CORPO
VIVO E CORPO DI CRISTALLO
Non a sinistra del Carro del
Sole
stavano le mie Colonne d'Ercole.
lo le vidi d'un tratto sulla
soglia,
nell'occhio di te che mi cercavi ho visto
gli immobili cristalli del
fantasma incatenato al mito.
Ma non tutto di me s'era
dissolto
nel lungo incendio di solitudine,
sotto la cenere aspettava
l'intatto legno
che si fece torcia furente
crepitante di resina.
Quando mi
tolse i sensi e mi scagliò lontana
la vertigine, lasciai per sempre nell'occhio
di Ulisse la creatura di cristallo.
Da questo fiore che lasciò la
serra
un frutto nuovo si prepara a nascere
coi succhi amari di libertà.
Non canterò sul mare per
sedurre
capitani assetati di avventura,
se la vela si squarcia e la
tempesta inghiotte
anche i latrati della mia paura
voglio che il mio destino abbia
il mio nome
e mai più quello di Nessuno.
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Sempre la Storia abbonda di sventure
generosa di pianto,
debole e incerto è
l'arbitrio
e mai libero forse.
Ma questo almeno:
che mi travolga a fiotti
o che mi
scavi a stille
il male toccatomi in sorte
abbia ogni
giorno il vivo
sapore della vita:
ho visto che il tedio consuma
molto
più del dolore.