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d'interesse comune nelle scuole sono l’inquinamento e il degrado
ambientale, articoli sull’argomento passano quotidianamente sotto i
nostri occhi, specialisti ci esprimono il loro parere e ci espongono in
modo rilevante problemi a livelli mondiali. Noi abbiamo sentito
l’esigenza di verificare la situazione ambientale dei nostri territori
con l’intento anche, di conoscere la natura e le sue varie forme. Perciò,
aiutati anche dallo studio della biologia intrapreso quest’anno, abbiamo
deciso di aderire al Progetto Ambiente “Soleo e Vergari,
scuola, cultura e territorio”, che prevede visite
guidate e approfondimenti sul settore montano. Da come lo stesso nome
lascia intendere, le escursioni hanno interessato soprattutto i fiumi e il
Soleo in particolare, dove il degrado è maggiormente evidente: nei nostri
territori, infatti, i fiumi sono ridotti ad una portata minima e boschi e
abitazioni abusive occupano parte dell’alveo. Esse, inoltre, ci hanno
permesso di esplorare il territorio che ci circonda, scoprendo con grande
meraviglia piccoli angoli di paradiso a noi sconosciuti e, con rammarico,
località in cui l’intervento umano ha apportato grandi sconvolgimenti.
Prima di scendere in campo ci siamo preoccupati di svolgere le operazioni
preliminari: abbiamo imparato ad usare la bussola e a leggere le cartine;
poi, muniti di bussola, cartine e macchina fotografica siamo partiti per
la “grande avventura”. Come prima tappa abbiamo scelto la località Giardino.
Spinti dalla curiosità abbiamo partecipato in molti, seguiti
dall’intraprendente e intrepido prof. Concio, dalla guardinga e attenta
prof. Comberiati e dall’efficiente guida della forestale Carmine
Scandale. Appena usciti da scuola, frementi di partire siamo saltati a
bordo del pulmino tra grida e schiamazzi. Dopo aver percorso una lunga
salita ci siamo fermati per la prima tappa a “Marrate”, dove abbiamo
osservato il serbatoio dell’acqua potabile che alimenta Petilia
Policastro, capoluogo con 22 l/s. Da Marrate abbiamo poi continuato fino
al bivio Comunello (in loc. Musco Ferro), da li abbiamo proseguito a piedi
fino al fiume. Nel corso della ripida salita si è osservato un rapido
cambiamento della vegetazione, da Submediterranea (macchia mediterranea,
leccete, uliveti) ad una vegetazione caratterizzata dalla diffusa presenza
del castagno; la straordinaria varietà di alberi e fiori ha subito
destato la nostra attenzione. La pianta arborea dominante è il Pino
laricio (Pinus nigra), simbolo della foresta calabrese che ha una
fascia altitudinale che può variare da 1000 a 1800 metri, diffuso allo
stato puro tra i 1300 e i 1500 metri, ma abbiamo osservato anche l’Acero
napoletano (Acer obtusatum) o “ Aceru”, l’Ontano napoletano (Alnus
cordata) o “Tricinu”, il Cerro (Quercus cerris) o “Carighiu”.
Tra i fiori, è caratteristica la presenza, nelle zone più umide, del
ciclamino (Cyclamen ederatum), poi sono stati diversi i funghi: nel
corso dell’escursione sono state diverse le specie fungine osservate; il
rosito (lactarius deliciosus), i vavusi (Suillus granulatus),
la mazza di tamburo o coppuluto (macrolepiota procera), un
esemplare di ovulo buono (Amanita cesarea), funghi di ceppaia come
i chiodini (Armillaria mellea); alcune specie di russule e di
tricholomi, non siamo stati fortunati a vedere il porcino (Boletus
edulis). Lungo lo spaccato stradale affiorano banconi di granito
attraversati da numerosi filoni bianchi in cui è presente la
caratteristica “muscovite”, una mica bianca di aspetto fogliettato
madreperlaceo. Dopo un percorso abbastanza agevole siamo giunti sin
all’alveo del f. Soleo. Il fiume Soleo, lungo 28 Km, con un bacino
idrografico di circa 80Kmq, è il principale affluente del fiume Tacina.
Le sorgenti emergono sul fianco orientale dell’altopiano silano, nei
pianori di Tirivolo (1596). Inizia il suo corso, in direzione Ovest-Est,
tra le ombrose selve della Sila piccola, formate da faggi, abete bianco,
il pino laricio. Dopo una prima parte del suo corso serpeggiante in larghe
vallate, morbidamente plasmate, il fiume, nel settore di Giardino, scorre
tumultuosamente in profonde gole scavate nel granito. In loc. Giardino si
possono ancora osservare i resti della vecchia teleferica, che serviva a
trasportare i tronchi, era lunga 15 Km e partiva da loc. Differenze (quota
1573 metri) per finire in loc. Foresta (q. 310 metri). Con l’ausilio di
schede d’osservazione e di strumenti è stata valutata la qualità
ambientale del tratto fluviale: la temperatura atmosferica era di 15° C,
quella dell’acqua di 8.7 °C, la portata media del fiume di circa 350
l/s, le rive di tipo granitiche, la struttura del fondale roccioso;
l’alveo è largo circa 10 m, con una profondità media di 70 cm; la
vegetazione riparia è caratterizzata dall’ontano napoletano, dal
faggio, dall’agrifoglio, da piante sporadiche di nocciolo selvatiche;
per quanto riguarda la vegetazione acquatica e gli organismi incrostanti
abbiamo notato la presenza di centonodi, favagello, ortica dioica,
mentastro, alghe acquatiche, fragolina selvatica, felce aquilina. Dopo
esserci riposati e aver ammirato lo straordinario spettacolo offertoci da
una natura ancora intatta, ci siamo incamminati per la via del ritorno,
mai ci saremmo aspettati di andare incontro ad una simile meraviglia: era
l’imbrunire, davanti a noi le immagini degli alberi sfocati dalla
nebbia, un mondo sommerso nel silenzio, nessun rumore se non il fruscio
delle foglie mosse da un leggero venticello e il rimbombare delle nostre
voci, un’atmosfera da film. Scherzando fra di noi, raccogliendo qualche
fungo, qualche noce e qualche mela il tempo è passato velocemente e siamo
dovuti tornare a casa, stanchi ma arricchiti e affascinati dal nostro
territorio. Quest’esperienza inoltre ci ha permesso di socializzare e di
evadere dall’ordinaria routine delle attività curricolari, speriamo
perciò che esperienze come queste si ripetano con maggiore frequenza
BOMPAROLA
RAFFAELE e CALZONE
MICHELA
Classe
II B Liceo Scientifico