Partecipa anche tu a "Le isole si accendono 2007".
L’ iniziativa, alla sua quarta edizione, intende “illuminare” le isole con la poesia.
La sera del 21 giugno, amanti della poesia leggeranno testi e poesie ispirati alle isole scritte da voi.
L’invito a partecipare è rivolto a coloro che hanno il desiderio di condividere un’esperienza di riflessione, di spettacolo, di lettura, di poesia, di convivialità.
Le poesie che hanno partecipato 2007
Cielo, mare, sole e berte. Berte
Cielo, mare, sole e berte. Berte.
Le berte le senti, ma non le vedi.
Nella notte vivono,
il giorno lottano per sopravvivere.
Le stelle, il Grande Carro,
il fulgore nel buio.
E l’onda indomita e tenace
batte gli scogli neri e irti
come immani draghi
dalle unghie acuminate.
Tutto avviene
col sereno o con la tempesta:
oggi, domani, in eterno.
Linda Camarda
Na canzuni
Na canzuni
è un ciusciu ca nasci du cori.
Na canzuni
ti pigghia u sciatu e ti ‘mpala l’arma.
Ti porta ca menti a ‘n seguiri i sonna.
Si ‘nfila di ricchi e t’azzicca u cori.
Ti scorcia a peddri e ti jetta a mmari.
Si po’ moriri ne ddru mumentu.
Si po’ viviri ‘nto mmunnu senza tempu.
Na canzuni
ti disci cu si, ti cunta chi fa.
Na canzuni
Un canusci ricchezza e povertà.
Ti sbacanta e ti inchi tuttu ‘nsemmula.
Ti s’avviscina comu nenti fussi.
Ti pigghia e ti cunta i passi.
Na canzuni
Ti vunci a cuegghiè.
Porta pi strati Santi e quaquaraqà.
Ma na canzuni chi è?
Unn avi nè forma e nè pisu.
E’ sulu na cosa ca si posa e ti vasa.
Domenico Tuccio
LIRICISMO ISOLANO
Soggiunti ivi,
Ne troverete tanta di quella gente
Che musicante e sorridente
Vi si imprinta nell’animo vostro.
Tanti gioiosi racconti
Narrerete nel corso del tempo,
Canti, danze e sapori
Sorbirete nel singulto lamento
Di un pescatore errante
sulle onde,
donde si perde lo sguardo
del viaggiator Guardante.
Tocchi di tempo
Canteranno le campane.
Piume di berte
Scorgerete sin le tane.
Uova di Chelonie
incuberà la nera spiaggia.
Di lapilli, sassolini e pietruzze
fruscerà l’ondicella saggia.
Liberi canti si oderanno in cielo,
in un volo di gabbiano per l’azzurro velo.
Domenico Tuccio
N’isola[1]
Un cori sicilianu
voli pi tia cantri
e diri di ‘na terra
ch’è bedda cchiu du suli,
cchiu niura di la pici,
cchiu calla d’a fornaci,
ccu grutti arruvintati
e case culurati.
Li berti si ci annidanu
e fannu ‘na gazzarra
quannu li pisci mangianu
e tornanu ‘n campagna.
Li varchi, ‘nni stu mari,
s’annacanu sicuri
c’a nuddru li disturba,
né ventu né tifoni.
E’ n’isola felici,
è terra siciliana
anche se u cielu volli
criarla un po’ luntana.
Di chiappiri e linticchi,
d’uva c si vinnigna
‘sta terra è ricca assai
‘nsemu ccu ficudinnia.
Unu ci veni prima
solu ppi quattro jorna
e ‘nveci ad ogni estati
finisci ca ci torna.
Ju ci lassavu l’occhi
quannu ci vinni tannu
e comu poti fari
ancora m’addumannu.
Vitalia Mosca Tumminelli
[1] (Anagramma di Linosa)
Le mie note
Le mie note
Non sono altro che parole.
Parole dell’anima che canta piano.
Molto piano.
Tanto piano, che forse nemmeno la mia mente, riesce a sentire.
Le mie note, le mie dita, che si muovono su questa nova tastiera, suonano la mia tristezza;
la mia noia;
la mia solitudine;
la mia speranza;
la mia gioia;
i miei sogni;
un sentimento… mille parole mai dette.
La tastiera suona… suona le parole del mio cuore, che canta la sua tristezza;
a volte suona una polka, una samba, un mambo! Canta la mia gioia!
A volte suona una melodia italiana, un tango o un lento.
Canta la mia speranza e i miei sogni.
