Con
il solito entusiasmo e partecipazione, abbiamo continuato a portare avanti
l’impegno del “Progetto Ambiente” , e sempre accompagnati dai
professori: Luigi Concio, Enza Comberiati e dall' ispettore del corpo
forestale Carmine Scandale, abbiamo vissuto una nuova avventura. Penultima
tappa del nostro progetto, è stata località “Niffi”, dove il fiume
Soleo termina il suo corso confluendo nel fiume Tacina. Prima di giungere
a destinazione abbiamo fatto
una deviazione e ci siamo fermati in località “Rivioto”, nel
territorio di Cotronei, dove il fiume Tacina giunge a valle originando un
esteso deposito alluvionale. Qui abbiamo potuto osservare come la portata
del fiume, estremamente ridotta, a causa delle numerose derivazioni per
scopi irrigui e idroelettrici, abbia consentito la nascita di un’estesa
boscaglia, che occupa gran parte dell’alveo fluviale. Gli alberi sono
costituiti essenzialmente da: ontani (Alnus glutinosa), piante
ermafrodite, pioppi (Populus nigra), comunemente chiamato “chiuppu”,
salici (Salix alba), robinie (Robinia pseudo acacia).
Inoltre nell'area è presente una folta macchia mediterranea,
caratteristica delle regioni dove il clima è caratterizzato da piogge
abbondanti nei mesi autunnali primaverili e scarse-assenti nei mesi
estivi, con inverni miti. Gli arbusti sono costituiti dal lentisco (Pistacia
lentiscus) detto comunemente “scinu”, ginestre (Spartium
junceum), orniello (Fraxinus ornus), comunemente detto
“orna”; tra gli alberi la più diffusa è la roverella (Quercus
pubescens), conosciuta come “cerza”; tra le erbe ricordiamo
l’euforbia, in dialetto “cammarrune”, usata soprattutto per la pesca
di frodo. Constatato lo squilibrio naturale presente in questo tratto del
fiume abbiamo ripreso la strada per Niffi. La seconda tappa del nostro
percorso è stata nei pressi del ponte sul Tacina, all’ingresso di
Roccabernarda. Si tratta di una località che scorre continuamente davanti
i nostri occhi ma che non eravamo abituati a vedere con occhio critico.
L'area presenta un grave degrado ambientale, le carcasse di vecchi
elettrodomestici contribuiscono a dare un aspetto lugubre al territorio;
l’assenza di un impianti di depurazione ha trasformato il fiume, in
questo tratto, in una vera e propria “fogna a cielo aperto”.
Successivamente ci siamo rincamminati, sempre carichi di entusiasmo,
"nonostante tutto", e finalmente abbiamo raggiunto loc. Niffi,
nei pressi del ponte della ferrovia calabro lucana, crollato in
seguito all’alluvione del 1973. Poco distante dal ponte il fiume Soleo,
dopo un viaggio di circa 28 km, confluisce nel Tacina. Con l’ausilio di
semplici strumenti, abbiamo valutato la qualità delle acque, giungendo
alla conclusione che il fiume Soleo risulta essere molto più pulito del
Tacina, il colore delle sue acque appare meno inquietante, certamente un
maggiore deflusso ha consentito i naturali processi di autodepurazione.
La vegetazione è caratterizzata dall’oleandro, sono presenti lungo le
sponde giunchi, tife, cannucce (Arando donax). Prestando molta
attenzione agli aspetti geologici-paleontologici del territorio,
sbigottiti, abbiamo osservato blocchi rocciosi contenti numerosi fossili.
I blocchi di arenaria lungo le rive inglobano numerosi fossili di
molluschi (ostree, pecten) che risalgono al pliocene, circa 3
milioni di anni fa, inoltre gli strati rocciosi inclinati verso SW
testimoniano movimenti della crosta terrestre. Tra una chiacchierata e
l’altra, camminando in mezzo al verde, si è fatto buio, avremmo voluto
che la giornata si prolungasse. Un pomeriggio molto interessante si è però
concluso con l’angoscia nell'apprendere quanto era successo in Puglia, a
San Giuliano, dove un forte terremoto ha provocato il crollo di una scuola
elementare, uccidendo 26 bambini. La natura che abbiamo appena visto ci
regala dei momenti fantastici, ma a volte si tramuta in un’arma
micidiale che nemmeno l’uomo può fermare. Ritorniamo a evidenziare
quanto ci siamo compiaciuti di questo nuovo modo di fare lezione, un
metodo più efficace di qualsiasi libro di testo, che ha contribuito a
tenere sempre viva la nostra attenzione e ci ha permesso di trascorrere un
pomeriggio all’insegna del divertimento, non sono mancati infatti
i momenti di svago che si alternavano alle spiegazioni. Il nostro ruolo di
escursionisti inesperti è stato l’input a battute e scherzi, ricordiamo
quando alcuni di noi, nel tentativo di attraversare il fiume su delle
pietre, sono caduti in acqua rialzandosi con le scarpe e i pantaloni
bagnati fino alle ginocchia con l’espressione dei pescatori a cui la
giornata non ha dato grandi soddisfazioni. Il nostro rapporto coi
professori è diventato più confidenziale, abbiamo imparato a conoscerci
meglio, anche tra di noi, e a socializzare coi ragazzi delle altre classi.
Il nostro viaggio alla scoperta dell’ambiente che ci circonda non solo
ha arricchito il nostro bagaglio culturale, ma ha, soprattutto, affinato
la nostra “coscienza ecologica”. Infine avendo impresso nella nostra
mente un quadro completo di tutti i luoghi visitati, anche nel corso delle
precedenti escursioni, è evidente la rilevante differenza tra il settore
montano e quello vallivo. Un settore montano caratterizzato da un corso
d'acqua che presenta una maggiore naturalità, con un andamento tortuoso
con valli strette e scoscese, mentre nell’area pedemontana, valliva, con
nostro gran rammarico, abbiamo toccato con mano i maggiori problemi legati
alla presenza dell’uomo. Non riusciamo a renderci ancora conto
dell’importanza che ricopre l’ambiente soprattutto nella nostra
regione, penalizzata da un lato dalla mancanza di grosse aree industriali,
ma famosa per le risorse naturali, che tutti ci invidiano ma che siamo noi
i primi a non rispettare, per questo esprimiamo la nostra indignazione nei
confronti di coloro che continuano ad inquinare e cogliamo l’occasione
per promuovere una campagna di salvaguardia del territorio, nella speranza
che il nostro appello venga accolto affinché il prezioso dono che la
natura ci ha offerto non vada sciupato.
BOMPAROLA
RAFFAELE e CALZONE
MICHELA
Classe
II B Liceo Scientifico