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I VERI EROI

I veri eroi dell'11 settembre sono loro: le 6000 vittime ignote che, fino all'ultimo loro giorno di vita, hanno lavorato per noi tutti, per la nostra felicità e per il nostro benessere.

Speculatori, broker, consulenti, commercianti... tutto ciò che i nostri benpensanti, trascinati da troppi demagoghi, considera come ignobile, sporco, corrotto e che è in realtà la base della nostra sopravvivenza. Anche della sopravvivenza degli stessi benpensanti e demagoghi. Anche della sopravvivenza di quella ragazza con le trecce da rasta che, nel vedere l'immagine del World Trade Center che crollava, da uno schermo della metropolitana, si è così esaltata che sembrava assistesse all'esplosione della Morte Nera.

Nelle macerie del World Trade Center sono morti avvocati, che erano pronti a proteggerci dagli abusi della giustizia. Broker che facevano del loro meglio per aumentare i nostri risparmi. Bancari, che mettevano al sicuro i nostri risparmi. Imprenditori, che creavano nuovi servizi e nuovi beni per arricchire la nostra quotidianità.

 Consulenti, che aiutavano le aziende ad accontentare al meglio milioni di consumatori e ad assumere (e a garantire una vita dignitosa a)  milioni di lavoratori. E anche speculatori, che con i loro acquisti di beni a bassi prezzi e vendita ad alti prezzi, permettevano di immagazzinare beni nei periodi di abbondanza per rimetterli in circolo nei periodi di magra.

E soprattutto nel World Trade Center coabitavano e cooperavano Europei, Asiatici, Africani, Americani, senza pregiudizi di razza, sesso, religione. Era quella la vera incarnazione della tanto sbandierata, ma quasi mai applicata, "fratellanza universale". E' il commercio la sola istituzione che permette rapporti non violenti, fra contraenti consensuali, ovunque essi abitino, comunque essi la pensino.

Eppure molti dei lettori di questo tributo ai veri eroi dell'11 settembre saranno sicuramente convinti di trovarsi di fronte a uno scherzo di cattivo gusto. In Italia è condiviso (giustamente) un silenzioso rispetto nei confronti delle vittime, ma ben pochi si rendono conto del valore di chi ha lasciato involontariamente la vita quel giorno. E in meno ancora intendono celebrare l'eroismo involontario di chi quella mattina si trovava al lavoro nel proprio ufficio.

Tutto ciò perché si trattava di gente ricca, che forniva servizi traendone un profitto personale. E in una società sempre più classista, come quella italiana, essere ricchi e trarre un profitto personale dal proprio lavoro, vuol dire sempre di più essere dei figli di un Dio minore, degni solo di morire nel silenzio.

 

 

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