Incontro organizzato da:
Limes Club Roma, Limes, Cisci e IILA
in Palazzo Santacroce - Piazza Benedetto Cairoli 3 - Roma
il 24 giugno 2002 - ore 17.30

Sono intervenuti:

Lucio Caracciolo - direttore di Limes

Giulietto Chiesa - giornalista

Gianni De Michelis - già Ministro degli Affari Esteri

Luigi Vittorio Ferraris - Presidente del Cisci

 


 

RELAZIONE
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(in ordine temporale)

 

TERRORISMO: DE MICHELIS, SHARON LAVORA PER BIN LADEN = "EUROPA AIUTI A SEPARARE PALESTINESI DA AL QAEDA"

Roma, 24 giu. (Adnkronos) - "Sharon lavora per Bin Laden, se continua così". Non usa giri di parole l'ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis per commentare la situazione in Medio Oriente, ma soprattutto non nasconde la sua rabbia per l'incapacità dell'Europa di farsi sentire. "Al Qaeda è più viva che mai, la partita è ancora aperta e due sono i terreni in cui la situazione potrebbe scappare di mano, il Kashmir e la Palestina -ha detto De Michelis, intervenendo alla presentazione dell'ultimo numero di Limes 'Il triangolo di Osama: Usa-Russia-Cina'- E' su quest'ultimo terreno che l'Europa dovrebbe dire la sua. Mentre invece continua la stanca ripetizione di un copione che non ha nulla di nuovo".

Secondo l'ex ministro degli Esteri, mentre "gli Stati Uniti dovrebbero storcere le braccia agli israeliani, noi europei dovremmo farlo ai palestinesi, per dividerli da Al Qaedà. Ma soprattutto, osserva De Michelis, "Arafat deve andarsene e deve emergere una nuova leadership". Allo stesso tempo l'ex ministro degli Esteri ritiene che l'Europa debba dare il proprio contributo a quella che finora è stata "la parte più debole della risposta americana al terrorismo, vale a dire quella politica".

"Per sconfiggere Bin Laden -dice- sono più importanti le mosse politiche di quelle militari. Non è stata la guerra in Afghanistan a provocare la destabilizzazione in Asia Centrale, Bin Laden ha giocato con molta intelligenza e, dopo aver sfruttato la questione palestinese e adesso il Kashmir, si prepara a sfruttate altri fronti, primo fra tutti l'Indonesia". E ancora l'Europa dovrebbe contribuire a ridisegnare quel nuovo ordine mondiale, la cui importanza "abbiamo scoperto dopo dieci anni di disinvoltura e distrazione", aggiunge De Michelis. (segue) (Nap/Gs/Adnkronos)

24-GIU-02 20:54

 

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TERRORISMO: DE MICHELIS, SHARON LAVORA PER BIN LADEN (2) = CHIESA AVVERTE, VERO CONFRONTO CON IL COLOSSO CINESE NEL 2017

(Adnkronos) - Intervenuto alla presentazione della rivista di geopolitica, il giornalista de 'La stampa', Giulietto Chiesa, ha fornito la sua interpretazione di quanto accaduto l'11 settembre: "gli Stati Uniti e il loro modello di globalizzazione sono entrati in crisi nel 2001, è stata rovesciata l'idea dello sviluppo senza limiti nella quale c'eravamo cullati per decenni -dice- in un contesto del genere continua ad emergere un colosso come la Cina, un miliardo e 300 milioni di abitanti e tassi di crescita annui superiori all'8%. Un colosso che il Pentagono identifica come il futuro nemico degli Stati Uniti nel 2017".

"Questa attuale è una pura parentesi, il grande confronto avverrà dopo", osserva il giornalista, convinto che da parte di Pechino non ci sia alcun reale entusiasmo nei confronti del triangolo con Washington e Mosca. Semplicemente i cinesi adesso "stanno zitti, non perchè siano contenti, ma perchè stanno facendo i loro calcoli e si preparano con i loro tempi".

Dopo aver ribadito che, a suo parere, il terrorismo islamico "ha giocato la sua parte negli eventi dell'11 settembre, ma non quella esclusiva e neppure decisiva", l'editorialista de 'La stampa' ha concluso ricordando che nello schieramento messo in piedi dagli Stati Uniti nei mesi scorsi "ci sono troppi terroristi: c'è il presidente pakistano Pervez Musharraf che èil responsabile principale della creazione del regime dei talebani, e poi ci sono i sauditi, che per anni hanno foraggiato di soldi e carburante gli studenti di teologia".

Sull'assenza dell'Europa nel nuovo contesto geostrategico ha insistito anche Lucio Caracciolo, direttore di Limes, il quale ha ricordato che dopo l'11 settembre gli Stati Uniti si sono rivolti per primi a paesi da loro lontani geograficamente e culturalmente, piuttosto che al Vecchio continente.

(Nap/Gs/Adnkronos)

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TERRORISMO:DE MICHELIS,GUERRA A OSAMA PER NUOVO ORDINE MONDO EX MINISTRO ESTERI A PRESENTAZIONE ULTIMO NUMERO 'LIMES' (ANSA) - ROMA, 24 GIU - In Afghanistan non è in corso solo una guerra contro il terrorismo ma il primo atto di un disegno che gli Usa oppongono al progetto egemonico del mondo islamico di Osama bin Laden e che, secondo l'ex ministro degli esteri Gianni De Michelis, apre la via a un nuovo ordine mondiale.

Visti così, gli eventi del dopo 11 settembre 2001, ha insistito De Michelis presentando oggi a Roma il nuovo numero della rivista 'Limes', dedicato al "Triangolo di Osama: Usa, Russia, Cina", ci permettono di "cogliere il senso" di quanto è successo e "dell'importanza del dibattito" relativo. Di superare cioè la percezione dell'uomo della strada che finora ha vissuto gli attacchi all'America "come una telenovela", e di impedire che questa telenovela invada le nostre vite.

In contrasto con quello di De Michelis il punto di vista di Giulietto Chiesa - per anni corrispondente a Mosca -  che durante la presentazione ha messo in guardia contro le "non alte probabilità che regga il triangolo", venutosi a formare tra Usa, Russia e Cina dopo l'11 settembre e fondato su interessi di politica interna. Sulla necessità di Russia e Cina cioè di cogliere la possibilità per regolare i conti con l'opposizione islamica di casa propria, mentre per gli Usa la guerra è stato un modo per uscire dalla "crisi del modello di globalizzazione Usa", in un 2001 che "ha rivesciato l'idea di uno sviluppoo senza limiti".

Alla presentazione avrebbe dovuto partecipare anche il senatore Francesco Cossiga che ha però dovuto rinunciare a causa di una laringite.

Per De Michelis tuttavia, essendo "gli unici" ad aver capito il disegno islamico per la creazione di un nuovo califfato, gli Usa hanno avviato la guerra al terrorismo come modo per rispondere in modo adeguato "a una minaccia che comportava un disegno con un piano che comportava un altro disegno", costruendo "una risposta che prefigurasse un nuovo ordine mondiale". Ed è per questo che sono andati a chiedere aiuto a Russia e Cina in primo luogo piuttosto che ai classici alleati europei. (ANSA).

AP

24-GIU-02 20:33 NNNN

 

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