< A che ci serve la Nato - Limes Club Roma

 

 

Incontro organizzato da:
Limes Club Roma, Limes e Sioi 
in Palazzetto Venezia - Piazza San Marco, 51 - Roma
il 9 novembre 1998 - ore 17.30

Sono intervenuti:

Lucio Caracciolo - direttore di Limes

Gianni De Michelis - già Ministro degli Esteri

Enrico Letta - Ministro per le politiche comunitarie

Fausto Bertinotti - segretario del Prc

Carlo Jean - rappresentante del Osce per il Kosovo

Umberto La Rocca - presidente della Sioi

Aldo Rizzo - editorialista della Stampa

 


 

RELAZIONE
di Livio Zaccagnini

Il Limes Club Roma in collaborazione con la rivista italiana di geopolitica Limes e con la Sioi (Società Italiana per l’Organizzazione internazionale) ha organizzato presso la sede della Sioi in Roma il 9 novembre la presentazione del numero 4/98 di Limes, "A che ci serve la Nato".

Ha aperto i lavori l’ambasciatore Umberto La Rocca, presidente della Sioi, che ha ricordato i tre punti centrali del dibattito sulla Alleanza Atlantica: il problema dell’allargamento verso est, i rapporti tra la Nato e la Russia ed i rapporti all’interno della Nato tra gli Usa e l’Europa. La parola è quindi passata ad Aldo Rizzo, editorialista della Stampa e qui in veste di moderatore, che ha ricordato che il dibattito sulla Nato sorge in seguito alla caduta del Muro di cui ricorre il decennale: dieci anni che hanno cambiato la geopolitica dell’Europa e della Nato.

Il generale Carlo Jean, rappresentante dell’Osce per il Kosovo, ha ricordato che la funzione futura della Nato sarà quella di far conservare ai Paesi ricchi e demograficamente in calo il controllo sulle proprie risorse, presagendo quindi un allargamento dell’Alleanza Atlantica a tutto il nord del mondo. Se poi la Nato è indispensabile alla sicurezza mondiale, bisogna allora costruire un pilastro europeo in modo da arginare la politica Usa sempre più in balia dell’opinione pubblca.

Ha subito risposto l’onorevole Fausto Bertinotti, segretario del Prc, che ha affermato che la Nato, essendo bracio armato dei mercati, non porta sicurezza, bensì fomenta crisi come nel Kosovo, depotenziando contestualmente l’Europa e l’Onu. Fine della Nato diviene quindi quello di governare oligarchicamente il mondo e non quello di portare stabilità, ruolo riproponibile seriamente solo con un’Europa emancipata dagli Usa.

La parola è quindi passata all’ex-Ministro degli Esteri Gianni De Michelis che ha invece ricordato il ruolo della Nato proprio nel mantenere la sicurezza con un approccio regionale nel contesto europeo, ma anche il ruolo di cementare il rapporto Usa-Europa. Ma da parte europea è mancata la riflessione sulla prospettiva non della Nato come strumento di egemonia di un Occidente unito, ma come affermazione di un mondo multipolare con l’Europa alleata, ma distinta, dagli Usa.

Anche per il Ministro delle politiche comunitarie Enrico Letta centrale sarà il rapporto tra Europa e Stati Uniti nel nuovo scenario mondiale, con l’Europa che sta lavorando, con l’integrazione della Ueo, per la creazione di una difesa comune che permetta un maggior peso europeo nelle decisione atlantiche. Importante è stato senz’altro il ruolo dell’Italia che ha sempre perseguiito questa linea di politica estera e che va nella giusta direzione con la riforma delle forze armate.

Infine la parola è passata a Lucio Caracciolo, direttore di Limes, che ha paventato il rischio di una americanizzazione della Nato se dagli Usa essa dovesse essere percepita solo come uno strumento con cui gli americani sono costretti a combattere le guerre europee. Per impedire ciò occorre un soggetto europeo che possa e sappia essere paritario con gli alleati d’oltreoceano.

 


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