Il premier giapponese, il conservatore Shinzo Abe, ha presentato le sue dimissioni, a meno di un anno dal suo arrivo alla guida del governo come successore di Junichiro Koizumi.
"Ho deciso di dimettermi dalle mie funzioni di primo ministro", ha detto Abe nel corso di una conferenza stampa a Tokyo. Un'uscita di scena che non giunge inaspettata dopo la sconfitta della maggioranza alle elezioni dello scorso 29 luglio per il rinnovo del Senato, che lo avevano costretto al rimpasto di governo.
Abe, 52 anni, il più giovane premier giapponese del dopoguerra, negli ultimi mesi era inoltre uscito indebolito dal punto di vista politico da una serie di scandali che non avevano risparmiato il suo Partito liberal-democratico (Pld).
"La sconfitta alle elezioni di luglio è stata grave, ma ho inteso continuare la mia azione, con la volontà di portare avanti le riforme e non causare instabilità. Il rimpasto di governo tuttavia non è stato sufficiente", ha affermato Shinzo Abe.
L'ex premier nipponico non ha fatto alcun riferimento alle guerre in Afghanistan e in Iraq, ma ha sottolineato le difficoltà di trovare un accordo con l'opposizione per il varo di una legge che consenta al Giappone di continuare ad appoggiare logisticamente lo sforzo bellico degli Stati Uniti. La normativa attuale scadrà il 1 novembre.
Oltre alla carica di primo ministro, Abe lascia anche la direzione del Pld, a cui ha chiesto di "scegliere al piu' presto un nuovo presidente". Favorito alla successione è Taro Aso, di posizioni nazionaliste, attuale ministro degli Esteri nipponico e numero due del partito di destra.