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La guerra di Brecht

di Rossella Coco
Classe V Sezione A dell'Istituto Magistrale Statale di Mesoraca (KR)

Brecht, drammaturgo tedesco ,iscritto al partito comunista fu costretto a lasciare la Germania quando Hitler prese il potere.

La personalità di Brecht si formò attraverso le prove tragiche che segnarono la sua generazione. La sua attività come poeta e come autore di opere teatrali ebbe inizio nel clima del dopoguerra in Germania; dove il disagio dei reduci , la disoccupazione, le speculazioni illecite, il dramma di un paese sconfitto e logorato gli suggerirono una istintiva ribellione.

Intorno al 1930 le vicende politiche lo coinvolsero direttamente. L’ascesa al potere di Hitler nel 1933 è per lui l’inizio dell’esilio.

Brecht sosteneva che bisognava scrivere per comunicare agli altri una verità politica e morale, per rappresentare la realtà sociale in cui viviamo e quindi contribuire a correggerla. Il contenuto delle opere di Bercht è perciò spesso una denuncia ,una protesta: contro il nazismo, contro la guerra, contro lo sfruttamento degli uomini, lui è dalla parte della povera gente, di chi va a morire nelle guerre, e dalla parte di chi sta in basso.

Tuttavia Brecht sa che le trasformazioni radicali non sempre sono possibili, quindi molte volte dobbiamo adattare il nostro comportamento alle circostanze, ciò che conta e non perdere di vista la meta, il mondo nuovo che dobbiamo costruire per noi, ma soprattutto per coloro che verranno. Brecht vuole che il lettore o lo spettatore siano continuamente indotti a riflettere sulla realtà, a esaminarla criticamente. La sua poesia tende a interpretare la realtà partendo da un contenuto concreto (esperienze personali o fatti di cronaca)per ricavarne significati generali sulla condizione dell’uomo e della società.

Tra le opere maggiori ricordiamo: La nave

Sul muro c’era scritto col gesso

Chi sta in alto dice

La guerra che verrà

Quando le nostre città erano macerie

1941

Ferro

Quando ero ricco

Fra tutti gli affetti

 

 

 

1941: Tra il 1939 e il 1940 le truppe tedesche invadono l’Europa con uno slancio che sembrava inarrestabile. L’esilio dei fuoriusciti diventa una fuga di paese in paese in un mondo in cui sembrava chiudersi ogni spazio di libertà. Dalla Danimarca Brecht si rifugia in Finlandia: appena una sosta prima di scappare ancora. La poesia fissa questo momento di instabilità assoluta:perduta la casa e il lavoro, oscura ogni prospettiva per il futuro, provvisori anche i rapporti umani ,di solidarietà e amicizia.

 

In fuga davanti alla gente del mio paese*

Eccomi ora in Finlandia. Amici

Che ieri non conoscevo han messo qualche letto

In camere pulite. Nell’altoparlante*

Sento i notiziari di vittoria della feccia*. Incuriosito

Considero la carta del mondo. Lassù in Lpponia*

Verso il mare glaciale artico,

vedo ancora una piccola porta*.

 

1*gente del mio paese:non eserciti stranieri, ma soldati del mio paese

2*Nell’altoparlante:attraverso la radio; altoparlanti collocati nei luoghi pubblici, diffondevano in tempo di guerra le notizie d’emergenza e i bollettini militari.

3*feccia:qui nel senso di gente miserabile e corrotta (i nazisti)

4*Lapponia:vasta regione dell’estremo nord dell’Europa.

5*una piccola porta:un piccolo passaggio, attraverso il quale fuggire, una terra in cui le truppe tedesche non sono ancora arrivate.

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