Le mie note sono queste. Le mie emozioni, ce cantano piano piano… ma si trasformano in una musica, che la gente balla in una piazzetta d’estate, sotto un cielo con allegri fuochi d’artificio.
D’inverno, in una sala addobbata a feste… senza immaginare cosa c’è dentro di me, in quelle allegre, dolci o struggenti, come si vogliono chiamare, serate.
La mia musica, un’amica allegra e sincera, che spero non abbandonare.
Mai.
Marilena Mascari
Linosa, vacanza…. colorata: mi riferisco alla policromia della facciata delle case e ai fiori di mille colori, che non mancano di regalare una nota di poesia e fantasia.
Oleandri, gladioli e bouganville sembrano illuminare di mille scintille le pittoresche ville, che sorgono qua e là nella campagna e la sera, al tramonto, il sole, da abile e saggio pittore, regala il suo splendente colore, che rende magico il paesaggio.
Scalinate, balconi e verande accendono la fantasia del viandante, che, pur guardando con sguardo assente, non può sottrarsi al magnetismo inebriante.
E poi non posso trascurare di accennare a quei sapori veri, che rendono la tavola proprio come era ieri. Mi riferisco ai tempi andati, quando pochi ingredienti genuini rendevano una pietanza gradevole; ed anche in tavola non mancano i colori, perché si va dal nero cupo della seppia al rosso acceso dei pomodori, e dentro ci sta una vasta gamma di tinte e toni, che rendono. se possibile, i cibi ancora più buoni.
L’atmosfera, poi, è quella di una volta, e ci riporta ai tempi della “nonna”, quando per il paese passava il Banditore, a dare la notizia dell’ultima ora, e la tranquillità e cortesia della gente ti resta nel cuore.
Gli animali e le piante sono particolari, perché caratteristici esemplari, che non hanno ancora, per nostra fortuna, imparato ad avere dell’uomo paura alcuna: il mare che fa da cornice al paesaggio è veramente splendido, riccamente popolato e piacevolmente selvaggio.
Insomma, per tutto questo ed altro ancora non posso non pensare “ritorno presto”, e mentre vado via l’unica cosa che mi consola è il proposito di tornare ancora.
Maria Luisa Toro
Le poesie che hanno partecipato 2006
Linosa
Tu che emergi maestosa
in mezzo al mare.
Triste d’inverno,
beata d’estate.
Terra di sole splendente
terra vulcanica
ove il mare
sbatte le sue onde
raccapriccianti sugli scogli.
Terra d’amore,
piccola ma con un grande cuore.
Accoglienti sono le donne,
gentili gli uomini,
allegri e vivaci i bambini.
Col tuo manto di muschio vellutato
ed il mare verde smeraldo
fan di te un’isola d’incanto.
Tanta gente ti viene a trovare
per poterti ammirare
e con un cuore colmo d’amore
non ti può più dimenticare.
Gera Abate
Linosa
Linosa Isola di pace.
Tranquilla al risveglio,
con le sue albe dorate.
Romantica al tramonto.
Magica di notte,
con il rumor del mare,
il canto delle berte,
la melodia di una fisarmonica.
Linosa dai mille colori.
Il verde degli alberi,
i colori vivaci dei fiori e delle case.
Linosa,
un posto magico
che rimane nel cuore
di ogni turista, per sempre.
Mascari Maddalena
Carissimo amore
Da te son lontano,
ma cosi' grande è l’amore
che non rimani invano nel mio cuore.
Tu, “marinaio”, ricordi l’estate;
quell’estate dove tutto per te era un miraggio
ma rimani a navigare
su quella nave con tanto coraggio
perché tu sai
che presto da me ritornerai.
Quanto è bello il nostro amore,
quanto è immenso il nostro amore,
e con la brezza del mare e le onde
ricorderai le lunghe passeggiate
per le vie incantate.
E quando ci abbracciavamo
l’incandescenza del tuo cuore
emanava calore
e riscaldava il mio,
e la sera insieme davanti la tv
per me esistevi solo tu.
E quando solitario
ascolterai la nostra canzone
vagherai nell’immaginario
e tu a me penserai amore.
E quando insieme guarderemo
la stella quella più luminosa
per noi brillerà armoniosa
e quella stella sarà
il nostro messaggio da lontani
e a te penserò sempre per il nostro domani.
Gera Abate
Dal blu di questo Pelago profondo
L’isola nostra emergere scorgiamo,
fatta di terra e lava ormai rappresa.
Linosa, isola dolce ed aspra insieme,
Linosa, isola quieta e avventurosa
l’alba ci porta zefiri gentili
ed il tramonto incendia l’orizzonte.
