DOPO LA GUERRA |
Incontro
organizzato da:
Limes Club Roma, Limes e Libri in Campo
in Piazza Santa Maria in Trastevere
- Roma
il 7 luglio 1999 - ore 21.00
Sono intervenuti:
Ibrahim Rugova - Leader kosovaro
Lucio Caracciolo - direttore di Limes
Giangiacomo Migone - Presidente della Commissione Esteri
Massimo Nava - Corrispondente del Corriere della Sera in Kosovo
RELAZIONE
di Livio Zaccagnini
Come ormai piacevole consuetudine,
il nostro club, in occasione dell'uscita dell'ultimo numero di
Limes, "Dopo la guerra", ha organizzato una
presentazione con uno dei protagonisti del conflitto da poco
concluso nei Balcani: Ibrahim Rugova. Una presenza importante e
quanto mai 'azzeccata' vista la splendida cornice in cui la
nostra conferenza, in veste estiva, è stata realizzata: eravamo
infatti nel cuore dello splendido rione romano di Trastevere,
proprio di fronte alla chiesa di S. Maria in Trastevere che è
simbolo e cuore della Comunità di S. Egidio, le cui vicende
balcaniche hanno scelto Rugova come sostenitore e sostenuto, e la
cui opera diplomatica nelle aree di crisi si fa sempre più
importante e determinante. Una presenza, quella di Rugova
(chiamato amichevolmente "presidente", ma noi crediamo
nello stesso modo in cui verrebbe chiamato un Sensi o un Moratti
),
non però isolata: c'erano a far da padrone di casa Lucio
Caracciolo, direttore di Limes, ma anche come "padrone di
piazza" Mario Giro, professore universitario, ma soprattutto
membro di S. Egidio. Presenti anche Massimo Nava, inviato del
Corriere della Sera in Kosovo, autore di splendi reportage
pubblicati sul quotidiano di via Solferino, nonché autore di una
intervista a Rugova pubblicata sul Corsera pochi giorni dopo la
nostra conferenza (peccato però abbia dimenticato di citare
Limes
). Ma importante è stato sicuramente l'intervento del
senatore Giangiacomo Migone, presidente della Commissione Esteri
del Senato, le cui parole sui Balcani non hanno mancato di far
pensare a parallelismi con la vicenda Ocalan, la cui ombra più
volte si è affacciata in piazza. Ugualmente interessante, ma
sicuramente più 'ad effetto', è stato l'intervento di Miodrag
Lekic, ambasciatore jugoslavo in Italia, che pur non essendo
incluso nella lista ufficiale degli oratori, non ha mancato di
far sentire la propria voce in una replica alla fine del
dibattito programmato.
Un incontro dunque, vivace su un tema dell'attualità geopolitica
scottante e pericoloso, di cui solo lontanamente si inizia ad
intravedere la soluzione; una conferenza che si colloca ormai in
quella che sta divenendo una tradizione: incontri non
frequentissimi, ma sicuramente con esponenti blasonati e
competenti.
Inseriamo qui di seguito, per maggiore informazione, il lancio
Ansa che la nostra conferenza ha avuto: ringraziamo l'Amico Fabio
Vanorio che l'ha portata su Border e quindi all'attenzione di
tutti gli amici del Club.
KOSOVO: INDIPENDENZA, RUGOVA E LEKIC A DIBATTITO 'LIMES'
(ANSA) - ROMA, 7 LUG - ''Io parlo,
senza complessi, dell' indipendenza, perche' parlo di un popolo
che esiste''. Anche con queste parole Ibrahim Rugova, il leader
moderato kosovaro, ha parlato del futuro del Kosovo in un
dibattito, questa sera a Roma, organizzato dalla rivista 'Limes'.
Il Kosovo e' ''un piccolo paese'', ha detto ancora Rugova,
aggiungendo pero' che una volta ''integrato direttamente in
Europa, sara' un paese simpatico e amichevole''.
Pronta e' stata la reazione dell' ambasciatore jugoslavo a Roma
Miodrag Lekic, il quale ha ricordato che ''se rispettiamo le
regole e gli accordi, la risoluzione dell' Onu dice che il Kosovo
deve essere parte della Jugoslavia. Rugova stasera ha parlato di
Kosovo indipendente. Ma c'e' spazio per il Kosovo, con una sua
autonomia, nella Federazione jugoslava''.
Nel suo intervento, il leader moderato kosovaro ha ringraziato l'
Italia, l' Unione Europea e gli Stati Uniti per il loro aiuto al
Kosovo ed ha espresso l' auspicio che a Belgrado possa esserci
''una evoluzione e uno sviluppo democratico''.
Questo e' il momento della ricostruzione politica ed economica,
ha detto ancora Rugova, sottolineando pero' che bisogna anche
lavorare per ricostruire la ''riconciliazione'' di tutti i popoli
balcanici che devono riconoscersi l'un con l'altro. Rugova ha
spiegato che tornera' a Pristina ''al piu' presto'', una volta
superati i problemi della sicurezza e si e' detto convinto che la
situazione adesso si calmera'. ''Bisogna aiutare l'
amministrazione civile e la forza internazionale in Kosovo'', ha
aggiunto.
Al dibattito ha partecipato anche il presidente della commissione
Esteri del Senato Giangiacomo Migone, il quale ha detto che ''non
possiamo rinnegare il concetto di ingerenza umanitaria'', e che
e' importante riconoscere che esiste un ''dovere'' nella tutela
dei diritti umani.
In questo senso, Migone ha parlato anche del caso Ocalan
ricordando che la mancanza del rispetto dei diritti umani e dei
diritti delle minoranze e l' accettazione della pena di morte
sono posizioni ''incompatibili con la partecipazione all'
Europa''. Tornando al Kosovo, ha auspicato che vi sia un pieno
rispetto dei valori e dei principi democratici, aggiugnendo che
attualmente ci sono comportamenti ''inaccettabili'' da parte
dell' Uck. In questo momento si tratta di ''tutelare'' i diritti
delle popolazioni serbe, che stanno fuggendo dal Kosovo.
La fuga dei civili serbi dal Kosovo e' stata sottolineata dall'
ambasciatore Lekic il quale ha parlato di ''una tragedia di un
popolo che scappa dalla sua terra''. (ANSA).