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Anche a Mesoraca (Crotone), la popolazione invecchia in fretta e sono anziani già più del 17 per cento dei cittadini, soprattutto donne. Però qui la vita media è più bassa, solo 75 anni contro i 79 della media nazionale. Più del 60 per cento degli anziani "si trova nelle condizione di vera solitudine" e molti hanno i figli emigrati. L'unica forma di apertura sociale a Mesoraca è il circolo o il bar: si passa il tempo bevendo e giocando a carte per dimenticare di essere soli.
Il progetto Giovani e anziani insieme, coordinato dalla professoressa Aurora Panza, non è fatto solo di dati. I 36 ragazzi delle ultime classi del liceo socio-psico-pedagogico Satriani di Mesoraca, preparati e formati da varie figure di esperti, hanno anche incontrato gli anziani nelle residenze sanitarie assistite: partecipando alle attività di rianimazione motoria e cognitiva, hanno parlato con loro e ascoltato le loro storie. Ora che la ricerca sul campo si è conclusa, il progetto, finanziato dalla Regione Calabria-Fondo europeo di sviluppo regionale per la "prevenzione della dispersione scolastica e formativa", verrà elaborato in formato cartaceo ed elettronico.

Non è questione di pannoloni
"Non vorrai mica portare i tuoi studenti a cambiare i pannoloni agli anziani?" Qualche collega all'inizio le ha screditato il progetto, ma per fortuna la coordinatrice Aurora Panza, non si è lasciata condizionare. E anche se ha interessato una piccola area geografica, "Giovani e anziani insieme" è un progetto originale e importante, ricco di implicazioni formative, che vanno dall'orientamento professionale all'educazione al lavoro responsabile. Ma accanto agli obiettivi espliciti, ci sono risultati imprevedibili. Nell'audio Aurora Panza racconta uno dei tanti episodi che, durante gli stage dei ragazzi nelle due Rsa, hanno colpito e fatto riflettere gli operatori. Mentre un ragazzo leggeva a voce alta un articolo di giornale, che riferiva il rapimento di una bambina, un'anziana piuttosto passiva e attonita, affetta da una qualche forma di demenza, si è improvvisamente animata. Al termine della lettura le sue domande sono state incalzanti, cariche di affetto e di partecipazione. Sappiamo allora davvero tutto sulla demenza?