FIRENZE|In città 550 delegati di 60 paesi del mondo

Contro tutti i conflitti, del petrolio e dell'acqua


Mancanza d'acqua
Il lungo suono di una sirena ripetuto due volte, lo stesso che risuona da alcuni giorni nei territori di guerra, ha aperto alla Fortezza da Basso il primo Forum alternativo mondiale sull'acqua
È possibile evitare le guerre con una gestione collettiva dei beni e dei servizi essenziali. Diversamente nei paesi poveri continueranno a morire 30.000 persone ogni giorno per la mancanza d'acqua, e i paesi ricchi non potranno che assumersene tutte le conseguenze, terrorismo compreso. Questo l'allarme lanciato da Riccardo Petrella, coordinatore del primo Forum alternativo mondiale dell'acqua, che domani e sabato vedrà al lavoro a Firenze oltre 550 delegati di circa 60 Paesi del mondo.
La guerra delle risorse
«L'esaurimento delle scorte di petrolio, di oro nero, autorizza i signori del mondo ad attaccare una popolazione stremata come quella irachena - ha continuato Petrella - La disponibilità d'acqua è diminuita negli ultimi 50 anni di tre quarti in Africa e di due terzi in Asia. Ed è inevitabile che nei prossimi anni si comincerà a combattere per l'oro blu. Come società civile del mondo abbiamo deciso di incontrarci a Firenze proprio in questi giorni di guerra per trovare insieme delle soluzioni che ci aiutino ad uscire da questo vicolo cieco».
Al mercato dell'oro blu
La disponibilità d'acqua è minacciata dall'apertura totale al mercato dei servizi idrici nazionali. «In questi mesi - spiega Rosario Lembo, presidente della federazione di ong Cipsi - si stanno svolgendo le trattative per il nuovo assetto del mercato internazionale, in vista dell'incontro dell'Organizzazione mondiale del Commercio che si terrà a Cancun nel settembre prossimo». Le organizzazioni presenti ha firenze motivano poi la scelta di non partecipare al Forum mondiale governativo dell'acqua che si svolge a Kyoto da lunedì scorso. «Siamo contrari a soluzioni che seguano la via della liberalizzazione - aggiunge Lembo - accettando che l'acqua si trasformi in merce. Da Firenze la società civile mondiale dice no a questa scelta, in nome del diritto alla vita di tutti i cittadini».
Il "tradimento" di kyoto
Il Wwf, tra i fondatori alla Rete Lilliput, che sta seguendo il World water forum a Kyoto, parteciperà al Forum di Firenze per ribadire «che la base fondamentale per qualsiasi seria politica di gestione delle risorse idriche è salvaguardare lo stato di salute degli ecosistemi di acqua dolce, compresi i sistemi delle falde acquifere. Gli ecologisti ritengono che mantenere la salute dell'acqua è il prerequisito per ogni ulteriore azione o intervento di gestione. Essere consapevoli che l'acqua è un bene comune dell'umanità ci obbliga a far si che i cicli idrici siano mantenuti in uno stato di salute». Ma le prime notizie in arrivo da Kyoto sembrano tradire questa prospettiva.
Le cattive acque di casa nostra
Anche in Italia la crisi idrica si avvicina. I dati forniti da Lucia Fazzo dell'Ufficio scientifico di Legambiente sono eloquenti: «Ogni giorno nel nostro Paese ciascun abitante "perde" 104 litri d'acqua a sua disposizione per la cattiva gestione della rete idrica. E nessuno pensa a come riutilizzarla: il 40% dei cittadini allacciati alla rete idrica non è collegato ad alcun impianto di depurazione». Il problema italiano non si limita alla mancanza di una pianificazione seria dell'offerta, secondo Legambiente, ma ma riguarda anche il ridimensionamento della domanda. «È per questo che accanto alle associazioni ambientaliste e di solidarietà, sono presenti al forum organizzazioni del mondo contadino come Altragricoltura e Via Campesina - continua Lucia Fazzo - L'agricoltura in Italia assorbe il 70% di tutta l'acqua disponibile e l'area irrigata è addirittura il doppio rispetto alla superficie dichiarata dai consorzi di bonifica». Un profitto "sommerso", che spesso arricchisce le ecomafie e contribuisce, con pesticidi e fertilizzanti illeciti, a inquinare le falde idriche e a immettere nel mercato cibi non sicuri.
La denuncia di Attacqua
E proprio mentre a Firenze parte il Forum «le aziende che gestiscono il ciclo integrato delle acque a Firenze e nel Medio Valdarno - denuncia Attac - si preparano ad appaltare la gestione delle proprietà e della distribuzione ad aziende esterne, attuando concretamente il processo di mercificazione del bene acqua». Martina Masi, di Attacqua, ha denunciato che l'entrata delle aziende private nel capitale di Publiacqua Spa (azienda a capitale pubblico che gestisce il ciclo integrato delle acque nel territorio fiorentino) al 40% consegnerà per 25 anni la gestione del ciclo delle acque a un unico socio privato, «creando cosi un monopolio privato in sostituzione di un monopolio pubblico, con un rincaro già annunciato di circa il 14% sulle bollette. La scadenza del bando di gara per l'appalto è ancora sconosciuta (e non presente nel testo integrale del bando) ma dovrebbe tenersi proprio nei giorni immediatamente successivi al Forum Mondiale di Firenze».

                            La Nuova Ecologia (21 marzo 2003)