Com’è lontana qui la nostra vita.
Dalla città frenetica e chiassosa!
Girovaghiamo per strade e trazzere,
poi ci imbarchiamo con l’amico Titta
per ascoltare in silenzio le berte
che cantano di marinai perduti.
La sera, dopo omerici conviti
Fra gli effluvi di timo e rosmarino,
ci ritroviamo al bar per un Daiquiri
se tutto questo potesse durare!
Ma sabato ci attende l’aliscafo…
Addio Linosa, aspettaci fra un anno!
Nuccio D’Angelo, gruppo siracusani
La mia terra
E’ l’angolo più sperduto del pianeta terrestre
di quel che creò Dio,
di una bellezza selvaggia da cui si vergogna a criticarsi.
Il suo isolamento di abissi marini e la lontananza
dalla terraferma non permettono di rovinare il suo fascino aspro e antico
calpestato dalla storia non mai saputa e con molte prove evidenti.
Lì ci si strega del suo fascino e richiama indietro chi la conosce di già.
La mia terra, terra che ti chiama.
Suggestività di uno scoglio
Cristalli di luna aleggiano
sino le Acque di Atlantide.
Sospiri di Elio, giocosi,
fra le spume più candide.
Profumi di Terra esalano
da rocce porose.
Polvere di stelle, inette,
su manti di rare rose.
Vapori cromati si stanziano
su colli brunati.
Fiori dipinti coronano
tramonti dorati.
Domenico Tuccio
Mi hanno detto che...
Mi hanno detto che sei nera
Come il colore della mia pelle
Mi hanno detto che sei vicino all’´Africa
La mia terra d´origine
Mi hanno detto che le tue casette sono colorate
Come il villaggio dove sono cresciuto
Mi hanno detto che ci sono tanti pescatori
É il mestiere dei miei zii
Mi hanno detto che ti chiami Linosa
Un nome tanto dolce che un giorno chiamerò mia figlia
Mi hanno detto che é molto costoso arrivarci
Chissá se un giorno avró i soldi per poterti conoscere
Linosa, mi hanno detto tante cose su di te
Non ti conosco ancora, ma so giá di amarti.
(Clécio, 11 anni, petrape - Brasil)
Non eravamo in tanti poco più di una diecina di persone. Tutte, però, con l’interesse per la poesia. Non appena il gruppo si è composto è stato acceso un cerone come fiaccola per indicare l’inizio dell’estate; un’estate all’insegna della poesia, della cultura, dell’espressione delle proprie emozioni.
Intanto è stata letta la poesia di Mimmo Grasso “La costituzione è un ulivo”.
Poi, ognuno ha letto le proprie poesie. All’appuntamento c’era un gruppo di turisti da Siracusa che hanno partecipato con gioia alla manifestazione.
O così si ha avuto modo di ascoltare le impressioni dei turisti e non solo delgi isolani. E’ stato un momento suggestivo, di convivialità e di incontro. Dove l’amore verso la poesia nasceva come collante.
Tuttavia, devo riconoscere che il momento più significativo che ha commosso tutti è stata la poesia di Clecio, un bambino del Brasile che ha ascoltato per diverso tempo i racconti di un educatore dell’Isola di Linosa che lavora in un centro per ragazzi di strada a Petrolina.
Una poesia che racconta il desiderio di vivere quell’isola, un’isola che tanto lontana è molto simile a se e ne rispecchia particolari.
Sono contento per come è riuscita “Le isole si accendono”. Soprattutto l’esperienza di quest’anno mi incita a promuoverla negli anni a venire, con la speranza di raccogliere più gente possibile per condividere momenti del genere.
Domenico Tuccio (domenicotuccio@email.it)
Linosa,
manifestazione “Le isole si accendono”
da
www.strettoindispensabile.it
Si è conclusa ieri, al crepuscolo, nella baia della suggestiva Pozzolana di Ponente la manifestazione “Le isole si accendono”.
L’iniziativa ha visto coinvolti tutti gli amanti della poesia. Dopo l’accensione della fiaccola,parallelamente avvenuta nelle altre isole, turisti e Linosani hanno iniziato a declamare versi e poesie ispirate all’isola, poesie dove nella maggior parte traspare evidente il legame a volte inscindibile tra Linosa e la sua gente.
La piccola manifestazione è già giunta alle 3° edizione, prossimo anno, dichiara il dott. Domenico Tuccio (gestore e organizzatore della manifestazione di Linosa) si cercherà di valorizzarla maggiormente visto l’interesse e l’entusiasmo vistosi quest’anno.
Daniele Alletto