca affannosamente di trovare un punto di appiglio per capirci dentro qualcosa su quanto le è successo (passione e morte di Gesù) e le sta succedendo (la scoperta della risurrezione).

 

Si inizia con un significativo verbo di moto: "Uscì", poi, "si recarono", "correvano assieme", "corse più veloce", "giunse per primo", "non entrò", "giunse anche Pietro", "lo seguiva", "entrò". Indicano un dinamismo convulso, confuso e incero, che ben rispecchia il sentire della chiesa primitiva.

 

La corsa convulsa mette a confronto i due discepoli (Pietro e Giovanni), che certo non dice rivalità, poiché essi "correvano assieme tutti e due". E', dunque, una corsa fatta in comunione e non in rivalità. Essa esprime la corsa verso la comprensione del mistero che li sta turbando e li ha gettati in una profonda angoscia (era, infatti, ancora buio). Qui viene messa a confronto soltanto la capacità di comprensione della chiesa primitiva del mistero e la collaborazione che la univa (correvano insieme) nel mettere insieme i pezzi di un quadro ancora confuso e incerto.

 

Ma l'altro discepolo corse più veloce ...  proprio perché legato da un particolare rapporto con Gesù ha sviluppato una più agile intuizione del mistero di Cristo, per cui arriva prima a capire cosa è successo. E', dunque, lo stare con Cristo, in stretto contatto con la sua parola che ci dà la comprensione del nostro essere cristiani e delle realtà spirituali che siamo chiamati a vivere e testimoniare e in cui ci muoviamo e viviamo.

 

Ma l'intuizione, però, non è comprensione piena del mistero, per cui egli "vide le bende per terra", ma non va oltre, si ferma e non entra nel mistero. Il suo vedere è ancora imperfetto e quel "blepei" (= vedere in modo fisico) lo denuncia.

 

Giunse anche Pietro ... entrò nel sepolcro e vide ...  Giovanni attende con deferenza anche Pietro, il cui cammino è più lento, più prudente, ma sicuro. Ecco, dunque, che anche Pietro "giunse ... ed entrò nel sepolcro", cioè nel mistero di un morto che non è più tale.

 

Anche Pietro "vide"ma il suo vedere è diverso da Giovanni. Infatti, mentre la Maddalena e Giovanni "blepei", cioè vedono con uno sguardo imperfetto che non sa andare oltre le apparenze fisiche, Pietro, invece, "zeorei", vede in modo più attento e più riflessivo. E' quello di Pietro un vedere che si fa attenta e acuta osservazione.

 

Allora entrò anche l'altro discepolo ... e vide e credette ...  Finalmente, anche il discepolo amato, preceduto dal "vedere" di Pietro può entrare, cioè comprendere il mistero e l'intuizione che lo aveva fermato alle soglie del mistero, colto, ma non penetrato, diventa fede concreta: "vide e credette".

 

Qui il verbo proprio della fede, "vedere", diventa "orao", che esprime uno sguardo che non si ferma più alle apparenze, ma va oltre: è un vedere spirituale.

 

Con questi verbi Giovanni indica un complesso e lungo cammino di fede: dapprima c'è un semplice "blepei", che indica uno sguardo del tutto superficiale, che vede, ma non comprende (20,1.5); poi si passa al "zeorei", che indica un guardare attento e riflessivo; ed infine, si giunge all' "orao", che è il vero e proprio sguardo della fede, che va oltre alle apparenze e che sgorga da un'attenta riflessione che apre alla comprensione del mistero.

 

I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa. Il cammino della fede, lungo e travagliato, è ancora agli inizi; esso non è ancora arrivato al punto tale da trasformare questi disorientati testimoni in araldi della fede.  Ecco perché i due discepoli se ne tornano di nuovo a casa. A loro mancava ancora un tassello importante: la comprensione delle Scritture: "Non avevano, infatti, ancora compreso le Scritture", che avrebbe dato loro una completa e più profonda comprensione del mistero, di cui furono inconsapevoli testimoni. Per questo si dovrà attendere il dono dello Spirito nella Pentecoste (Gv 16,13).

 

Da ultimo, ancora qualche osservazione su alcuni particolari di secondo piano, ma non trascurabili e che consentono una migliore comprensione del quadro.

 

I discepoli qui citati sono "due", molto probabilmente, essi avevano lo scopo di convalidare la testimonianza della donna, priva di valore giuridico, secondo il diritto giudaico che, invece, richiedeva per la sua validità la presenza di due testimoni maschili.

 

Un'attenzione particolare, poi, viene attribuita al "sudario", non menzionato al momento della sepoltura e per questo, qui, meticolosamente descritto: "... il sudario, che gli era stato posto sul capo, non era per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte". Tale menzione ha una duplice finalità: da un lato, suggerisce che il cadavere non è stato trafugato, come aveva insinuato la Maddalena; e dall'altro, evidenzia la sostanziale differenza rispetto alla risurrezione di Lazzaro, il quale esce dalla tomba ancora avvolto dalle bende e dal sudario, segno di una morte solo momentaneamente sconfitta, ma non definitivamente vinta. Gesù, invece, se ne libera da solo, subito e definitivamente: segno di una morte che non ha più alcun potere su di lui.

 

Si, Cristo è veramente risorto!